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Il gas può fare da “ponte” nella transizione energetica? No, secondo l’Istitute for energy economics and financial analysis

Leggendo anche tra le righe del Net zero del World energy outlook 2025 si capisce che la transizione è guidata dallo sviluppo delle energie rinnovabili, dalla modernizzazione della rete e dal potenziamento dei sistemi di stoccaggio: sembra sempre più inutile bloccare risorse per lo sviluppo dei combustibili fossili, soprattutto per esigenze transitorie
 |  Nuove energie

«Nello scenario Net zero del World energy outlook 2025 – un percorso globale per limitare l'aumento della temperatura a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali – la domanda di gas subisce un forte calo. In questo scenario, le prospettive indicano che i progetti di gas naturale liquefatto in fase di realizzazione non saranno più necessari. Leggendo tra le righe del Weo2025 e di altre previsioni, emergono le sfide per la domanda futura di gas. La transizione energetica è guidata dallo sviluppo delle energie rinnovabili, dalla modernizzazione della rete e dal potenziamento dei sistemi di stoccaggio. Sembra sempre più inutile bloccare risorse per lo sviluppo dei combustibili fossili, soprattutto per esigenze transitorie». È questa la conclusione di una approfondita analisi pubblicata sul sito dell’Istitute for energy economics and financial analysis (Ieefa). Nel testo, ricco di riferimenti ad altre indagini condotte da enti riconosciuti a livello internazionale, si ricorda che il gas è stato a lungo considerato «un combustibile ponte per la riduzione delle emissioni di carbonio», ma negli ultimi anni i rapidi progressi tecnologici e i cambiamenti strutturali nei sistemi energetici hanno portato molti a chiedersi se questo combustibile fossile sia davvero ciò di cui abbiamo bisogno. La risposta, come abbiamo anticipato, è no. E l’Ieefa mostra passo dopo pass perché.

Innanzitutto, il citato World energy outlook (Weo) 2025 mostra un rallentamento della crescita della domanda globale di Gnl da 80 miliardi di metri cubi (billion cubic metres, bcm) all’anno, come osservato nell’ultimo decennio, a 70 bcm al’'anno fino al 2035 nello scenario delle politiche attuali. Nello scenario delle politiche dichiarate, la crescita della domanda è ancora più bassa, pari a 50 bcm all’anno. «Ciò indica l’elevato potenziale di sostituzione del gas con una combinazione di espansione delle energie rinnovabili, aumento dell’efficienza e elettrificazione», sottolinea l’Ieefa. «Ancora più importante, in questo scenario, secondo il rapporto, “le energie rinnovabili porteranno a un calo assoluto dell'uso del gas naturale nella produzione di energia elettrica in Europa e nelle economie avanzate dell'Asia”, raggiungendo un plateau a metà degli anni ‘30». Tra l’altro, il declino del gas nelle economie avanzate fino al 2040 era stato prefigurato già nel Weo2020. E la “minaccia” delle fonti energetiche alternative alla crescita della domanda di gas era stata segnalata già nel 2015.

L’Ieefa riconosce che l’aumento previsto della domanda di gas nel Weo2025 dovrebbe essere trainato anche dalla Cina, dal Medio Oriente e dalle economie asiatiche emergenti, tuttavia, aggiunge, sempre il Weo2025 riduce drasticamente la domanda europea al 2035 rispetto alle previsioni del 2020. Nel frattempo, la domanda di gas dell’India dovrebbe quasi raddoppiare. Il Weo2025 prevede che la domanda salirà a 139 miliardi di metri cubi entro il 2035 e si avvicinerà ai 200 miliardi di metri cubi entro il 2050. Ma il Weo2020 prevedeva che la domanda di gas dell'India avrebbe superato i 200 miliardi di metri cubi molto prima, nel 2040, probabilmente a causa della crescente presenza di alternative al gas nel Paese. E la cautela sulla crescita della domanda di gas in tutte le previsioni è ampiamente applicabile all'India. 

Poiché il gas deve affrontare una forte concorrenza da parte di altri combustibili nella maggior parte dei settori, l’Ieefa sottolinea che queste previsioni potrebbero dover essere riviste ulteriormente al ribasso per l’India. L’utilizzo delle energie rinnovabili sta acquisendo un enorme slancio in India ed è già molto più competitivo del gas per la produzione di energia elettrica. Il Paese ha installato 29,5 gigawatt (GW) di energia rinnovabile nell'anno fiscale  2024-25 e ha raggiunto una capacità installata di energia rinnovabile di 30,5 GW nei primi sette mesi dell'anno fiscale 2025-26. L'India non ha in programma di costruire nuovi impianti a gas a causa degli elevati rischi di stranded asset e ha dismesso 5 GW di capacità inutilizzata di impianti a gas nell'anno fiscale in corso.

In altri settori, spiega l’Ieefa, una maggiore scalabilità delle energie rinnovabili potrebbe, ad esempio, soppiantare l'uso già limitato del gas nell'industria e nei trasporti. Il consumo industriale di gas è aumentato con la disponibilità di forniture nazionali più convenienti. Tuttavia, il settore rimane sensibile ai prezzi, con un consumo più elevato di alternative nei periodi di prezzi elevati del gas. L'analisi dell'Ieefa ha rilevato che concentrarsi sull'efficienza energetica e sul riscaldamento elettrico basato sulle energie rinnovabili produrrebbe migliori risultati di decarbonizzazione per il settore. Allo stesso modo, nel settore dei trasporti, dove il gas domestico più conveniente ha alimentato la domanda, le immatricolazioni sono insignificanti rispetto a quelle dei veicoli elettrici. Le immatricolazioni di veicoli elettrici sono passate da un numero insignificante nell'anno fiscale 2017-18 a quasi 900.000 nell'anno fiscale 2024-25, mentre le immatricolazioni di veicoli a metano sono state circa 500.000, nonostante siano in circolazione da molto più tempo. I risultati ottenuti dall'India nella modernizzazione della rete e nell'implementazione dello stoccaggio contrasteranno la crescita della domanda di gas nel Paese.

La conclusione dell’analisi condotta dall’Ieefa è quella anticipata all’inizio: il gas come soluzione “ponte” per la transizione energetica è una strada che non è conveniente imboccare. E prima se ne avrà consapevolezza, meglio sarà.

Redazione Greenreport

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