
Eolico sull'Appennino, sette associazioni ambientaliste insieme a Legambiente per Badia Tedalda

Un pool di associazioni ambientaliste radicate in Toscana – Ecolobby, Ecofuturo, Energieperl’Italia, Associazione Giga, Associazione progetto Firenze, Pro Cer, Isde Toscana – si è unita oggi all’appello di Legambiente che chiede di superare «i veti sull’eolico» a partire dal progetto a Badia Tedalda, sull’Appennino al confine tra Toscana ed Emilia Romagna.
Una vicenda spinosa e politicamente delicata, che vede protagoniste amministrazioni regionali entrambe a guida Pd: il progetto eolico, nonostante il via libera espresso dalla Regione Toscana, sta invece registrando una decisa opposizione da parte della vicina Emilia-Romagna. Il presidente Michele De Pascale ha infatti invitato l’omologo toscano Eugenio Giani a bloccare il progetto: «La Regione Emilia Romagna – ha scritto de Pascale – ha espresso più volte parere negativo, legato al forte impatto che l’opera avrà in un territorio particolarmente tutelato per l’importanza paesaggistica e il valore ambientale».
«Siamo consapevoli del fatto che gli impianti eolici portino a un mutamento del paesaggio cui siamo abituati, ma evitiamo di nascondere la testa sotto la sabbia – osserva Legambiente, unita nelle sue articolazioni regionali e nazionale – il cambiamento climatico ha già devastato l’Appennino tosco-romagnolo e c’è il rischio elevato che questi fenomeni si ripetano, a causa di un modello economico fondato sulle fonti fossili, che continua purtroppo a trovare alleati nei decisori politici che ostacolano le rinnovabili e scommettono su metanodotti e rigassificatori. Al contrario, una transizione energetica fatta bene richiede un mix equilibrato di fonti, in cui eolico (onshore e offshore), fotovoltaico e agrivoltaico svolgono un ruolo essenziale e complementare. Bloccare quindi l’eolico sull’Appennino, anche quando gli impianti sono progettati correttamente e collocati nei pochi punti in cui la disponibilità di vento è adeguata, è incomprensibile se davvero ci si vuole impegnare in modo corale nel contrasto alla crisi climatica».
Per sostenere questa posizione, le sette associazioni ambientaliste citate in apertura hanno scritto stamani al presidente Eugenio Giani e all’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni, dichiarandosi «completamente d’accordo» e affermando di «sostenere in pieno» la posizione del Cigno verde.
In attesa di una risposta dall’amministrazione regionale, sempre oggi l’Alleanza fiorentina per la giustizia climatica, ecologica e sociale ha incassato il sostegno di Avs-Ecolò nel Consiglio comunale del capoluogo, in merito ad un diverso ma altrettanto annoso motivo di scontro: gli incentivi alle auto alimentate a combustibili fossili. Il Comune di Firenze li ha resi nuovamente accessibili tramite bando, con la netta contrarietà delle associazioni ambientaliste, che trovano adesso sponda in Consiglio.
