Legambiente insieme alla Regione Toscana per portare cibo biologico nelle mense scolastiche
La Toscana si conferma tra le regioni più avanzate in Italia per l’agricoltura biologica, e non solo perché questa rappresenta oltre un terzo (36,5%) della superficie agricola regionale. Come annunciato dall’assessore Marras, la Regione ha infatti scelto di destinare oltre 320mila euro alla riduzione dei costi delle mense scolastiche biologiche – utilizzando le risorse del Fondo nazionale istituito dal Ministero dell’agricoltura –, cui si aggiungono oltre 42mila euro destinati ad attività di informazione e promozione del biologico nelle scuole nell’anno scolastico 2025-2026.
«Il biologico nelle mense scolastiche è una leva strategica per coniugare salute, tutela ambientale e sviluppo agricolo sostenibile – dichiara Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente – Parliamo di un modello produttivo che riduce l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, protegge la biodiversità, tutela il suolo e le risorse idriche e garantisce maggiore qualità nutrizionale. Rendere il biologico accessibile nelle mense significa fare prevenzione sanitaria, educazione ambientale e politica agricola insieme».
I dati del dossier “Stop pesticidi nel piatto 2025” di Legambiente rafforzano ulteriormente questa scelta. Se da un lato oltre la metà dei campioni di alimenti provenienti da agricoltura convenzionale risulta priva di residui (50,94%, in calo rispetto al 57,32% dell’anno precedente), dall’altro quasi il 48% contiene tracce di uno o più fitofarmaci. Il 17,33%presenta un solo residuo, mentre il 30,26% è caratterizzato da multiresiduo, un dato in netto peggioramento con un incremento del 14,93% rispetto all’anno precedente. Una criticità tutt’altro che marginale, anche perché il cosiddetto “effetto cocktail” continua a sfuggire alla normativa europea, che valuta le sostanze una per una, ignorando l’esposizione combinata reale.
Decisamente più rassicurante il quadro del biologico: l’87,7% dei campioni analizzati è totalmente privo di residui, con un solo caso di irregolarità complessiva, probabilmente dovuto alla deriva dei pesticidi da aree limitrofe. Un risultato che conferma come i sistemi a basso input chimico siano già oggi un modello efficace, sicuro e competitivo.
«Educare al cibo è educare alla cittadinanza – sottolinea nel merito Gentili – I bambini e le bambine di oggi sono le cittadine e i cittadini di domani: spiegare da dove viene ciò che mangiamo, come viene prodotto e quali effetti ha sull’ambiente e sulla salute è un investimento culturale di lungo periodo».
In questa prospettiva, Legambiente conferma la propria disponibilità a collaborare fianco a fianco con l’assessore Leonardo Marras e con la Regione Toscana, mettendo a disposizione competenze, esperienze e buone pratiche per rafforzare il ruolo del biologico nelle mense scolastiche e costruire insieme politiche pubbliche capaci di coniugare salute, tutela ambientale e futuro dei territori.