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Un primo voto è stato espresso dalla commissione giuridica di Strasburgo, si attende il pronunciamento degli eletti in seduta plenaria nei prossimi giorni

Sostenibilità e due diligence, l’Europarlamento verso regole più snelle e per un numero inferiore di aziende

C’è una maggioranza di deputati europei, a cominciare da quelli del Ppe, che vogliono ridurre ulteriormente l’ambito di applicazione delle norme sulla rendicontazione sociale e ambientale per coprire solo le imprese con più di mille dipendenti e un fatturato annuo netto superiore a 450 milioni di euro
 |  Green economy

A febbraio la Commissione europea ha presentato un pacchetto di «semplificazione» legislativa, il cosiddetto Omnibus I. Oltre alle norme che rendono più snelli i requisiti di due diligence (dovuta diligenca) e la rendicontazione in materia di sostenibilità, quel pacchetto conteneva anche un rinvio dell’applicazione di tali norme per alcune imprese, che poi è stato approvato dal Parlamento europeo con procedura d’urgenza due mesi dopo. Strasburgo ha già adottato con urgenza alcune proposte per rafforzare la competitività delle aziende europee e sta procedendo rapidamente alla finalizzazione delle restanti. Ora l’Europarlamento ha compiuto ulteriori passi facendo sì che meno aziende siano tenute a riferire in materia di sostenibilità e a rispettare gli obblighi di due diligence. In più la Commissione Ue istituirà uno sportello unico digitale con accesso gratuito a modelli, linee guida e informazioni per le aziende. Nessuna responsabilità civile sarà prevista a livello dell'Ue, viene spiegato sempre da Strasburgo, ma eventuali vittime di comportamenti inappropriati riceveranno un risarcimento completo dalle aziende che violino gli obblighi di due diligence

Sul tavolo c’è una nuova bozza di regolamento che ridurrebbe la quantità di informazioni richieste in materia di sostenibilità e semplificherebbe gli obblighi di due diligence per le imprese. Ci si è arrivati dopo un voto espresso ieri. Con 17 sì, 6 no e 2 astensioni, la commissione giuridica ha approvato la sua posizione su una serie di modifiche agli obblighi di rendicontazione in materia di sostenibilità e di due diligence per le imprese. La Commissione Ue aveva inizialmente proposto di ridurre dell’80% il numero di imprese tenute a presentare relazioni sociali e ambientali, mentre i deputati europei vogliono ridurre ulteriormente l’ambito di applicazione per coprire solo le imprese con più di mille dipendenti in media e un fatturato annuo netto superiore a 450 milioni di euro. Ciò si applicherebbe anche alla rendicontazione di sostenibilità ai sensi delle norme di tassonomia (ossia una classificazione degli investimenti sostenibili).

Per le imprese non più soggette alle norme, la rendicontazione sarebbe volontaria, in linea con le linee guida di Bruxelles. Per evitare che le grandi imprese trasferiscano i propri obblighi di rendicontazione ai loro partner commerciali più piccoli, questi ultimi non sarebbero autorizzati a richiedere informazioni che vadano oltre gli standard volontari. Anche la rendicontazione settoriale diventerebbe volontaria e gli attuali standard di rendicontazione sulla sostenibilità sarebbero ulteriormente semplificati, con particolare attenzione alle informazioni quantitative e alla riduzione degli oneri amministrativi e finanziari.

La Commissione Ue, in base a quanto votato, istituirà inoltre un portale digitale per le imprese con accesso gratuito a modelli, linee guida e informazioni su tutti gli obblighi di rendicontazione dell'Ue, a integrazione del punto di accesso unico europeo.

Secondo la maggioranza degli eurodeputati, che hanno votato a favore delle modifiche, le norme di due diligence che impongono alle imprese di prevenire e limitare il loro impatto negativo sui diritti umani e sull’ambiente dovrebbero applicarsi solo alle grandi imprese dell’Ue con più di 5000 dipendenti e un fatturato netto annuo superiore a 1,5 miliardi di euro, nonché alle imprese straniere con un fatturato netto nell'UE superiore alla stessa soglia.

Anziché richiedere sistematicamente ai propri partner commerciali le informazioni necessarie per le loro valutazioni di due diligence, viene spiegato sempre nella nota diffusa da Strasburgo, i deputati europei desiderano che queste imprese adottino un approccio basato sul rischio, in base al quale richiedono le informazioni necessarie solo quando vi è la possibilità di un impatto negativo sulle attività dei loro partner commerciali. Nel caso di imprese che non rientrano nell’ambito di applicazione delle norme, ciò sarebbe possibile solo come ultima risorsa. Le imprese sarebbero comunque tenute a preparare un piano di transizione che allinei la loro strategia a un'’conomia sostenibile e all’accordo di Parigi.

In base al testo diffuso da Strasburgo, le imprese dovrebbero essere responsabili dei danni causati dalla violazione degli obblighi di due diligence ai sensi della legislazione nazionale, piuttosto che a livello dell’Ue. L’ammontare massimo delle sanzioni per le imprese inadempienti sarebbe pari al 5 % del loro fatturato globale, e la Commissione e gli Stati membri dell'Ue dovrebbero fornire orientamenti alle autorità nazionali in merito a tali sanzioni.

Il relatore del testo, Jörgen Warbornk, del Partito popolare europeo (Ppe) ha dichiarato: «Il voto di oggi conferma il nostro sostegno alla semplificazione. Stiamo garantendo prevedibilità alle imprese europee, con una relazione che riduce i costi, rafforza la competitività e mantiene la transizione verde dell'Europa sulla buona strada».

Se il Parlamento europeo approverà il mandato della commissione giuridica nella prossima sessione plenaria, gli eurodeputati e i governi comunitari dovrebbero avviare i negoziati sul testo definitivo della legislazione entro la fine del mese.

Redazione Greenreport

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