
Deforestazione, erosione, sostanze tossiche: in Ucraina la guerra aggrava le sfide climatiche e ambientali

L’Ucraina aveva compiuto progressi significativi nell'azione per il clima a partire dagli anni 2010 e ha intrapreso sforzi per allineare la sua strategia ambientale agli standard dell'Ue. Ora però l'invasione della Russia sta contribuendo da tre anni alla devastazione ambientale a causa del rilascio di elementi potenzialmente tossici derivanti dalle attività militari. A evidenziarlo è un nuovo rapporto del Jrc, dal quale emerge che la guerra ha anche ostacolato la capacità del Paese di monitorare e rispondere ai cambiamenti ambientali.
Da un lato, il conflitto armato ha portato a una riduzione delle emissioni di gas serra a causa della riduzione della produzione industriale e della distruzione delle strutture energetiche. Dall'altro lato, sono emerse nuove emissioni di gas serra associate alle operazioni militari, nonché una ridistribuzione o un deterioramento dell'inquinamento che ha un impatto sulla qualità dell'aria e del suolo e un aumento del rischio di incendi boschivi. Le sostanze chimiche provenienti dalle munizioni e da altri inquinanti e i danni alle vie d'acqua interne e alle infrastrutture marine avranno probabilmente conseguenze a lungo termine sulla salute umana e sulla biodiversità degli ecosistemi, in particolare su quelli del Mar Nero e del Mare d'Azov.
Il titolo del rapporto è “Status of Environment and Climate in Ukraine” e le informazioni che riporta forniscono un utile strumento di riferimento per valutare in modo più approfondito l'impatto della guerra in Ucraina su specifici aspetti ambientali e climatici, compresi gli input per la ricostruzione del Paese. Inoltre, i risultati possono aiutare a monitorare i progressi dell'Ucraina nella transizione, con particolare attenzione alle dimensioni dell'inquinamento zero, delle basse emissioni di carbonio e della conservazione della natura. Lo studio mira anche a sostenere le autorità nazionali e locali dell'Ucraina nel comprendere l'entità delle sfide in termini assoluti.
Questa conoscenza potrebbe aiutarle a prendere decisioni informate sull'attuazione del Piano per l'Ucraina, facendo leva sulle riforme e sugli investimenti previsti per migliorare lo stato della qualità dell'aria, ridurre le emissioni di gas serra, proteggere le foreste, conservare i suoli e salvaguardare l'ambiente marino. Il Piano per l'Ucraina è una parte fondamentale dello Strumento per l'Ucraina, che offre sostegno finanziario per sostenere la ripresa e la resilienza dell'Ucraina nel suo percorso di adesione all'UE.
Dallo studio del Jrc emerge che tra il 2018 e il 2022, le concentrazioni medie annue degli inquinanti atmosferici in Ucraina sono risultate conformi ai criteri degli standard nazionali di qualità dell'aria, mentre i livelli di biossido di azoto (NO2) e formaldeide (CH2O) sono stati superiori.
Nella capitale Kiev, le concentrazioni annuali di particelle fini, particolato PM10 (con diametro inferiore a 10 µm) e PM2,5 (con diametro inferiore a 2,5 µm) sono state inferiori ai valori limite annuali dell'UE, mentre sono state superiori alle linee guida più severe dell'Oms.
Nel 2019, 42.900 morti premature in Ucraina sono stati correlati all'inquinamento atmosferico, il che corrisponde a circa il 10% di tutti i casi di mortalità. Dal 2022, la guerra ha portato all'emergere di modelli di inquinamento atmosferico atipici associati alle operazioni militari.
Il quadro d'azione per il clima dell'Ucraina ha ridotto le emissioni di gas a effetto serra: nel 2021 erano diminuite del 62,5% rispetto al 1990. Con la ripresa dalla pandemia, nel 2021 le emissioni (compreso l'uso del suolo, i cambiamenti di uso del suolo e le foreste) sono cresciute del 7,5% rispetto al 2020.
Dal 2022, la distruzione degli impianti industriali ed energetici causata dalla guerra ha portato a un calo delle emissioni di gas serra (riduzione del 23-26% nel 2022 rispetto al 2021) e all'emergere di nuove emissioni di gas serra associate alle operazioni militari che nei primi 18 mesi sono state pari a 77MtCO2-eq.
Le autorità locali ucraine sono attive nell'azione per il clima attraverso l'adesione al Patto dei sindaci per il clima e l'energia nell'iniziativa del Partenariato orientale con 363 firmatari, che coprono il 51% della popolazione nazionale. Il loro impegno complessivo è di ridurre il 33% delle emissioni di gas serra entro il 2030, rispetto all'anno di riferimento dell'inventario delle emissioni. Inoltre, hanno pianificato misure di adattamento per affrontare il caldo estremo, le inondazioni e gli spostamenti di massa nei loro territori.
Sebbene le foreste coprano solo un quinto del suo territorio, l'Ucraina è tra i primi Paesi europei in termini di superficie forestale. Circa 1,7 milioni di ettari di foreste ucraine sono interessati dalla guerra, pari a circa il 15% della copertura forestale totale del Paese. Ebbene, dallo scoppio delle attività militari nel febbraio 2022, le pressioni sulle risorse forestali sono aumentate a causa dell'intensa deforestazione e della distruzione degli habitat, nonché della minaccia di residui esplosivi e incendi selvaggi. Negli ultimi decenni, i cambiamenti climatici hanno aumentato il rischio di grandi incendi boschivi, soprattutto negli ultimi cinque anni. Gli incendi rappresentano il 45-65% delle perdite di copertura forestale in Ucraina ogni anno.
Secondo le immagini satellitari, analizzate per il rapporto Advance del Jrc sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa 2024, nel 2024 l'Ucraina ha subito incendi boschivi da record. In totale sono stati bruciati 965.000 ettari, più del doppio dell'area bruciata nell'intera UE nello stesso periodo. La maggior parte degli incendi principali si è verificata durante il clima secco e caldo, lungo le linee del fronte.
Tra l’altro, la salute del suolo è di grande importanza in Ucraina, considerando che l'agricoltura è una delle principali attività economiche, che rappresenta l'11% del PIL e il 60% delle esportazioni, per un valore di 23,3 miliardi di euro nel 2023. I suoli ucraini hanno alti livelli di materia organica e sono ricchi di sostanze nutritive, ma sono anche vulnerabili al degrado.
L'erosione del suolo è la minaccia più diffusa in questo paese, visto che il 40% del suolo ucraino ne è affetto. E la guerra ha contribuito alla devastazione.
Altro capitolo il Mar Nero è sottoposto a una forte pressione da parte delle attività umane, dovuta al sovraccarico di nutrienti e contaminanti (comprese le microplastiche), al traffico marino intensivo, ai cambiamenti climatici, alla pesca e alle specie invasive. I prodotti fitosanitari sono la principale fonte di inquinanti emergenti. Dal 2022, anno dell’invasione, cresce la preoccupazione per l'aumento del rilascio di sostanze chimiche e per la distruzione degli habitat, entrambi con conseguenze a lungo termine, a causa di azioni militari. Tuttavia, il monitoraggio ambientale dall'inizio della guerra non è possibile a causa dell'inaccessibilità della costa e dell'impossibilità di effettuare indagini marine.
