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La criminalità ambientale mette in pericolo la pace e la sicurezza e favorisce la corruzione

Nuovo rapporto Interpol – Onu: gruppi armati, terroristi e mafie sfruttano le risorse ambientali
 |  Natura e biodiversità

Oltre l'80% dei Paesi del mondo considera la criminalità ambientale una priorità nazionale, con una maggioranza che è convinta che nuove e più sofisticate attività criminali stanno  minacciano sempre più la pace e la sicurezza.

E’ quanto merge dal recente  rapporto “Environment, Peace and Security? A Convergence of Threats”, di Interpol e United Nations Environment  che ha interessato  quasi 70 Paesi e che si concentra sui legami tra la criminalità ambientale globale -  che vale tra i 91 e i 258 miliardi di dollari all'anno -  e altre attività criminali, compresa la criminalità organizzata e il terrorismo.

Secondo Interpol e UN Environment «Più del 60% dei Paesi esaminati ha dichiarato di star assistendo  a nuovi reati ambientali o modus operandi, sottolineando una  crescente sofisticazione e adattamento dei gruppi  transnazionali della  criminalità organizzata. Inoltre, l'84% ha registrato una convergenza con altri reati gravi, come la corruzione (42%), la contraffazione (39%), il traffico di droga (36%), la criminalità informatica (23%) e la criminalità finanziaria (17%)».

Il segretario generale dell’Interpol, Jürgen Stock, ha evidenziato che «La criminalità ambientale è di portata transnazionale ed è di natura insidiosa. Priva i governi di entrate tanto necessarie, le persone dei loro mezzi di sussistenza e le comunità della pace e della sicurezza. La comunità internazionale deve sostenere un approccio globale, far seguire alla retorica l'azione, la politica con l'attuazione e il rafforzamento della legge».

Il rapporto ha  rilevato che «alcuni gruppi armati non statali, gruppi terroristici e reti criminali finanziano le loro attività, sfruttando le risorse naturali nelle zone di conflitto, ponendo una seria minaccia per la pace e la sicurezza». Si stima che almeno il 40% dei conflitti interni abbiano un legame con le risorse naturali.

Secondo  Erik Solheim, vece-segretario generale dell’Onu e a  capo dell’ UN Environment, «E’ giunto il momento di affrontare la minaccia della criminalità ambientale, con una risposta coordinata dagli Stati membri, le organizzazioni internazionali e le Nazioni Unite. Tale risposta deve affrontare la necessità di migliorare la condivisione delle informazioni, una maggiore protezione dei civili, una migliore applicazione della legge e una più profonda comprensione dei fattori dei conflitti».

A volte, le popolazioni a basso reddito  vedono i reati contro l'ambiente come un'alternativa alla povertà e così vengono  sfruttate da bande criminali che li incentivano a commettere reati come il bracconaggio, il taglio di alberi,  la pesca o l'estrazione di minerali. Il raccomanda anche «Un approccio multidisciplinare alla lotta contro la criminalità ambientale; maggiore scambio di informazioni tra i vari settori; maggiore attenzione all'attuazione della politica ambientale; un più forte sostegno finanziario anche attraverso l'aiuto pubblico allo sviluppo».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.