
Rischio mareggiate e tutela dell’ambiente marino, Ispra col progetto Mer sta mappando 7.500 Km di coste

Ripristino e la protezione dei fondali e degli habitat marini, rafforzamento del sistema nazionale per l’osservazione degli ecosistemi marini e costieri, mappatura degli habitat costieri e marini nelle acque italiane con l’acquisizione di una nuova unità navale oceanografica, dotata di attrezzature altamente tecnologiche in grado di sondare i fondali i marini fino a 4000 metri e strumentazione acustica ad altissima risoluzione. Sono alcune delle caratteristiche del progetto Mer, acronimo di 'Marine Ecosystem Restoration'.
Il progetto stato attivato nell’ambito del Pnrr, vede impegnati l’Ispra come soggetto attuatore e il ministero per l’Ambiente e la sicurezza energetica come amministrazione titolare del finanziamento di 400 milioni di euro, rappresenta il più grande investimento mai realizzato dal nostro Paese ed è il più grande che c’è adesso anche a livello europeo per il ripristino, la conoscenza e la tutela dell’ambiente marino. Prevede la mappatura integrale di tutta la costa italiana, ma non solo.
Per un Paese come il nostro che ha 7.500 chilometri di costa naturale (più altri 800 Km di costa fittizia, ovvero introdotti in corrispondenza delle foci dei fiumi e delle strutture portuali e marittime) il progetto è di primaria importanza. Perché il nostro Paese deve fare i conti, oltre che con il rischio idrogeologico e sismico, anche con quello da erosione costiera. Perché i cambiamenti climatici e sconsiderate attività umane stanno mettendo sempre più a rischio gli habitat marini. E perché sempre più studi internazionali segnalano che i cambiamenti climatici rendono sempre più necessari i costanti monitoraggi delle zone costiere.
Il progetto Mer sta utilizzando infrastrutture e strumenti tecnologici altamente innovativi: la mappatura integrale della costa italiana che Ispra riuscirà ad ottenere attraverso Mer sarà uno strumento essenziale per la pianificazione e la progettazione delle opere di difesa costiera e dei dragaggi portuali, per la valutazione dei fenomeni erosivi in corso e futuri e per la realizzazione dei piani di gestione del rischio da tsunami e inondazioni delle zone costiere a seguito di mareggiate e alluvioni.
