
La lontra torna a nuotare nei fiumi italiani
In occasione della Giornata Mondiale della Lontra, il Wwf Italia ha diffuso un nuovo e suggestivo video che documenta un raro incontro con una famiglia di lontre sul fiume Tanagro, in provincia di Salerno: due giovani lontre nuotano nella corrente, poi raggiunte dalla madre. È uno dei tanti video raccolti negli ultimi anni nel bacino del Sele–Tanagro, un’area che si conferma fondamentale per la conservazione della specie in Italia meridionale. Anche gli avvistamenti nell’Oasi Wwf di Serre Persano, lungo il medio corso del Sele, continuano con regolarità, segno di una popolazione stabile e in salute.
Il video è parte di una campagna di sensibilizzazione che si collega al più ampio lavoro di monitoraggio e tutela della lontra in Italia. Secondo quanto emerge dal report pubblicato nel 2024, frutto del Progetto Lontra promosso e finanziato dal Wwf Italia in collaborazione con l’Università del Molise, la specie è in espansione. Dopo decenni di assenza, la lontra è tornata a farsi vedere nell’arco alpino, in regioni come il Friuli-Venezia Giulia, il Veneto, il Trentino-Alto Adige, la Lombardia e la Liguria. Anche il Centro Italia ha registrato nuove presenze, in particolare nel Lazio, nelle Marche e in alta Toscana. Questi nuovi insediamenti si sommano alla popolazione storica del Sud Italia, che si è mantenuta stabile nel tempo e che si distribuisce tra Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Abruzzo e Molise.
Attualmente, si stima che la popolazione italiana di lontra conti tra i 900 e i 1.200 individui., ma nonostante la ripresa, i numeri restano troppo bassi per poter considerare la specie fuori pericolo.
«Le prospettive per la popolazione di questo mustelide dipendono da come sapremo gestire i nostri ambienti fluviali. Solo corsi d’acqua naturali, ricchi di vegetazione e di biodiversità potranno garantire la sopravvivenza della lontra in Italia – ha dichiarato Antonio Canu, membro dell’Otter Specialist Group dell’Iucn. - E’ necessario rivedere il Piano d’Azione Nazionale a 14 anni dalla sua pubblicazione per aggiornare i dati su consistenza numerica e distribuzione spaziale, e soprattutto per realizzare una revisione delle potenziali minacce sulle quali concentrare gli interventi di tutela nei prossimi anni».
Il Wwf ha indicato tra le principali criticità la frammentazione degli habitat fluviali, spesso provocata da infrastrutture e opere stradali che ostacolano gli spostamenti degli animali, rendendo indispensabile la creazione di corridoi ecologici sicuri. Un ulteriore motivo di preoccupazione è rappresentato dall’inquinamento delle acque, causato da nuove sostanze come interferenti endocrini, metalli pesanti, residui di farmaci e PFAS, che compromettono la qualità dell’habitat e la salute della fauna acquatica.
A rendere ancora più fragile la ripresa della lontra intervengono poi altri fattori. Nelle regioni nordorientali, ad esempio, non mancano i conflitti con le attività di pesca sportiva e acquacoltura. A livello più generale, il cambiamento climatico sta modificando profondamente il regime idrico dei fiumi italiani, con un’alternanza sempre più marcata di alluvioni violente e lunghi periodi di siccità. Queste condizioni mettono a rischio soprattutto i siti riproduttivi della specie, compromettendo le possibilità di crescita della popolazione.
La lontra, un tempo quasi estinta in Italia, sta dunque tornando grazie agli sforzi di conservazione, ma la sua sopravvivenza richiede un impegno costante e aggiornato. Per il Wwf, è fondamentale un cambio di passo nella gestione degli ecosistemi fluviali, affinché il ritorno di questo prezioso e sfuggente mammifero non rimanga un’eccezione, ma diventi un simbolo della rinascita della biodiversità nei nostri ambienti d’acqua dolce.
