Cambiamento climatico in Italia, al via la consultazione pubblica sul Piano di adattamento
Con una nota, il ministero dell’ambiente ha annunciato l’avvio della consultazione pubblica per l’elaborazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici e spiega che «Da stamani e fino al 28 febbraio, sul sito del ministero dell’ambiente, è possibile rispondere alle domande di un articolato questionario, rivolto ai principali portatori d’interesse, sulla percezione degli impatti e delle vulnerabilità in materia di adattamento, oltre che sulle principali azioni per farvi fronte. Lo schema di Piano, curato dalla Direzione generale Clima-Energia del ministero dell’Ambiente, è anche in fase di condivisione con le istituzioni nazionali, le Regioni, le amministrazioni centrali».
Il Piano identifica 6 macroregioni climatiche e 18 settori particolarmente vulnerabili ai mutamenti del clima: «A seconda della sua area territoriale di appartenenza e del settore di riferimento – spiegano al ministero - l’utente potrà indicare quali azioni tra quelle previste ritenga prioritarie, assegnando un livello di rilevanza a ciascuno dei nove criteri: efficacia, efficienza economica, esistenza di opportunità senza elementi di conflittualità con altri obiettivi di politica pubblica, esistenza di opportunità “win-win”, robustezza, flessibilità, percorribilità socio-istituzionale, multidimensionalità e urgenza. Attraverso un’analisi di contesto degli scenari e della vulnerabilità climatica, ma anche definendo concrete azioni integrate di adattamento e strumenti per la partecipazione, il monitoraggio e la valutazione, il Piano si propone di contenere la vulnerabilità dei sistemi naturali, sociali e economici. L’obiettivo non è solo incrementare il livello di adattabilità e la resilienza, ma anche creare le condizioni per determinare opportunità di sviluppo territoriale. Per ogni azione, il Piano specifica tempi, ruoli e responsabilità».
Il ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti, conclude sottolineando che «Il territorio italiano va preparato per tempo e attraverso una strategia condivisa all’impatto dei cambiamenti climatici. L’accordo di Parigi e il “rules book” scritto nella Cop22 di Marrakech ci chiamano a una politica climatica globale che va declinata sulle singole realtà, ognuna diversa dall’altra. Dal nostro grado di adattamento a condizioni climatiche di crescente complessità dipendono la sicurezza del territorio e dunque dei cittadini, ma anche le nostre possibilità di uno sviluppo sostenibile, in linea con gli impegni internazionali».