

Una prima risposta dalla Commissione europea a Trump è arrivata martedì, quando il Commissario europeo per il Commercio Maros Sefcovic ha escluso che “standard alimentari, sanitari e di sicurezza” possano far parte dei negoziati. È una dichiarazione che conferma la volontà dell’amministrazione americana di spingere anche su questo tasto nella difficile trattativa sui dazi.
Non da ora gli americani guardano con sospetto all’ampia gamma di normative Ue in materia di sicurezza alimentare e ambientale, ma con la nuova amministrazione il tentativo di infrangere questa barriera si è fatto più forte. Sotto attacco sono le norme che regolano l’uso di organismi geneticamente modificati, degli antibiotici negli allevamenti, i limiti ai pesticidi. Lo stesso Trump in una dichiarazione ha polemizzato sul fatto che in America è consentito procedere al lavaggio dei polli con il cloro e in Europa no.
E qui si svela, anche oltre l’aspetto economico, il divario culturale che negli anni si è creato tra il modello agricolo e alimentare americano e europeo. Il comparto agricolo americano, che per inciso è una delle roccaforti dell’elettorato trumpiano, è costituito da poche ma grandi aziende a differenza del modello europeo: sono 1,9 milioni quelle americane e 9,1 quelle europee. Ne consegue una dimensione media delle aziende completamente diversa: 187 sono mediamente gli ettari a disposizione di un agricoltore americano, 17 quelli per un europeo.
Queste differenze hanno acuito il divario tra i due modelli con politiche agricole opposte; negli Stati Uniti il Farm Bill è concentrato sul sostegno alle grandi colture mentre in Europa con la Politica agricola comune (Pac) si cerca di valorizzare la trasformazione in prodotti di qualità. Appunto quantità contro qualità. Tutto questo con l’avvento di Trump è destinato ad aumentare e sempre più le norme restrittive legate alla salute e all’ambiente saranno viste come un ostacolo.
In America ha già cominciato con l’eliminazione, tra gli altri, di due enti: il National Advisory Committee on Microbiological Criteria for Foods (NACMCF) e il National Advisory Committee on Meat and Poultry Inspection (NACMPI). Quest’ultimo in particolare forniva consulenze al Segretario dell’Agricoltura su questioni riguardanti i programmi di ispezione federali e statali per carne e pollame. Le sue analisi e raccomandazioni supportavano le decisioni delle autorità di regolamentazione, contribuendo a garantire standard di sicurezza elevati nei processi di produzione e distribuzione alimentare.
Come sono lontani i tempi in cui alla Casa Bianca Michelle faceva l’orto e invitava i giovani a un’alimentazione più sana.