
Ecogiustizia per Casale Monferrato, la Corte d’appello di Torino ha condannato Schmidheiny

Dopo anni di tormento, si è chiuso ieri un importante capitolo per la piaga dell’amianto che continua ancora a gravare sull’Italia, con circa 4mila decessi l’anno per tutte le malattie asbesto correlate.
Stephan Schmidheiny, magnate svizzero e unico imputato nel processo Eternit bis, è stato condannato ieri a 9 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio colposo: a deciderlo è stata la Corte d’Assise d’Appello di Torino, che lo ha assolto per 28 casi a cui se ne sono aggiunti 27 andati in prescrizione. Dunque dei 147 casi del primo grado sono rimasti 92 morti, per cui è stato condannato in Appello.
«Legambiente esprime, nonostante tutto, soddisfazione per la sentenza della Corte D’assise di Torino – dichiarano Stefano Ciafani, presidente nazionale del Cigno verde, Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e Vittorio Giordano, presidente del Circolo Legambiente Verdeblu di Casale Monferrato – È stata riconosciuta la colpa, la corresponsabilità dell’imputato per le morti per mesotelioma, la corresponsabilità per una ferita ancora aperta sul territorio casalese. Ancora oggi si muore per mesotelioma legato all’esposizione all’amianto, a Casale ma non solo».
A Casale Monferrato Legambiente ha organizzato lo scorso 27 novembre la prima tappa della campagna nazionale “Ecogiustizia subito – In nome del Popolo inquinato”, in collaborazione con Libera, Agesci, Acli, Azione Cattolica e Arci, con cui chiedeva azioni urgenti per le bonifiche dei SIN e SIR nazionali (per le quali è stato firmato un “Patto di Comunità” da Enti locali ed Associazioni del territorio) e che fosse rispettato il principio “chi inquina paga”.
«La sentenza va nella direzione auspicata – concludono Ciafani, De Marco e Giordano – pur nella limitatezza delle pene erogate: oltre alla condanna detentiva, infatti, sono stati riconosciuti al Comune di Casale M.to e 500.000 allo Stato Italiano».
La strada verso una definitiva scomparsa dell’amianto a Casale Monferrato e nei comuni limitrofi è ancora lunga, vista l’elevata diffusione della fibra sul territorio. Per questo è fondamentale che si completi al più presto il percorso di bonifica degli edifici pubblici e privati dei 48 comuni, 45 dei quali in provincia di Alessandria, 2 in provincia di Vercelli e uno in provincia di Asti, ricadenti nel SIN (Sito interesse nazionale). Quanto fatto fino ad oggi ha portato a risultati molto importanti per il risanamento e il rilancio della città di Casale Monferrato, ma bisogna prevedere ancora molti altri interventi per voltare veramente pagina.
