Stanotte la Provincia autonoma di Bolzano ha abbattuto un altro lupo, in Val Venosta
Lo scorso 30 luglio il presidente della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige, Arno Kompatscher, ha autorizzato l'abbattimento di due lupi nell'Alta Val Venosta: il compito è stato affidato al Corpo forestale provinciale: sia l'Osservatorio faunistico provinciale che l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) hanno dato il loro consenso ai sensi della legge provinciale n. 10/2023, e uno dei due lupi è stato ucciso stanotte.
«Un lupo maschio di circa 45 chilogrammi è stato abbattuto poco dopo la mezzanotte del 12 agosto a 2800 metri di altitudine», riferisce Günther Unterthiner, direttore della Ripartizione foreste della Provincia, sottolineando che «il lupo era stato rintracciato in un gruppo di vitelli».
Secondo Luis Walcher, assessore provinciale all'Agricoltura e alle Foreste, in Alto Adige «il lupo è diventato sempre più una minaccia per il tradizionale allevamento alpino e, in alcuni casi, per la sicurezza pubblica».
Nel merito, l’Ispra stima che siano circa 3.300 i lupi presenti in tutta Italia, e nell’arco temporale 2017-24 sono stati sette stati gli individui di lupo che hanno manifestato un atteggiamento aggressivo nei confronti dell’uomo, realizzando 19 aggressioni, tra cui gli 11 attacchi di una singola lupa registrati a Vasto nell’estate del 2023; in questi casi si è intervenuti attraverso cattura, traslocazione e captivazione, sulla base di valutazioni svolte caso per caso in accordo con la Direttiva Habitat. Sappiamo inoltre che in Trentino gli animali da allevamento predati dal lupo ogni anno si aggirano intorno allo 0,6% del bestiame complessivo monticato (0,8% per ovicaprini ed equini, 0,1% per i bovini), dati piuttosto in linea, con quanto accade in altri settori delle Alpi e in Europa in generale.
Tornando al caso particolare di stanotte, l’associazione Io non ho paura del lupo, che da anni è impegnata nel favorire la coesistenza tra lupo e attività umane, ritiene che «non siano state rispettate le condizioni per procedere con un abbattimento», dato che «le misure di prevenzione adottate nelle zone interessate sono risultate deboli, scarse e insufficienti: numerosi episodi di predazione si sono verificati fuori dai recinti, in assenza di cani di prevenzione, ed evidenziando che la protezione del bestiame non è stata adeguata ed era ampiamente migliorabile».
«Ricordiamo – continuano dall’associazione – che le condizioni imposte dalle L.P. n. 11/2018 e L.P. n. 10/2023, in conformità con la Direttiva Habitat, per poter ricorrere alla rimozione di individui di lupo sono chiare: l’intervento deve avvenire per prevenire danni gravi alle attività produttive; i metodi alternativi devono essere risultati inefficaci; la rimozione non deve incidere negativamente sullo stato di conservazione favorevole della popolazione. Sottolineiamo inoltre che l’abbattimento non va inteso come uno strumento di prevenzione e non può essere considerato un’alternativa alla protezione del bestiame. Pensare di non mettere in atto adeguate misure difensive perché “tanto poi si abbatterà” significa rinunciare a una gestione responsabile e sostenibile della convivenza. Sorprende e preoccupa che Ispra abbia espresso parere favorevole a fronte delle carenze riscontrate nelle iniziative di prevenzione. Come Associazione, ribadiamo che l’abbattimento del lupo non è per noi un tabù: può essere preso in considerazione in situazioni eccezionali, motivate e documentate, solo dopo aver messo in campo tutte le misure di prevenzione efficaci. In questo caso, invece, si è scelta la via più rapida e irreversibile, senza affrontare le cause reali del conflitto e senza garantire la tutela né degli allevamenti né della specie. La coesistenza tra pastorizia e fauna selvatica è possibile: richiede conoscenza, impegno e un’applicazione coerente delle misure di prevenzione che ancora in Alto Adige sono profondamente carenti, e non soluzioni drastiche che rischiano di compromettere l’equilibrio degli ecosistemi alpini».
Nel frattempo, anche su pressione del Governo italiano, l'Unione europea ha declassato lo status di protezione del lupo da "strettamente protetto" a "protetto" e il 14 luglio è entrato in vigore il relativo emendamento alla Direttiva Habitat. In ogni caso la normativa comunitaria impone agli Stati membri dell’Europa di mantenere le popolazioni della specie in uno stato di conservazione soddisfacente, assicurando che eventuali rimozioni non confliggano con tale obiettivo (come specificato dall’art. 14 comma 1 della Direttiva Habitat). In questo quadro, Ispra ha proposto una soglia annuale massima di rimozioni coerente con tale principio, pari a massimo 160 abbattimenti in corso di quest’anno a livello nazionale: per la Provincia di Bolzano il dato si ferma a massimo 2.
Anche per questo, nel suo parere di cui greenreport ha preso visione, l’Ispra «ritiene che il prelievo di 2 lupi non inciderebbe sullo stato di conservazione della popolazione di lupi oggetto di gestione», rispettando così la terza delle tre condizioni sopra riportate per poter ricorrere alla rimozione di individui di lupo; il caso in oggetto risponde inoltre ai criteri individuati da Ispra per definire «l’esistenza di un danno grave a breve termine» (prima condizione). Infine, l’Istituto ritiene sia rispettata in questo caso anche la seconda condizione – ovvero che metodi alternativi all’abbattimento siano risultati inefficaci – in riferimento ai danni registrati presso la malga Furgles (dove tra maggio e luglio sono avvenuti complessivamente 10 eventi predatori da parte di lupo, che hanno portato alla perdita di 31 ovi-caprini appartenenti a 16 proprietari).
«Si ritiene opportuno raccomandare – aggiunge però l’Ispra – che si continui ad agire nell’ottica di rendere via via più efficace la strategia di prevenzione. Si ritiene di suggerire che questo avvenga alla scala dell’intera Provincia, di concerto con le associazioni degli allevatori, concordando graduali cambiamenti nella conduzione degli animali, avvalendosi di esperti, anche riguardo l’uso di cani da protezione e introducendo figure particolarmente competenti nel tema della prevenzione dai danni del lupo che supportino costantemente gli allevatori nell’adattamento della strategia di protezione».