
Cartoni per bevande e alimenti, in arrivo investimenti da 150 mln di euro per il riciclo

Si chiama Ppwr, ma non è il Regolamento europeo sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio approvato definitivamente dal Consiglio europeo alla fine del 2024. Con lo stesso acronimo si presenta anche il processo Post-Consumer Paper and Beverage Cartons Recycling con cui Lucart – la multinazionale toscana della carta, annoverata tra i GreenHero italiani da Kyoto club e Alessandro Gassmann – trasforma i cartoni per bevande e alimenti post-consumo in nuovi prodotti di alta qualità.
Una filiera circolare che è stata ieri, all’impianto Lucart di Diecimo (LU), al centro del confronto promosso dalla Food and beverage carton alliance (Fbca), ovvero l’associazione industriale che rappresenta l’intera filiera dei cartoni per bevande e alimenti, promuovendone raccolta e riciclo.
«Il nostro impianto dimostra che il riciclo dei cartoni per bevande è tecnicamente maturo, economicamente sostenibile e ambientalmente vantaggioso. Oggi più che mai, la tecnologia c’è: serve una normativa che la valorizzi e non la ostacoli», spiega Tommaso De Luca in qualità di corporate communication manager di Lucart. La sfida è aperta, perché l’attuazione del Regolamento degli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio n. 40/2025 (Ppwr) sarà lunga e complessa.
Con un immesso al consumo in Italia di circa 90.000 tonnellate/anno, i cartoni per bevande e alimenti sono composti in media da circa il 75% di carta, materia prima rinnovabile e proveniente da foreste gestite responsabilmente, e per il restante 25% da plastica (~ 21%) e alluminio (~ 4%), che dà vita al cosiddetto PolyAl, che ha la funzione di sigillare il contenuto e proteggere la sensibilità microbiologica del prodotto.
Il primo passo verso il riciclo è la raccolta. Una volta raccolti, infatti, attraverso il processo di riciclo i materiali che compongono i cartoni per bevande e alimenti vengono separati e impiegati per dare vita ad altri nuovi prodotti. Le fibre di cellulosa vengono pulite, pressate, asciugate e formate in rotoli prima di diventare fazzoletti, carta igienica, tovaglioli e molto altro. Il PolyAI viene invece sminuzzato e trasformato in granuli, per poi essere impiegato nella produzione di pallet, vasi, dispenser e articoli per la casa, solo per citare alcuni esempi.
Secondo i dati di Fbca, l’industria ha già investito oltre 200 milioni di euro in capacità di riciclo dei cartoni per bevande e alimenti e prevede ulteriori investimenti fino a 150 milioni entro il 2027, in particolare per potenziare il recupero del PolyAl, la componente formata da plastica e alluminio.
«I cartoni per bevande e alimenti sono un’efficace soluzione di packaging che garantisce la corretta conservazione di prodotti anche altamente deperibili come latte e succhi di frutta – commenta Micol Bertoni, public affairs director di Fbca Italia – La sua bassa impronta di carbonio e la completa riciclabilità ne fanno un imballaggio che risponde all’esigenza di un’economia sempre più circolare. Come Fbca, vogliamo valorizzare ciò che l’industria sta già facendo e lavorare con le Istituzioni per una normativa europea coerente, ambiziosa e basata sui dati».
