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Si può purificare la CO2 producendo energia: la tecnologia messa a punto dal Politecnico di Torino

Cuore dell’innovativa procedura un supercondensatore che permette sia la cattura dell’anidride carbonica che la conversione e l’accumulo di carica. Il funzionamento si basa su un processo elettrochimico
 |  Green economy

Il Politecnico di Torino ha messo a punto una tecnologia innovativa che consente di purificare l’anidride carbonica e, contemporaneamente, di generare energia. Questa soluzione risulta particolarmente utile per le industrie ad alte emissioni di CO₂, come quelle del cemento e del vetro, e più in generale per i settori che contribuiscono in modo significativo all’inquinamento atmosferico.

La tecnologia è stata sviluppata nell’ambito del progetto europeo CO2CAP, coordinato da Andrea Lamberti, del dipartimento di Scienza applicata e tecnologia, grazie a un finanziamento ERC Starting Grant.

Il cuore dell’innovazione è un supercondensatore personalizzato che permette sia la cattura della CO₂ sia la conversione e l’accumulo di energia. Quest’innovazione rappresenta un passo avanti verso la realizzazione di sistemi integrati, sostenibili e adattabili alle esigenze della transizione energetica.

Il funzionamento si basa su un processo elettrochimico: il supercondensatore, simile a quelli già disponibili sul mercato, utilizza liquidi ionici bio-derivati che assorbono CO₂. Durante l’assorbimento, e qui sta la novità, si genera una variazione di carica sugli elettrodi, che viene convertita in energia elettrica. Oltre a catturare e purificare la CO₂, il dispositivo consente quindi anche di recuperare energia, rendendo il processo più sostenibile rispetto ai metodi tradizionali che impiegano acqua ed etanolammine.

Questa tecnologia, spiegano dal PoliTo, è facilmente trasferibile agli attuali sistemi di accumulo energetico e apre nuove prospettive per applicazioni industriali, dalla mobilità elettrica alla sensoristica, offrendo una soluzione concreta per ridurre le emissioni e valorizzare la CO₂ catturata.

Tra l’altro, nel piano di azioni della European Battery Alliance dell’Unione europea è prevista la creazione di 30 gigafactory per la produzione di batterie (e supercondensatori) entro il 2030: la nuova tecnologia sviluppata dal gruppo di ricerca del Politecnico di Torino arriverà quindi a una fase di implementazione – dopo passaggi di Proof of concept necessari per innalzarne il TRL-Technology Readiness Level – al momento giusto in un mercato che è oggi in forte crescita.

Redazione Greenreport

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