I grandi squali bianchi del Mar Mediterraneo rischiano l’estinzione
Secondo una ricerca condotta da scienziati statunitensi in collaborazione con l’ONG britannica Blue Marine Foundation, alcune delle specie di squali più minacciate, compresi i grandi squali bianchi (Carcharodon carcharias), vengono ancora vendute nei mercati ittici del Nord Africa anche se sarebbe illegale pescarle o venderle.
La spedizione di ricerca è stata effettuata a bordo di una nave nel Canale di Sicilia, considerato l’ultima roccaforte degli squali bianchi nel mediterraneo, e in un’inchiesta pubblicata su BBC News Arabic, i ricercatori spiegano che, monitorando i porti di pesca sulla costa mediterranea del Nord Africa hanno scoperto che solo nell’area di studio nel 2025 sono stati uccisi almeno 40 grandi squali bianchi e ambientalisti e e scienziati affermano di aver visto specie protette in vendita nei mercati ittici.
La BBC ha anche trovato, e verificato in modo indipendente, filmati provenienti dai social media di squali protetti portati morti nei porti del Nord Africa ed evidenzia che «Un video mostrava un grande squalo bianco trascinato a terra da un peschereccio in Algeria. Un altro, girato in Tunisia, mostra le teste e le pinne di quello che sembra essere uno squalo mako pinna corta, anch’esso una specie minacciata e protetta, mentre viene preparato per la vendita».
Il ricercatore capo, Francesco Ferretti del Department of Fish and Wildlaife Conservation della Virginia Tech e autore principale dello studio “On the tracks of white sharks in the Mediterranean Sea” pubblicato recentemente su Frontiers in Marine Science, ha spiegato al crew scientifico di BBC Information che «Molte popolazioni di squali, in particolare gli squali bianchi, sono diminuite drasticamente nel Mediterraneo negli ultimi decenni. In nessun altro specchio d’acqua si pesca come nel Mar Mediterraneo. L’impatto della pesca industriale si è intensificato… ed è plausibile che si estingueranno nel prossimo futuro».”
L’ International Union for the Conservation of Nature (IUCN) attualmente classifica la popolazione di squali bianchi del Mediterraneo come in pericolo critico di estinzione.
Nel loro ultimo tentativo di trovare e studiare i predatori, Ferretti e il suo team hanno tentato di trovare uno squalo bianco nel Canale di Sicilia per dotarlo di un tag di localizzazione satellitare, qualcosa che non mai stato fatto nel Mar Mediterraneo. Per attrarre lo q squalo, i ricercatori hanno portato più di 3 tonnellate di esche– un container pieno di sgombri congelati e scarti di tonno - oltre a 500 litri di olio di tonno per creare una “chiazza di grasso” che molti squali riescono ad annusare da grandi distanze. Ma dopo due settimane, passate anche a prelevare campioni di acqua di mare per cercare il DNA degli squali e utilizzando telecamere subacquee, i ricercatori non sono riusciti a trovare nessuno squalo bianco. Hanno potuto girare solo un breve filmato di una verdesca (Prionace glauca) con le telecamere sottomarine.
Ferretti commenta: «E’ scoraggiante. Dimostra semplicemente quanto sia degradato questo ecosistema»
Mentre il team era alla vana ricerca degli squali sopravvissuti, ha però ricevuto segnalazioni su un giovane grande bianco catturato e ucciso a sole 20 miglia nautiche da dove stavano lavorando. Non è chiaro se l’animale sia rimasto accidentalmente intrappolato negli attrezzi da pesca o se fosse stato preso di mira. Ma Ferretti e il suo team stimano che «Più di 40 grandi squali bianchi siano stati catturati lungo quella costa. Questo è molto per una popolazione in grave pericolo di estinzione».
Nelle comunità più povere del Nord Africa, i pescatori che catturano gli squali si trovano a dover scegliere se nutrire la loro famiglia o lasciare andare una specie minacciata di estinzione. Sara Almabruk della Libyan Marine Biology Society fa notare che «Lla maggior parte delle catture che avvengono nelle acque del Nord Africa sono accidentali, ma perché dovrebbero ributtare in mare gli squali quando hanno bisogno di cibo per i loro figli? Se li sostieni e li addestri a una pesca più sostenibile, non cattureranno gli squali bianchi, né alcun altro squalo».
Nel 2023 James Glancy di Blue Marine Foundation ha visitato i mercati ittici in Tunisia e ha scoperto che venivano venduti esemplari di specie di squali protetti. I ricercatori statunitensi e britannici, insieme ai loro colleghi del Nord Africa, stanno monitorando diversi porti di pesca della regione e il lavoro realizzato con il team di BBC Forensics dimostra che in Paesi come Tunisia e Algeria gli squali protetti vengono catturati, sbarcati e messi in vendita: «Abbiamo trovato filmati – pubblicati sui social media – di un grande squalo bianco sbarcato in un porto di pesca in Algeria e di un altro grande squalo che sembra essere un mako pinna corta protetto, preparato per la vendita su un carrello in un mercato del pesce in Tunisia.
Attualmente, 24 specie di squali minacciate godono di protezione legale internazionale ed Unione europea e 23 Paesi del Mediterraneo hanno firmato un accordo secondo il quale queste specie non possono essere «tenute a bordo, trasbordate, sbarcate, trasferite, immagazzinate, vendute o esposte o messe in vendita» e che gli squali «devono essere rilasciati vivi e illesi [quando] possibile». Ma queste norme non affrontano il problema delle catture accessorie accidentali e la loro applicazione varia da Paese a Paese.
Glancy ha detto a BBC Information che «La mia stessa indagine ha trovato numerosi squali bianchi in vendita nei mercati di pesca tunisini. Ma, c’è un paradossale elemento di speranza nel fatto che gli squali bianchi fossero stati messi in vendita. Questo dimostra che è rimasta della fauna selvatica. E se riusciamo a preservarla, c’è una possibilità di ripresa. Se i Paesi attorno al Mediterraneo lavorassero insieme, ci sarebbe speranza. Ma dobbiamo agire molto rapidamente».