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Festambiente: il volontariato dell’economia civile che salverà l’Italia della stagnazione

E se il futuro fosse negli occhi delle ragazze e dei ragazzi di Rispescia?
 |  Natura e biodiversità

Una delle cifre dei dibattiti di Festambiente 2016, conclusasi ieri a Rispescia (Gr), è che non possiamo più parlare di crisi  - ovvero di una crisi che si trascina ancora ma dalla quale prima o poi usciremo ricchi e consumisti come prima - Quella che viviamo è la nuova normalità, fatta di un ceto medio impoverito che però non rinuncia alle ferie e a un minimo di benessere e svago, di giovani che non vedono all’orizzonte un avvenire lavorativo e che sono tornati ad essere squattrinati ma meno giramondo e forse più “politicamente” responsabili di quanto erano alla loro età le generazioni che oggi sono i loro padri.

E’ quell’Italia dell’economia civile che Legambiente e altre associazioni e molte imprese pubbliche e private hanno provato a raccontare alla festa, un Paese che non si rassegna ma si reinventa, si racconta e si vive in modo nuovo, non consegnando all’ossessione del profitto il proprio futuro individuale e collettivo, ma pensando a una redistribuzione del reddito, del lavoro, delle risorse e dell’energia dal basso. Un mondo e un’Italia più solidali e gentili, un pezzo di società aperta senza paura al mondo, perché sa che non c’è alternativa e perché sa che è necessario. Non nicchie ma un nuovo Paese che supera pregiudizi e steccati, riconosce la bellezza e il bisogno, coniuga la solidarietà con l’innovazione e ne fa strumenti collettivi di crescita e benessere condivisi.

Un futuro che si leggeva negli occhi assonnati dei 250 volontari, spesso giovanissimi, sempre belli, senza problemi per handicap, colore della pelle, religione o abbigliamento che hanno letteralmente sostenuto sulle loro spalle una festa ambientalista sempre più specchio di un Paese economicamente impoverito, ma che sembra aver capito qual è la direzione per uscire dal guado.

Una gioventù naturalmente europea, laica anche quando crede appassionatamente, mondialista, alla quale non piacciono questa Unione europea e questa globalizzazion ma che cerca di costruire con generosità, sorrisi, un po’ d’amore e un bagno sulle spiagge selvagge della Maremma (che non guastano mai) quel futuro condiviso che si respira in una festa dove parlano i dirigenti ma i volontari non restano muti, dove il tasso di gioventù è elevatissimo per un Paese invecchiato (male) e dove il tasso di divertimento, musica,  chiacchiere, scherzi e baci è a volte da overdose per chi - come chi scrive che ha ormai 60 anni - e se ne sta incantato a guardare questi “figli” sorridenti che si sfottono e si toccano, che si immergono nei loro cellulari, che vagano in solitudine per i viali polverosi della festa a caccia di rifiuti o di tranquillità, che mettono a posto e a soqquadro, che terremotano i loro cuori e intravedono un pezzetto di futuro nel sorriso, negli occhi o nelle mani di un  ragazzo o di una ragazza.

E’ alle belle ragazze di Festambiente, altere o sorridenti, corrucciate e attente, di una gentilezza che non conoscevamo alla loro età e capaci di battute definitive, ai giovani uomini che lavorano al loro fianco facendo come sempre un po’ gli sbruffoni e un po’ i romantici, a questa gioventù che migra a Rispescia  per aiutare un’associazione povera che però li coccola spartanamente, a questi ragazzi e ragazze tornati a casa più ricchi di esperienza e più amati, a quelli che non se ne vorrebbero mai andare da questa polverosa cittadella dell’amicizia e dell’Italia possibile, da queste camerate affollate che odorano di Autan, che probabilmente bisogna guardare per intravedere quel che potrebbe essere l’Italia gentile e determinata del futuro, quella che costruisce l’economia civile, quella che crede ancora, nonostante tutto, che un mondo diverso sia possibile.

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.