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Il rispetto della legge contro l'arroganza del potere: nessun crimine di guerra resterà impunito

La procuratrice generale dell’Israelian defence force alza un velo sui crimini contro l’umanità patiti dai palestinesi
 |  Approfondimenti

Paura, per ore, per la sorte di Yifat Tomer-Yerushalmi. Fino a venerdì era la procuratrice generale delle forze armate israeliane conosciute anche con l’acronimo Idf (Israelian defence force), rivestendo il grado di maggior generale – il ruolo più alto nell’Idf che segue gli aspetti legali –, ma si è dimessa dall’incarico dopo l’ammissione di avere autorizzato la diffusione di un video, andato in onda su Canale 12.

Sulla base del video in questione, che documentava molti degli abusi commessi da alcuni soldati israeliani su di un prigioniero palestinese nella base di Sde Teiman, cinque riservisti sono stati arrestati.

Nel filmato è ben visibile che il prigioniero palestinese viene calpestato e sottoposto a scariche elettriche tramite un taser; viene successivamente torturato con un pugnale fino a riportare ferite nella zona rettale.

Per fermare l’arresto dei militari che si sono resi responsabili delle torture, i parlamentari dell’estrema destra israeliana hanno assaltato la caserma allo scopo di fermare la polizia militare. 

La generale Tomer-Yerushalmi ha affermato di “essere stata spinta a diffondere il video dal timore che in qualche modo venisse messo in discussione il nostro dovere di indagare quando esiste il ragionevole sospetto di violenze contro un detenuto”. A tre giorni dalle dimissioni, l'ex procuratrice è scomparsa per alcune ore. Il Capo di Stato maggiore dell’Idf Eyal Zamir ha dato incarico di attivare “tutti i mezzi a disposizione per trovarla”.

Le ricerche sono state concentrate sulla spiaggia di Hatzuk a Tel Aviv, dove poi l'ex procuratrice è stata ritrovata ed arrestata dalla polizia militare con l'accusa di aver ostacolato le indagini sulla diffusione del video.  Il 2 novembre, Benjamin Netanyahu e gli oltranzisti della sua coalizione erano tornati a esprimere il loro sdegno per la diffusione del video, asserendo che la procuratrice “ha arrecato danni immensi all'immagine dello Stato d'Israele e delle Forze di difesa israeliane, ai nostri soldati. Forse si tratta dell'attacco d'immagine più grave che lo Stato d'Israele abbia subito dalla sua nascita. Non ricordo nulla di altrettanto mirato e intenso”, ha detto il premier israeliano e “questo richiede un'indagine indipendente e imparziale, e mi aspetto che venga compiuta”.

Una riflessione più attenta va fatta anche alla luce di un secondo un rapporto, questo classificato, del dipartimento di Stato israeliano, dal quale emerge che durante i due anni di guerra a Gaza molti soldati israeliani avrebbero commesso centinaia di violazioni delle leggi sui diritti umani e si aggiunge che per poterle per esaminarle potrebbero volerci “diversi anni”.

Questa è la situazione di barbarie in cui è precipitato l’Idf, documentata e diffusa dal vertice dello stesso esercito contro la procuratrice generare Tolmer-Yerushalmi, che ha il dovere di controllare e verificare se siano stati commessi crimini contro l’umanità (i crimini di guerra sono classificati proprio in questo modo) e di reprimere i comportamenti contrati alla legge.

Della grande democrazia di Israele è rimasto soltanto un misero feticcio, uno spaventapasseri inadatto e ridicolo che non convince più nessun merlo. Alla coraggiosa procuratrice che, rischiando con consapevolezza, ha squarciato il velo dell’omertà e dell’ipocrisia, va tutto il nostro sostegno insieme a quello dell’Occidente che ancora professa ed esercita i valori universali, che mettono al centro della società umana la vita e il rispetto per gli uomini.

Redazione Greenreport

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