Per la Giornata mondiale dell’ambiente, il Parco della Maremma festeggia i suoi primi 50 anni
Il 5 giugno 2025, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, il Parco regionale della Maremma ha celebrato i suoi primi cinquant’anni di vita: un traguardo che testimonia non solo la lungimiranza di chi ne ha promosso la nascita, ma anche l’evoluzione di un’idea di conservazione che oggi guarda al futuro come laboratorio di resilienza climatica.
Il Parco, che si estende nei territori comunali di Grosseto, Magliano in Toscana e Orbetello, è stata la prima area protetta della Toscana e la seconda a livello nazionale. A ricordarlo è il presidente del Parco Simone Rusci, che definisce la ricorrenza «un momento molto importante per il nostro territorio e per la regione Toscana in generale», sottolineando come fin dall’origine sia stato «portavoce di un nuovo messaggio: uomo e natura non sono in antitesi tra loro». Il Parco, aggiunge, nasce in anni in cui «trasmettere un messaggio di conservazione, di tutela, di freno alla crescita – proprio negli anni del boom edilizio ed economico – era, anche solo in termini lessicali, una sfida enorme».
Per l’anniversario sono stati organizzati incontri istituzionali, iniziative scientifiche e appuntamenti culturali, tra cui una nuova edizione della rassegna estiva “Parco Aperto”, che punta a coinvolgere cittadini e visitatori.
Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani spiega come il Parco della Maremma rappresenti «un cordone ombelicale con la Regione Toscana, che era nata solo cinque anni prima», nel 1970. L’istituzione del Parco, avvenuta il 5 giugno 1975, ha raccolto «le indicazioni che provenivano dalle comunità locali, soprattutto dai Comuni di Orbetello, Alberese e Grosseto» e ha accolto la prospettiva della «protezione dell’ambiente e della biodiversità». Per Giani, il Parco «ha ispirato le 47 aree protette e i 3 Parchi che oggi ha la Toscana», diventando un punto di riferimento nella valorizzazione di colture tipiche, animali selvatici e del rapporto tra comunità e territorio.
Nel suo intervento a Grosseto, l’assessora regionale all’ambiente Monia Monni descrive la nascita del Parco della Maremma come «una scelta visionaria». La sua istituzione ha segnato l’inizio della costruzione di «un vero e proprio sistema di tutela del nostro patrimonio naturale», che oggi comprende oltre 250 aree tra parchi, riserve, siti della rete Natura 2000, alberi monumentali e una delle poche aree marine protette italiane, le Secche della Meloria.
«Oggi la sfida si rinnova – dichiara Monni – rendere i parchi e le aree protette laboratori di resilienza climatica, capaci di coniugare la tutela degli ecosistemi con la presenza delle comunità». Un impegno che guarda al futuro, ma che trova nella lunga esperienza del Parco della Maremma una solida base su cui continuare a costruire, anche per affrontare le molte lacune che ancora restano in Toscana come a livello nazionale.
Basti osservare che il National Biodiversity Future Center (NBFC) stima come nel nostro Paese sia ad oggi protetto solo il 15,5% delle acque territoriali e il 21,4% della superfice terrestre: in entrambi i casi, entro il 2030 il dato dovrà arrivare al 30% per traguardare uno degli obiettivi centrali del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework.