
In Trentino sta nascendo Intacture, un data center nel cuore della montagna

È stato presentato a Montecitorio il progetto di Intacture, ovvero il primo data center europeo all’interno di una miniera attiva, in corso di realizzazione in Trentino. Quando parliamo di internet e intelligenza artificiale pensiamo subito a qualcosa d’immateriale, ma in realtà c’è dietro un’infrastruttura molto concreta fatta di cemento, rame, silicio: i data center sono gli edifici nevralgici della nostra vita connessa, al cui interno abitano i server, ovvero computer sempre attivi che servono dati ad altri dispositivi, rispondendo a migliaia di utenti per gestire enormi flussi di informazioni.
Tutto questo comporta un crescente consumo di energia elettrica – anche se, in parallelo, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale ha un potenziale enorme per favorire l’efficientamento energetico – e anche d’acqua, che i data center attingono per smaltire costantemente il calore generato dai server e raffreddarli.
In Italia i data center rappresentano già il 3% del consumo elettrico nazionale, mentre solo nel 2023 i data center con sede negli Stati Uniti hanno utilizzato circa 278 miliardi di litri d’acqua; le fonti rinnovabili rappresentano la soluzione migliore per rispondere alla crescente domanda energetica del settore, con fonti come la geotermia che possono essere impiegate anche per il raffreddamento, sfruttando pompe di calore e la temperatura bassa e costante presente a pochi metri nel sottosuolo. Ma in alcuni contesti è possibile fare di più, portando il data center direttamente sottoterra.
Ideato da Trentino DataMine e sviluppato grazie a una virtuosa cooperazione tra pubblico e privato, Intacture è cofinanziato dal Pnrr per circa 18,5 milioni di euro su un investimento complessivo di oltre 50 milioni. Sta nascendo all’interno della miniera dell’azienda trentina Tassullo – omonima del Comune dove ha sede – che ogni giorno ricava dalla montagna la roccia dolomia per i propri prodotti per l’edilizia: accanto all’estrazione di materie prime, ormai dal 2000 destina parte della cava (gli ambienti denominati Tera) a ospitare strutture destinate alla conservazione di prodotti agricoli (come vino, mele, formaggio) o finalizzate ad altre opportunità di business (come la costruzione del data center).
«Intacture – dichiara Dennis Bonn, consigliere delegato di Trentino DataMine – incarna una nuova frontiera per le infrastrutture digitali strategiche del Paese: non un impianto remoto, ma un presidio tecnologico di prossimità, integrato con intelligenza nel tessuto produttivo e ambientale. È il risultato concreto di una sinergia virtuosa tra pubblico e privato, territorio e ricerca. Una visione che si traduce in infrastruttura, capace di rispondere a tre sfide cruciali del nostro tempo: sicurezza dei dati, sostenibilità energetica e innovazione distribuita».
Tera è un modello di rigenerazione degli spazi di cava reso possibile grazie a un accorgimento normativo della Provincia Autonoma di Trento, che sta trovando apprezzamento anche dal Governo nazionale, col ministro delle Imprese, Adolfo Urso, a celebrarlo oggi: «Dalle cavità lasciate dai materiali da costruzione estratti, la vostra impresa – afferma riferendosi alla Tassullo – crea spazi caratterizzati da un clima naturale eccezionale per la conservazione di mele, formaggi e vino. Ora, fate un ulteriore passo avanti, presentando il progetto per la costruzione del primo data center europeo situato all’interno di una miniera attiva dalle condizioni perfette».
La sostenibilità dipende dal fatto che oltre l’80% dell’infrastruttura è ipogea: questo riduce al minimo il consumo di suolo, garantisce raffreddamento passivo grazie alla temperatura costante della montagna (12°C), e permette un funzionamento ad alta efficienza energetica, senza consumo d’acqua.
«La scelta del nome Tera – ricorda Roberto Covi, ad di Tassullo – deriva dal greco téras, cosa portentosa, prefisso che anteposto al nome di un’unità di misura ne moltiplica il valore: esprime il processo consapevole e ambizioso che ci porta a diventare moltiplicatori di spazio, risorse e opportunità».
Il cantiere di Intacture avanza a ritmo serrato nel rispetto della timeline. Completati gli scavi per il data center ipogeo e per il cavedio verticale di 40 metri, sono già state movimentate oltre 63.000 tonnellate di dolomia, utilizzate da Tassullo nella realizzazione di prodotti per l’edilizia. Conclusa la fase delle opere civili e murarie, è in corso l’installazione degli impianti elettrici, meccanici, di condizionamento e ventilazione, insieme alle connessioni in fibra ottica e ai sistemi di distribuzione a 48V. In parallelo sono in fase di posa le pavimentazioni tecniche delle Sale Server. Già consegnati generatori, Ups, trasformatori, Uta, quadri elettrici e batterie. Ogni giorno lavorano sul sito circa 60 operatori specializzati. All’esterno, si stanno completando gli edifici per i generatori d’emergenza e le aree di servizio, mentre procedono i lavori per gli uffici e per l’allaccio alle dorsali in fibra ottica e alle linee elettriche di media tensione.
