Skip to main content

La CITES proteggerà maggiormente buceri africani e frosoni

Approvate le proposte per impedire il commercio di specie di uccelli essenziali per il mantenimento della vita nelle foreste
 |  Natura e biodiversità

Alla 20esima World Wildlife Conference in Corso a Samarcanda, in Uzbekistan, le parti della Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora (CITES), hanno approvato nuovi limiti al commercio internazionale di buceri africani, che svolgono un ruolo essenziale nel mantenimento della vita degli ecosistemi delle foreste dell'Africa occidentale e centrale: si nutrono di frutti e poi ne disperdono i semi, a volte a molti chilometri di distanza da dove si sono nutriti, aiutando le foreste a rigenerarsi e a mantenere sani i territori. Ma o buceri sono minacciati dalla crescente vendita globale di loro partii.

Molte specie di bucero asiatico sono state inserite nell'elenco CITES e questo ha imposto limitazioni al loro commercio di questi uccelli attraverso i confini internazionali, contribuendo a frenare il bracconaggio. Eppure, nonostante le crescenti prove di un commercio internazionale non regolamentato, nessuna specie di bucero africano era mai stata inserita nell'elenco. Questa lacuna ha reso sempre più vulnerabili alcuni dei buceri di foresta più iconici dell'Africa. Diverse specie sono già scomparse da gran parte del loro areale storico e sono sull'orlo dell'estinzione. L'inserimento nell'Appendice II della CITES implica che i Paesi esportatori debbano ora garantire la sostenibilità del commercio.

Alla World Wildlife Conference di Samarcanda, una coalizione di 8 Stati africani ha proposto di includere 7 specie di bucero africano nell'Appendice II della CITES, per portare a una maggiore regolamentazione e monitoraggio del commercio internazionale di buceri, con l'obiettivo di garantire la sopravvivenza di questi uccelli in natura. Le misure approvate prevedono che tutte le specie dei generi  Ceratogymna e  Bycanistes saranno ora inserite nell'Appendice II della CITES, per monitorare e regolamentare rigorosamente il commercio internazionale e garantire che non sia messa a repentaglio la sopravvivenza di questi buceri africani.

Le nuove protezioni approvate dalla CITES arrivano dopo che, il 24 novembre, un rapporto di Adam Welz su Yale Environment 360 aveva descritto dettagliatamente il fiorente commercio globale di teschi e becchi di buceri africani e di uccelli imbalsamati e vivi, rivelando un'impennata delle inserzioni online e delle spedizioni internazionali, con bracconieri che, in alcune regioni, segnalano che il crescente interesse da parte degli acquirenti stranieri sta portando a un aumento della caccia ai buceri.

I metodi riproduttivi dei buceri africani li rendono eccezionalmente vulnerabili: le femmine si rinchiudono nelle cavità del nido per mesi mentre allevano i piccoli, affidandosi interamente al maschio per il cibo. Quando un maschio viene cacciato, la sua scomparsa può significare la perdita di un'intera covata.

La situazione del Bucero dal casco nero (Ceratogymna atrata), esemplifica chiaramente queste pressioni. Sebbene sia ancora presente in alcune parti dell'Africa occidentale e centrale, la sua popolazione è in calo, con la perdita di habitat e il commercio che emergono come le minacce più gravi. La sua storia è diventata un simbolo del perché sia urgentemente necessaria una maggiore protezione internazionale per i buceri africani.

Secondo Alex Berryman, senior Red List officer di BirdLife International, «L'inserimento dei buceri africani nell'Appendice II della CITES rappresenta un passo decisivo verso la salvaguardia di questi uccelli iconici, molti dei quali sono sempre più minacciati dal commercio internazionale e dalla perdita di habitat. Il recente passaggio del bucero dal casco nero da "Rischio minimo" a "Prossimo alla minaccia" nel 2025 sottolinea l'urgenza di intervenire. Questa misura migliorerà il monitoraggio del commercio e segna un impegno significativo da parte dei Paesi per la conservazione a lungo termine dei buceri africani».

Tutti i Paesi in cui questi uccelli vivono in natura hanno votato a favore della misura CITES, così come gli Stati Uniti e l'Unione Europea, che sono le principali destinazioni per le parti del bucero. Nessun Paese si è opposto. Gli ambientalisti hanno accolto con favore la nuova misura, sottolineando che maggiori limiti al commercio di buceri africani potrebbero anche rafforzare la tutela delle specie asiatiche di questo uccello. Sebbene i buceri asiatici siano già inclusi nella CITES, i loro crani e le loro piume possono assomigliare a quelli delle specie africane, complicando l'applicazione delle misure CITES.

Le nazioni della CITES hanno anche adottato proposte per elencare 6 specie di uccelli canori della specie Sporophila . Il bicudo o frosone nero (Sporophila maximiliani), in grave pericolo di estinzione, ha ottenuto il massimo livello di protezione nell'Appendice I, con un divieto totale di commercio. Altri cinque fringuelli beccogrosso saranno inclusi nell'Appendice II, con controlli sul commercio. La persistente domanda globale di questi uccelli nel commercio di uccelli canori ha spinto il frosone nero, che viene utilizzato nelle competizioni di uccelli canori e come animale domestico. pericolosamente vicino all'estinzione.

Chris R. Shepherd del Center for Biological Diversity, conclude: «I governi della CITES meritano un grande riconoscimento per aver approvato queste proposte, che offrono protezioni essenziali alle specie di bucero africano e ad altri uccelli che sono davvero sull'orlo del baratro. A livello globale, il commercio illegale e insostenibile di uccelli sta accelerando, minacciando ogni anno più specie. Senza regolamenti e controlli internazionali, semplicemente non esistono meccanismi per contrastare le reti criminali organizzate che alimentano questa crisi».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.