
Ancora un morto per West Nile in Italia, con la crisi climatica cresce il rischio malattie infettive

Dall’inizio di quest’anno sono già cinque i morti in Italia a causa del virus West Nile, che rientrano dunque tra le vittime causate da arbovirosi: zoonosi provocate da virus trasmessi da vettori artropodi (arthropod-borne virus, come per esempio zanzare, zecche e flebotomi) tramite morso/puntura.
Dopo un decesso in Piemonte nei mesi scorsi e quello di una donna a Latina nelle ultime settimane, in questi giorni si sono registrati altri 3 morti in Lazio e Campania, di cui l’ultimo segnalato oggi all'Ospedale del Mare di Napoli.
In Italia sono già endemiche, ovvero trasmesse localmente ogni anno, le arbovirosi West Nile, che è quella per cui si registra il maggior numero di casi, Usutu, Toscana virus, virus dell’encefalite da zecche. In particolare, febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, WNV), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome); i serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del genere Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza.
L’Istituto superiore di sanità (Iss) osserva che in Italia ormai da diversi anni si verificano nel periodo estivo alcune decine di casi di West Nile, (fino ad alcune centinaia negli anni con maggiore incidenza), trasmessi da puntura di zanzara.
Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infettate non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, manifestazioni cutanee. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, mentre nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari.
Negli anziani e nelle persone fragili, ad esempio per malattie pregresse, invece, la sintomatologia può essere più grave. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150) e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.
La crisi climatica in corso, con l’aumento del caldo e la tropicalizzazione del clima che facilitano la vita ai vettori come le zanzare, sta aumentando il rischio infettivo anche nel nostro Paese. Per difenderci occorre dunque accelerare la transizione ecologica – abbandonando rapidamente i combustibili fossili in favore di fonti rinnovabili, efficienza energetica ed economia circolare – e nel frattempo ridurre l’esposizione ai vettori. Come? Lo spiega direttamente l’Iss:
Come si previene l'esposizione ai vettori
Per il momento il principale strumento preventivo contro la diffusione delle arbovirosi è la riduzione dell’esposizione ai vettori durante il periodo favorevole alla trasmissione.
Per quanto riguarda le zanzare è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che possano riprodursi facilmente:
- usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe, quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
- usando delle zanzariere alle finestre e soggiornando in ambienti climatizzati
- svuotando di frequente i contenitori con acqua stagnante (per esempio, secchi, vasi per fiori e sottovasi, catini, bidoni, ecc.) e coprendo quelli inamovibili
- cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali
- svuotando le piscinette per i bambini quando non sono usate.
Le attività di sorveglianza integrata delle arbovirosi in Italia sono coordinate dal Ministero della Salute e implementate dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e, nel caso delle sorveglianze dei virus West Nile e Usutu dall’Istituto zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise (Izs-AM). Il ministero della Salute, inoltre, coordina l’aggiornamento periodico di Piani di preparazione, prevenzione, sorveglianza e risposta.
