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Il calamaro che si seppellisce nel fango per imitare una spugna di profondità

Una scoperta che evidenzia le lacune nella conoscenza della vita delle profondità marine
 |  Natura e biodiversità

Lo studio “Discovery of a mud-covering cephalopod evidences the complex life habits in the abyss”, pubblicato su Ecology da un team di ricercatori di Scottish Association for Marine Science (SAMS), National Oceanography Centre (NOC) e GEOMAR Helmholtz-Zentrum für Ozeanforschung Kiel, ha rivelato un insolito comportamento in quella che sembra essere una nuova specie di calamaro. Secondo i ricercatori britannici e tedeschi, «La scoperta evidenzia la mancanza di comprensione di tali ambienti oceanici».

A 4.000 metri sotto la superficie dell'Oceano Pacifico, le telecamere del remotely operated vehicle (ROV) Isis hanno filmato un "calamaro fangoso", ha seppellito il corpo nel sedimento del fondale, lasciando esposti i tentacoli, per imitare apparentemente il gambo di una spugna di profondità. La scoperta è stata realizzata nella Clarion-Clipperton Zone (CCZ), Nell’oceano Pacifico, tra il Messico e le Hawaii, durante una crociera di ricerca a bordo della RRS James Cook, guidata dal NOC di Southampton. Il ROV Isis stava effettuando transetti del fondale marino nell'ambito del progetto SMARTEX, un'indagine finanziata dal Natural Environment Research Council (NERC) sui potenziali impatti dell'attività mineraria in acque profonde nella regione. Infatti, la CCZ è una pianura abissale destinata a contestati progetti di estrazione mineraria in acque profonde.

Il ROV Isis è dotato di tre telecamere posizionate con angolazioni diverse: una era rivolta in avanti, parallela al fondale marino, un'altra era rivolta in avanti e orientata verso il basso, e l'ultima posizionata sotto il ROV, perpendicolare al fondale marino. L'incontro con la nuova specie di calamaro è avvenuto durante il progetto SMARTEX, una spedizione guidata dal Regno Unito per studiare come l'attività mineraria in acque profonde potrebbe influenzare la vita nella CCZ. Il veicolo a comando remoto (ROV) del team stava filmando un'area di esplorazione commerciale, quando il calamaro è apparso sul fondo, con i suoi tentacoli simili a steli di spugne di vetro o grandi vermi tubolari che punteggiano la pianura abissale apparentemente sterile.

Inizialmente il calamaro si trovava sotto il ROV, apparentemente ignaro della sua esistenza. E’ stato allora che i ricercatori capirono che si trattava di un tipo di calamaro, a giudicare dai suoi movimenti e dalle caratteristiche del corpo. Poi il calamaro è sembrato scomparire dalla vista della telecamera. Una delle autrici dello studio, Bethany Fleming del NOC, è stata la prima a esaminare il filmato del ROV e racconta: «Stavo scorrendo i video fino al momento in cui un calamaro è apparso dal nulla e ho notato due lunghi tentacoli bianchi emergere dal sedimento. E’ stato emozionante e inaspettato osservare il comportamento di seppellimento di un calamaro di profondità, qualcosa di mai visto prima! Ci attendono altre scoperte nelle profondità marine».

I ricercatori evidenziano che «Questa è la prima volta che un cefalopode, tra i quali polpi e calamari, viene osservato in una posizione rigida e capovolta. Sebbene il comportamento di seppellimento sia stato osservato in alcune specie di polpi, non era mai stato osservato prima nei calamari e suggerisce che le attuali stime della biodiversità nelle profondità oceaniche potrebbero essere state sottostimate». La principale autrice dello studio, Alejandra Mejia-Saenz, dottoranda alla SAMS, ha detto a Live Science che «Il fatto che si tratti di un calamaro e che si ricopra di fango è una novità per i calamari, e il fatto che sia capovolto. Non avevamo mai visto niente di simile in nessun cefalopode... E’ stato davvero nuovo e molto sconcertante».

La Mejía-Saenz conclude: «Questo è stato un esempio delle strane cose che si vedono negli abissi e ha anche evidenziato quanto poco sappiamo di quel mondo. Questa è solo la seconda volta che un calamaro viene avvistato qui in oltre 40 anni di ricerca. Pensiamo che questo calamaro possa appartenere alla famiglia dei Mastigotheuthidae, che include il calamaro a frusta, ma il comportamento che abbiamo osservato è stato molto strano. Prima di essere spaventato dal ROV, il calamaro potrebbe essersi nascosto da potenziali predatori, oppure questo potrebbe essere un modo per catturare le prede, che si depositano sui tentacoli che, a noi, sembrano gli steli di una spugna. Molte persone tendono a pensare alle pianure abissali come a deserti nelle profondità marine, ma probabilmente il livello di diversità è più elevato di quanto pensiamo, dato il comportamento sfuggente di queste creature».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.