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Pesticidi o dazi? Cosa chiederà Trump alla Meloni, sul piatto salute e ambiente

 |  Editoriale

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, troverà giovedì un Donald Trump pronto a trattare sulla riduzione dei dazi: il problema è su cosa si tratta. Dell’aumento di quote di combustibili fossili abbiamo già detto, il presidente americano chiederà l’acquisto di altri 350 miliardi di dollari in beni energetici, alla faccia del Green deal, ma ora la trattativa si sposta sull’agroalimentare, un tasto molto delicato e pericoloso per la salute e per l’intero comparto agroalimentare italiano.

Cosa potrebbe chiedere Trump a Meloni perché l’Europa intenda?

Di tutto, perché le posizioni relativamente alla sicurezza alimentare sono molto distanti tra le norne europee e quelle statunitensi, un divario che con l’avvento del magnate americano si accentueranno ulteriormente.

La prima riguarda l’identità dei prodotti alimentari: qui l’Europa, grazie anche al ruolo giocato dall’Italia e dalle associazioni di categoria, ha fatto negli anni un grande lavoro per proteggere le eccellenze alimentari, legandole per esempio a specifiche aree geografiche. Nascono così i marchi Dop e Igp che l’America vede come fumo negli occhi. Se noi abbiamo il Parmigiano loro vogliono poter fare il Parmesan e vorrebbero anche venderlo in Italia, così come altri prodotti che richiamano nel nome l’eccellenza italiana, ma anche francese e spagnola, ma hanno caratteristiche del tutto diverse. Ancora più grave è la questione che riguarda la salute del consumatore, con la possibilità non solo di veder aumentare la quota di prodotti Ogm ma che questi, come avviene ora negli Usa, non siano nemmeno segnalati in etichetta.

L’elenco di normative in cui si misura la distanza anche culturale tra i due continenti è lungo, perché mentre negli States si è giocato tutto sulle liberalizzazioni e a ridurre ogni possibile forma di divieto e controllo in Europa, seppure a fatica, si sono introdotte misure di contenimento e prevenzione.

Un altro caso emblematico è quello della zootecnia, dove in America è permesso l’uso di additivi che la Ue considera cancerogeni. E poi c’è la questione pesticidi, su cui Trump potrebbe trovare validi alleati anche in Europa e in Italia. Il fronte si è già aperto con l’insediamento della nuova Commissione Ue e ora la trattativa sui dazi potrebbe dare un’altra spallata. In ballo ci sono i 72 pesticidi che la Ue ha dichiarato vietati e che invece gli agricoltori americani usano. 

Non sarà sicuramente una trattativa facile: basterebbe poter essere certi che quello che l’Europa ha costruito negli anni sarà difeso da chi governa oggi.

Maurizio Izzo

Giornalista, responsabile comunicazione di una azienda che si occupa di produzioni video, organizzazione di eventi, multimedia. Ho prodotto numerosi documentari sulla cooperazione internazionale.