In Ucraina e Medio Oriente cresce il rischio di guerra nucleare, l’allarme dei Lincei
La più antica accademia scientifica al mondo, l’Accademia nazionale dei Lincei, ha tenuto ieri un convegno a ottant’anni dallo sgancio delle bombe nucleari su Hiroshima e Nagasaki, facendo il punto sui rischi attuali di guerra atomica.
«Il pericolo di un conflitto nucleare è cresciuto in modo preoccupante negli ultimi anni, soprattutto – sottolineano dai Lincei – a seguito delle guerre in corso in Ucraina e nel Medio Oriente, dove la possibilità di una ritorsione nucleare è stata più volte menzionata. La gravità della situazione internazionale ci deve portare a richiedere con forza alle autorità politiche di riprendere la strada del dialogo, con la stesura di trattati che vadano verso un mondo libero dagli ordigni nucleari».
Già nel 1955, il manifesto pubblicato da Bertrand Russel, Albert Einstein e altri scienziati metteva in guardia sulla possibilità che una guerra combattuta con ordigni basati sulla fusione nucleare potesse mettere a repentaglio la stessa esistenza dell’umanità sul nostro pianeta.
Ricerche scientifiche condotte fino ai nostri giorni non hanno fatto che confermare questa previsione, indicando con maggiore precisione quali sarebbero gli effetti di un conflitto nucleare, a livello globale o a livello locale.
Una guerra nucleare globale distruggerebbe la popolazione dei continenti coinvolti. Inoltre, essa colpirebbe per lungo tempo anche le popolazioni non direttamente implicate nel conflitto.
Questo sia a causa della radioattività prodotta dalle esplosioni nucleari, sia a seguito del cosiddetto “inverno nucleare”. Le polveri sollevate dalle esplosioni finirebbero nella stratosfera, distribuendosi su tutto il globo terrestre, riducendo la radiazione solare con effetti non dissimili da quelli che portarono, alla fine del Cretaceo, all’estinzione di massa dei dinosauri e di numerose altre specie animali e vegetali