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Cinghiali in città: le regole Ispra per non correre rischi

Il foraggiamento dei cinghiali è espressamente vietato dalla legge
 |  Natura e biodiversità

Una scellerata politica venatoria di introduzione dei cinghiali ha portato prima a un loro fortissimo impatto sulle aree coltivate, poi sulla biodiversità nelle aree protette e, da qualche anno, alla trasformazione di questi ungulati in animali cittadini., anche con incidenti mortali sia per gli animali che per gli uomini.

In alcune città, come Roma e Genova, la presenza dei cinghiali lungo le strade e i parchi periferici è diventata normale, così come vederli cibarsi in discariche abusive o accanto a cassonetti della spazzatura ricolmi. Ora  l’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra) pubblica le regole per non correre rischi: «Primo, non dare da mangiare ai cinghiali in città«. Ispra ricorda che «fornire cibo è una pratica assolutamente sconsigliabile, perché favorisce l’abitudine di questi animali all'uomo con potenziali rischi per le persone, senza dimenticare che tale comportamento implica rischi anche per gli stessi animali. Va ricordato che la presenza di cinghiali nelle aree urbane è strettamente legata alla disponibilità di scarti alimentari e di rifiuti organici per questo animale selvatico».

Per quanto riguarda i possibili contatti e i rischi, l’Ispra sottolinea che «Il cinghiale è, per sua natura, un animale selvatico e può reagire all'interazione mordendo o spingendo violentemente. Inoltre, questa frequentazione comporta rischi per gli animali domestici - cani e gatti - che possono essere aggrediti dai cinghiali con conseguenze anche gravi».

Poi ci sono gli incidenti stradali: «Facilitando la presenza dei cinghiali vicino a strade e abitazioni, non è da sottovalutare il rischio di incidenti stradali che possono essere provocati dal loro attraversamento«.

L’Ispra conclude ricordando che «Il foraggiamento dei cinghiali è espressamente vietato dalla legge 221/2015 che prevede, per chi contravviene a tale divieto, l'arresto da 2 a 6 mesi o l'ammenda da € 500 a 2.000.  Per la città di Roma vige una specifica ordinanza del 2016 in cui si ordina di “non distribuire alimenti ai colombi, gabbiani e altri animali appartenenti alla fauna selvatica su aree pubbliche” perseguibile con una sanzione da € 50 a 500».

Redazione Greenreport

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