
Il Messico mette nella Costituzione la protezione del mais autoctono da quello Ogm

Il Senato Messicano ha approvato l'inserimento nella Costituzione della conservazione e della protezione del mais autoctono, garantendo un Messico libero dal mais transgenico. La riforma costituzionale era stata proposta dalla presidente Claudia Sheinbaum e vieta il mais Ogm, con l'obiettivo di conservare e proteggere la pianta autoctona.
La riforma costituzionale arriva dopo che il 20 dicembre 2024 il comitato di risoluzione delle controversie dell'Accordo di libero scambio tra Messico, Stati Uniti e Canada (T-MEC) si era pronunciato a favore degli Stati Uniti, che avevano intentato causa contro il Messico che del 2023 ha limitato l'uso del mais transgenico.
In Messico, dove il mais ha avuto origine, si coltivano più di 50 diverse razze di mais, con centinaia di varietà diverse che si adattano a diverse circostanze meteorologiche, climatiche e agricole. Un’incredibile biodiversità agricola che rappresenta anche un enorme patrimonio culturale che è frutto di millenni di lavoro di agricoltori che hanno svolto e continuano a svolgere un lavoro di miglioramento genetico naturale che ha dato origine a tutto, dal teosinte alle pannocchie di mais.
L'impollinazione del mais avviene attraverso l'aria, quindi se nelle vicinanze è presente una coltura di mais geneticamente modificato, può verificarsi un'impollinazione incrociata incontrollata con varietà autoctone, contaminandole. Si tratterebbe di un percorso senza ritorno, poiché non ci sarebbe alcuna possibilità di tornare alla situazione originaria delle diverse varietà autoctone.
Il mais autoctono è la principale fonte di sostentamento per la maggior parte delle famiglie rurali messicane: oltre 20 milioni di persone continuano a coltivare mais autoctoni per assicurarsi parte del loro fabbisogno alimentare. Il prezzo più basso del mais Ogm importato dagli Usa sta danneggiando sta svantaggiando gli agricoltori tradizionali messicani, spingendo molti piccoli e medi produttori ad abbandonare la produzione agro-sostenibile di mais autoctono e portando a un maggiore consumo di mais ogm importato. Una dinamica che favorisce un elevato grado di concentrazione e privatizzazione della ricerca agricola, della produzione e commercializzazione delle sementi e che si trasforma in una dipendenza tecnologica ed economica da poche grandi multinazionali.
Per difendere il suo ambiente e i suoi contadini il governo di sinistra del Messico ha vietato l'uso di mais geneticamente modificato nella farina e nell'impasto per la preparazione delle tortillas per tutelare la salute, l'ambiente e la sicurezza alimentare, ma gli esperti del T-MEC avevano definito non basate sulla scienza e contrarie al libero scambio le restrizioni messicane al mais Ogm. La guerra del mais iniziata dall’ex presidente Usa Joe Biden contro l’ex presidente messicano Andrés Manuel López Obrador è stata sollecitata e sostenuta dalle multinazionali: Monsanto-Bayer, DowDuPont, Syngenta e BASF, da sole le prime due multinazionali, frutto di fusioni avvenute negli ultimi anni, controllano la metà del mercato mondiale delle sementi, un’offensiva che Trump ha fatto propria e che poi entrata a far parte della guerra dei dazi che ha scatenato contro Messico e Canada.
E proprio sui dazi Trump ha fatto un’altra marcia indietro: ieri la presidente Sheinbaum ha raccontato il contenuto di una telefonata con Trump durante la è stato concordato che il Messico non sarà tenuto a pagare tariffe sui prodotti rientranti nel T-MEC, che sarà in vigore fino al 2 aprile, data in cui gli Stati Uniti annunceranno tariffe reciproche per tutti i Paesi.
La presidente ha detto che «Il Messico è stato trattato con grande rispetto. E abbiamo raggiunto questo accordo che è davvero vantaggioso per entrambe le nazioni: continuare a collaborare, a cooperare su diverse questioni e allo stesso tempo, nel quadro del rispetto reciproco, mantenere questa cooperazione. Durante la chiamata ho mostrato al presidente Trump un grafico che mostra come i risultati ottenuti dal governo messicano, in particolare a febbraio, si riflettano in una riduzione del 41,5% dei sequestri di fentanyl alla frontiera, secondo i dati della U.S. Customs and Border Protection (CBP)».
La Sheinbaum ha sottolineato che questa non sarà l'ultima telefonata con Trump, «Poiché sono molte le questioni di cui continuare a discutere, come il rispetto per i messicani che vivono dall'altra parte del confine», ma ha avvertito che «Il Messico deve impegnarsi per rafforzare la propria autosufficienza, cosa che fa parte del Plan México, e del rafforzamento dell mercato interno, per generare sviluppo economico insieme al benessere.
Il 9 marzo la presidenta incontrerà i messicani allo Zócalo di Città del Messico, in una festa nella quale spiegherà l'accordo raggiunto con Trump: «Spiegherò come è stato raggiunto questo accordo tra i presidenti e tra i nostri popoli e inviteremo gruppi musicali a festeggiare con il popolo messicano. Per questo motivo invitò tutti i messicani e nostri connazionali residenti negli Stati Uniti a riunirsi allo Zócalo della capitale».
