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L’Ue è un’opera incompiuta: non possiamo attendere oltre, serve una nuova Resistenza europea

Ospitiamo un appello proveniente dalla società civile al Governo Italiano, in vista del prossimo Consiglio Europeo del 18-19 dicembre
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Noi europei crediamo che il futuro del nostro continente debba essere costruito sulla liberta, sulla democrazia e sulla solidarietà, come immaginato a Ventotene nel lontano 1941, e che solo una vera Unione europea capace di agire possa contribuire al Governo pacifico del Mondo.

Ci troviamo, invece, ad affrontare uno dei momenti più bui dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Alla diretta minaccia imperialista russa si è aggiunta quella americana. Oggi è in discussione l’esistenza stessa del progetto di Unita europea. Sono in pericolo decenni di lotte per creare la prima democrazia sovranazionale della storia, mentre assistiamo impotenti alle picconate inferte alle istituzioni e al diritto internazionale.

Pur con tutte le contraddizioni, i ritardi e le speranze incompiute di essere all’altezza dei valori che abbiamo sancito nei Trattati e nella Carta europea dei diritti, siamo ancora il posto nel mondo in cui democrazia, welfare e Stato di diritto resistono, nonostante i tentativi di destabilizzazione che arrivano da chi, dentro e fuori l’Europa, ci vorrebbe divisi e impotenti. È verso una promessa di rilancio, di riscatto e di speranza, rappresentata dal progetto di unita europea, che guardano i popoli in Ucraina, Georgia e Serbia.

Difendere l’Unione europea oggi, riconoscere che questa è la battaglia principale che, come europei, dobbiamo combattere per poter riaffermare una visione del mondo che ripudia l’imperialismo e la guerra, non significa difendere alcuno status quo, ma chiedere che le nostre istituzioni funzionino. Dobbiamo batterci per un’Europa in grado di agire.

L’Unione europea è un’opera incompiuta. Abbiamo costruito organismi comuni, fatto passi fondamentali per l’integrazione dei nostri mercati, creato reti di cooperazione che hanno reso possibile una convivenza senza precedenti tra popoli che per secoli si sono fatti la guerra. Eppure, di fronte alle sfide del nostro tempo (mutamenti tecnologici rapidissimi, pulsioni autoritarie, crisi climatiche, disuguaglianze crescenti, tensioni geopolitiche e il rischio di nuove escalation militari), l’Unione mostra tutti quei limiti strutturali che ne impediscono il funzionamento.

Non possiamo attendere oltre e dobbiamo pretendere di essere rappresentati da un vero soggetto politico europeo pienamente democratico. Non possiamo più essere ostaggio del “potere di veto” degli Stati nazionali.

Serve una nuova Resistenza europea per reagire, da un lato, alle tecno-oligarchie digitali e, dall’altro, agli imperi che vogliono spartirsi il Vecchio continente. Non si tratta però di fomentare una nuova forma di nazionalismo, ma di immaginare un nuovo progetto di comunità politica, aperta al resto del mondo e fondata sulla convivenza e su11’accettazione della diversità e del dialogo con le altre culture.

L’Unione europea è infatti l’esempio più concreto di come si possano superare gli egoismi nazionali per costruire una democrazia cosmopolita. Per questo, l’Europa può e deve contribuire al rafforzamento e alla democratizzazione delle organizzazioni internazionali, a partire dal1’ONU, e quindi alla costruzione della pace globale.

Oggi per permettere che si realizzi una “pace giusta”, in Ucraina, come in Palestina e Medio Oriente, serve un’Europa libera e unita, capace di agire e di parlare con un’unica voce sul piano internazionale. Serve un’Unione dotata di una “autonomia strategica” in tutti gli ambiti, da11’energia alla politica ambientale, e anche in termini di politica estera, di difesa e di sicurezza comune, in un orizzonte di “costruzione della pace” a salvaguardia dei diritti e delle liberta a livello europeo e mondiale.

Solo con un vero bilancio europeo, dotato di risorse proprie, potremo occuparci di inclusione, di sicurezza sociale e di una difesa comune, così da non togliere risorse dal bilancio pubblico degli Stati nazionali destinate al welfare.

Divisi in piccoli Stati saremo travolti, mentre uniti possiamo ancora decidere del nostro futuro e dare una speranza di pace al mondo, in alternativa alla lotta tra grandi potenze o al nuovo equilibrio fondato sul terrore e sullo sfruttamento che ci vogliono imporre.

Come diceva Spinelli, “l’Europa non cade dal cielo”: tocca a noi europei battersi per realizzarla! È questo il tempo di mobilitarci in ogni modo possibile per un’Europa libera, unita e democratica, che non è un casuale incidente della storia ma la comunità di destino in cui ci riconosciamo.

Con lo sguardo volto al cruciale appuntamento della prossima settimana, la riunione dei Capi di Stato e di Governo nel Consiglio europeo del 18-19 dicembre, chiediamo al Governo italiano di promuovere un’iniziativa coraggiosa per ribadire che il posto dell’Italia è in un’Europa libera e unita, capace di fornire le necessarie garanzie di sicurezza all’Ucraina e di offrire una concreta prospettiva di pace a un mondo diviso dalla logica violenta degli imperialismi.

‘Noi Europei’ è un gruppo di cittadini e attivisti preoccupati per il futuro dell’Europa, impegnati in contesti diversi per costruire un’Europa federale e un mondo più libero e unito. www.noieuropei.euQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Redazione Greenreport

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