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Incendi in Calabria: «Basta con l'emergenza infinita, occorre fare chiarezza sulle responsabilità»

Situazione fuori controllo: gli incendiari agiscono indisturbati. I Vigili del fuoco rincorrono gli incendi senza nessuna possibilità di prevenire i danni
 |  Natura e biodiversità

Non siamo più in grado di tenere il conto degli incendi che quotidianamente si sviluppano e colpiscono dal nord al sud la nostra Regione. Un'emergenza infinita che ha mietuto vittime e danni, colpendo zone agricole e aree boscate di pregio come ha ripreso a fare in Aspromonte e da ultimo nell’Area marina protetta di Capo Rizzuto dov’è stato ridotto in cenere il bosco di Sovereto. Sull'origine dolosa degli incendi non ci sono dubbi. E non ci sono dubbi sulla inadeguatezza del sistema di prevenzione e spegnimento degli incendi boschivi della Calabria basato su un Piano regionale AIB che non previene nulla e costa tantissimo alle casse pubbliche.

La situazione è fuori controllo in ogni parte della regione dove gli incendiari, braccio operativo degli interessi criminali, agiscono praticamente indisturbati costringendo i vigili del fuoco a rincorrere gli incendi senza nessuna possibilità di prevenire i danni. Dovrebbe essere chiaro che quando si arriva a dover contare sui canadair e sui mezzi aerei per contrastare gli incendi la partita è in gran parte già' persa e si può' solo fare la conta dei danni. Nonostante questo non possiamo lasciare il campo alla disperazione perché si può e si deve agire di più e meglio di quanto visto nella nostra Calabria: esistono metodi di prevenzione suggeriti dalla scienza e Piani AIB ben strutturati in altre Regioni che si possono prendere a modello ed adattare facilmente alla nostra realtà.

L'esperienza insegna che la lotta ai roghi si può fare e si può anche vincere, utilizzando strumenti e strategie già sperimentati con successo in altri contesti. L'anomalia calabrese è quella di non avere un Piano AIB adeguato, di non avere una Pubblica Amministrazione che risponde pienamente ai principi di efficacia ed efficienza e pubblici funzionari a partire dalla Regione, che rispondano delle proprie azioni. L'anomalia calabrese, ancora più che italiana, è quella di non avere una classe politica che si assuma le proprie responsabilità. Dopo la stagione degli incendi occorrerà fare chiarezza sulle responsabilità della Regione e di Calabria Verde e di tutta la filiera attivata per prevenire la fallimentare stagione di fuoco a cui stiamo assistendo.

Sicuramente sarà necessario indagare e chiarire alcuni episodi ancora più eclatanti di altri come l'incendio che ha devastato il Bosco di Sovereto su cui da anni incombe la minaccia dei roghi e le mire degli interessi criminali. Il bosco in questione è nell'Area marina protetta Capo Rizzuto nel comune di Isola Capo Rizzuto, è un'area pubblica di proprietà dell’ARSAC su cui gli interventi di gestione e prevenzione dagli incendi boschivi avrebbero dovuto realizzarli Calabria Verde. Un'area di grande pregio ambientale ma ad altissimo rischio per la quale Legambiente e altre associazioni locali hanno chiesto interventi di tutela e di prevenzione degli incendi che non sono stati realizzati. Mancata realizzazione che costituisce il motivo per cui oggi subiamo la dolorosa perdita di un bosco la cui responsabilità è dei vertici della Regione e degli Enti strumentali Calabria Verde e ARSAC.

Stiamo assistendo a tanti, troppi errori ed inadempienze su cui riflettere per invertire radicalmente la direzione. Occorre prevenzione programmazione e controllo del territorio. A partire da ora e sui temi ambientali più urgenti per la nostra regione. Dopo la stagione degli incendi non vogliamo dover piangere ed indignarci anche per i mancati interventi in materia di dissesto idrogeologico e per i disastri delle imminenti piogge autunnali.

di Legambiente Calabria

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.