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Message in a Bottle. Greenreport rilancia Larderello città Unesco, dove l’energia geotermica pulita è lavoro, tecnologie, identità, paesaggio, comunità. Un fil di fumo di sostenibilità possibile dalla Toscana, in vista della Cop30 sul clima in Amazzonia

 |  Editoriale

Larderello, il cuore caldo della Toscana nel comune di Pomarance, è segnalato a chilometri di distanza nella straordinaria varietà dei paesaggi naturali da bianchi sbuffi di vapori in quella che un tempo era la misteriosa “Valle del Diavolo”, un territorio che non poteva non ispirare il sommo Dante nella descrizione della prima delle tre cantiche della Divina Commedia, per la sua discesa con Virgilio nell’Inferno al centro della Terra, verso quell'Oltretomba dove regnava Lucifero.

Oggi sappiamo che fumarole, geyser, soffioni boraciferi, lagoni, sorgenti di acqua bollente che fuoriescono in superficie sono manifestazioni geotermiche, emissioni di fluidi ad alta pressione spinti dalle profondità verso spaccature o perforazioni artificiali a temperature tra 130°-160°; le temperature salgono insieme alla profondità, fino ad arrivare attorno a 250°C a due km nel sottosuolo, un’energia rinnovabile incanalata nei vapordotti dell’Enel verso le centrali che producono energia geotermica seguendo come onde metalliche l’altimetria del terreno, e formando artistici archi a scavalco delle strade. Il “soffio” dagli inferi è la singolarità geologica e del vulcanesimo della Toscana, che regala all’Italia il privilegio del primo sfruttamento energetico al mondo del calore della Terra. Energia pulita, rinnovabile e disponibile come nelle altre aree vulcaniche del mondo, dal Giappone agli Stati Uniti, alla Nuova Zelanda, all’Islanda.

Possiamo solo immaginare lo stupore e il terrore puro degli italici più antichi di fronte a paesaggi così terrorizzanti e con l’odore pungente dello zolfo sprigionato da cavità circondate di polvere bianca e giallastra, tra sbuffi di vapore bianco e pozze di acqua bollente. Abituati a salvarsi la pelle contro forze per loro oscure e potentissime che potevano distruggerli senza misericordia: per loro non poteva che essere un fenomeno divino, di fronte al quale bisognava prostrarsi e supplicare una qualche divinità di non salvarsi la pelle. In quel tempo i misteri naturali erano custoditi e in qualche modo giustificati dall’anziano del villaggio o dal custode dei rituali religiosi, che trovavano vie d’uscita scaricando le angosce su colpevoli soprannaturali che Giacomo Leopardi così descrisse: “Guardando intorno, non vedeasi cosa che cagionasse quel soffio…Essi si prostrarono stupefatti, e adorarono il Nume sconosciuto che passava invisibile sopra le loro teste. I venti ebbero e sacrifici ed altari, e perfino dei templi. Essi furono dunque considerati come Dei”.

Eppure, il calore dalla Terra gli antichi provarono a sfruttarlo per riscaldarsi o per rituali ancestrali, finché gli Etruschi prima, e i Romani poi, lo utilizzarono per le prime aree termali. Bagno Vignoni, per dire, è il delizioso borgo con il più antico utilizzo di sorgenti di acque bicarbonato-solfato-calciche-carboniche a 52 °C fornite dal sottosuolo. Così come Saturnia e Rapolano, dove persino i mattoni sono blocchi di travertino formatisi nella risalita di fluidi termali dalle profondità terrestri, o le terme della Campania Felix nella mitologica terra del fuoco dei Campi Flegrei e di altre aree vulcaniche italiane.

Però fu da quel luogo magico e spaventoso di Larderello che il geniale François Jacques de Larderel, talentuoso francese che fece base a Livorno, nel 1827 riuscì ad estrarre acido borico prelevandolo proprio dalle salamoie dei "lagoni" boraciferi. E il 4 luglio del 1904 il calore del sottosuolo toscano, per la prima volta al mondo, fu utilizzato per produrre energia elettrica. Fu l’inizio di un’avventura energetica straordinaria e, come uno sbarco sullo Luna, a Larderello entrò in funzione la prima centrale al mondo per lo sfruttamento dell’energia geotermica. La realizzò il geniale Piero Ginori-Conti, principe e senatore del Regno d’Italia, che riuscì a trasformare l'energia dei soffioni in energia elettrica. Azionarono un motore alimentato dal vapore ottenuto da un pozzo scavato nel sottosuolo ribollente e quel motore, accoppiato a una dinamo, alimentò l’accensione miracolosa di 5 lampadine, e poi fornì elettricità al paese, la prima sul Pianeta generata dal calco vapore bianco. Nel 1914 a Larderello fu costruita la prima centrale a energia geotermica, e poi la centrale geotermoelettrica più grande del mondo. Dal 1932 iniziarono scavi di nuovi pozzi per una produzione elettrica sempre maggiore; nel 1937 furono costruite le prime torri di raffreddamento finché l’Enel, nel 1962, non iniziò a produrre stabilmente energia geotermica, che oggi contribuisce per poco più dell’1,5% al fabbisogno energetico italiano, una percentuale che però cresce fino al 33% del fabbisogno elettrico toscano, il 70% dell'energia rinnovabile prodotta nella regione, con circa 6 miliardi di kWh prodotti all'anno da 916 MW di potenza installata in 33 centrali localizzate tra Pisa, Siena e Grosseto. Enel Green Power, con la Regione della prima centrale al mondo che intercetta e preleva vapore in uscita dal sottosuolo, sta attuando un piano di investimenti da 3 miliardi di euro in 20 anni per rinnovare le centrali esistenti, costruirne 3 nuove e migliorare l'efficienza e la sostenibilità dell'energia geotermica, con 400 milioni di euro in compensazioni per i territori interessati. L'obiettivo è aumentare ulteriormente l'utilizzo dell'energia geotermica.

Se c’è un Paese che può raccontare al mondo questa sfida, mai come oggi attuale e necessaria, questo paese è Larderello con i suoi 900 abitanti. Può parlare al mondo perché produce il 10% dell’energia geotermica mondiale con 4800 GWh annui, dando energia a un milione di case italiane dalle sue fonti con serbatoi di rocce porose e permeabili e fluidi di acqua e vapore a elevate temperature, protetti da strati impermeabili come le argille. L'Italia avrebbe un potenziale geotermico significativo: altre aree che potrebbero essere sfruttate per usi diretti e per la produzione di energia elettrica in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Campania, Sicilia e Emilia-Romagna. Il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) ha come obiettivo 1.000 MW di potenza installata in campo geotermico nel 2030 e 18 TWh di energia prodotta nel 2040. Con la geotermia utilizzata anche per il riscaldamento di edifici, serre, piscine e altri usi diretti.

Larderello, cuore caldo del Pianeta dove la capacità tecnica di Enel con la regia della Regione Toscana e dei Comuni ha creato un paesaggio energetico che riesce a integrare tecnologia, lavoro, nuova identità locale e tutela di territori oggi può lanciare al mondo un piccolo grande segnale di svolta. Può trasformare quei fil di fumo bianco e pulito dalle sue profondità in un message in a bottle a un mondo nel mezzo della crisi climatica più dura, ma dove non c’è clima per policy globali o locali di adattamento, nonostante tutti i report di tutti i centri scientifici e di ricerca in ogni angolo del Pianeta certificano l’aumento delle emissioni di gas serra e di eventi catastrofali mai visti con frequenze e intensità sempre più distruttive.

Il comune custode e generatore di un prezioso dono della Natura, con la sua geo-diversità, può raccontare una storia avvincente che connette il calore naturale sprigionato come magia dalle profondità terrestri allo spirito d’impresa e alla necessità di energie pulite e di sostenibilità ambientale. Per questo, non possiamo che fare nostra la proposta di Larderello patrimonio Unesco lanciata su queste colonne da Annastella Rondinella, storica dell'arte che svolge attività di docenza e ricerca presso le Cattedre Unesco dell’Università di Pisa e della Pontificia Università Lateranense.

Che il riscaldamento globale sia il big problem dell’umanità, e della nostra Penisola-bersaglio di eventi catastrofici, lo dimostra anche questa nostra estate con downburst diffusi, con improvvise violentissime supercelle temporalesche marittime che si autorigenerano e colpiscono come uragani tropicali. Ma se ogni accordo possibile sul clima è stato finora boicottato, se anche la Cop30 di novembre nell’Amazzonia brasiliana rischia di preparare l’ennesimo flop, se l’atmosfera politica globale è sempre più avvelata dall’apertura del tossico vaso di Pandora con spargimenti in atmosfera di veleni da 94 conflitti aperti nel mondo a partire dai massacri di Gaza e in Ucraina per il godimento dei tanti cloni del tenente colonnello strafatto di Napalm William "Bill" Kilgore, comandante del 1º squadrone elicotteri del 9º Reggimento della Cavalleria Aerea in Apocalypse Now, Larderello può forse indicare un futuro possibile. Un futuro di pace e di nuove energie. Già, il vapore geotermico toscano può affiancare il modello rinascimentale di Pienza e la città ideale dei Gonzaga Sabbioneta, come il terzo innovativo paradigma Unesco, come la città – direbbe Dante – dell’Energia Nova. Un modello concreto della necessaria transizione verso la riduzione dei gas climalteranti.

Che Larderello diventi allora ambasciatore nel mondo di energia rinnovabile! Che il mondo riconosca questa unicità toscana che incrocia geologia, scienza, energia rinnovabile e crescita sostenibile, e può far partire quella riscossa di cui il Pianeta ha più che mai bisogno, facendo invecchiare di colpo le fonti fossili climalteranti. Un sogno? Forse lo è. Ma intanto partecipiamo convinti ad una bella battaglia culturale ed energetica che sa di futuro. E se poi non andrà, resterà comunque per noi un sogno perseguibile e realizzabile.

Erasmo D'Angelis

Erasmo D’Angelis, giornalista - Rai Radio3, inviato de il Manifesto e direttore de l’Unità -, divulgatore ambientale e autore di libri, guide e reportage, tra i maggiori esperti di acque, infrastrutture idriche, protezione civile. Già Segretario Generale Autorità di bacino Italia Centrale, coordinatore per i governi Renzi e Gentiloni della Struttura di Missione “italiasicura” contro il dissesto idrogeologico, Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti del governo Letta, Presidente di Publiacqua e per due legislature consigliere regionale in Toscana. È Presidente della Fondazione Earth Water Agenda, tra i promotori di Earth Technology Expo e della candidatura dell’Italia al World Water Forum.