
Cicloturismo da record: l’Italia corre su due ruote

In Italia il turismo sta cambiando volto, e lo sta facendo a pedali. Il cicloturismo non è più una nicchia per sportivi appassionati, ma una componente sempre più rilevante di un modello di viaggio lento, consapevole e rispettoso dei territori. Nel 2024 le presenze turistiche legate alla bicicletta hanno superato gli 89 milioni, generando un impatto economico di 9,8 miliardi di euro. Una crescita che, a dispetto della sua rapidità, sembra affondare radici solide in una trasformazione culturale e ambientale in atto.
A certificare questa rivoluzione è il rapporto “Viaggiare con la bici 2025”, realizzato da Isnart in collaborazione con Legambiente, che fotografa l’ascesa del cicloturismo come fenomeno trainante di un turismo nuovo, più sostenibile e capillare. Non è un caso che questo fenomeno stia prendendo piede in un Paese come l’Italia, dove la ricchezza paesaggistica, la diffusione di borghi storici e la varietà delle tradizioni locali costituiscono un patrimonio diffuso, spesso lontano dai circuiti del turismo di massa. Pedalare, in questo contesto, diventa una chiave di accesso privilegiata a luoghi e storie che altrimenti resterebbero ai margini. È una forma di viaggio che si nutre di lentezza e restituisce valore ai territori, permettendo di riscoprire la relazione tra l’uomo e l’ambiente.
Secondo il report, le presenze cicloturistiche hanno registrato un incremento del 54% in un solo anno, raggiungendo il 10% del totale delle presenze turistiche nazionali. È un dato che segna un punto di svolta, ma che soprattutto disegna una nuova geografia turistica. Le aree interne e i piccoli comuni, finora marginali rispetto ai grandi flussi, stanno vivendo una rinascita. Agriturismi che si attrezzano per i viaggiatori in bicicletta, vecchie ferrovie riconvertite in greenways, itinerari che attraversano paesaggi poco battuti ma carichi di autenticità diventano protagonisti di un’economia turistica distribuita, resiliente, attenta alla qualità dell’accoglienza e alla salvaguardia del territorio.
L’identikit del cicloturista che emerge dal rapporto Isnart-Legambiente conferma un trend ormai consolidato. Si tratta perlopiù di adulti tra i 30 e i 57 anni, con buon livello di istruzione e una condizione economica medio-alta. È un viaggiatore esigente, preparato, che non si accontenta di pedalare: cerca incontri, paesaggi, sapori e vuole strade sicure, percorsi ben segnalati, ospitalità attenta e servizi accessibili. Circa il 37% dei cicloturisti integra nel viaggio visite a siti culturali, il 36% privilegia l’esplorazione di paesaggi naturali e il 24% ricerca esperienze enogastronomiche. È un turismo esperienziale che integra cultura, natura ed enogastronomia, dove la qualità delle infrastrutture rappresenta un elemento decisivo nella scelta della destinazione, 1 cicloturista su 3 sceglie infatti la propria meta attratto da una ciclovia ben curata.
Alla Fiera del Cicloturismo di Bologna, tenutasi nell’aprile 2025, sono emerse con chiarezza le nuove tendenze che stanno plasmando il settore. L’interesse verso le bici a pedalata assistita è in forte crescita e oggi riguarda oltre il 12% dei viaggiatori. Parallelamente, aumenta la domanda di itinerari intermodali che combinino bici e treno, spingendo verso un modello di mobilità integrata più sostenibile. E mentre il Nord Italia continua a essere un punto di riferimento per chi pedala, cresce l’interesse verso il Sud e le isole, come Sicilia e Sardegna, che uniscono bellezza naturale e potenziale di sviluppo ancora in gran parte da valorizzare.
Ma la corsa del cicloturismo incontra anche ostacoli. Il tema della sicurezza rimane centrale: molte ciclovie italiane si snodano lungo strade promiscue, dove la convivenza con il traffico motorizzato rappresenta un rischio non trascurabile. La manutenzione dei tracciati, la segnaletica inadeguata e la carenza di strutture ricettive realmente bike-friendly, soprattutto al Sud, sono nodi strutturali che richiedono investimenti, programmazione e sinergie tra pubblico e privato. A questi si aggiunge una promozione internazionale ancora debole e frammentata: l’Italia, nonostante il suo straordinario potenziale, è poco presente nei circuiti digitali del cicloturismo rispetto a competitor come Francia e Germania.
Eppure, in questa fase di trasformazione, il cicloturismo rappresenta una delle leve più concrete per ripensare il futuro del turismo italiano. Non si tratta solo di attrarre nuovi flussi, ma di costruire un sistema più equilibrato, che redistribuisca opportunità, valorizzi le identità locali e riduca l’impatto ambientale del viaggiare.
Il rapporto “Viaggiare con la bici 2025” non è solo una raccolta di dati: è una chiamata collettiva a rimettere in movimento l’Italia con un passo diverso – quello delle ruote lente, delle tappe consapevoli, dei territori ritrovati.
