Dopo le elezioni in Liguria, il rigassificatore di Piombino non lo vuole più nessuno
Pur essendo un grande fan delle grandi infrastrutture, dopo aver vinto le elezioni ligure di stretta misura, il nuovo presidente della Liguria Marco Bucci ha messo subito le mani avanti su un possibile spostamento del rigassificatore di Piombino a Vado Ligure, in questo d’accordo con il suo avversario di centro-sinistra Andrea Orlando ma in contrasto con il suo predecessore Toti e soprattutto con il governo di destra-centro della sua maggiore supporter: Giorgia Meloni.
Intervistato da Radio 24, Bucci ha detto: «Ho fatto un discorso assolutamente tecnico. Le due dorsali del gas sono una sul Tirreno e l’altra sull’Adriatico. Un rigassificatore dev’essere vicino alla dorsale altrimenti dobbiamo costruire una dorsale nuova. Se mettiamo il rigassificatore a Vado ligure bisogna spendere 450 milioni per la pipeline e penso che sia una spesa inutile».
Ribatte immediatamente il presidente PD della Toscana, Eugenio Giani, che pure quel rigassificatore lo accolse in pompa magna facendo arrabbiare sinistra e Movimento 5 Stelle e favorendo la vittoria del sindaco di Fratelli d’Italia Francesco Ferrari, fedelissimo di Giorgia Meloni e della sua politica energetic a fossile ma non del rigassificatore a Piombino. Giani ribatte: «Bucci è stato eletto ministro o governatore? Parleremo col governo ma per quanto mi riguarda a Piombino l’autorizzazione ce l’hanno per tre anni».
In appoggio a Giani arriva il presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo (Pd) che sottolinea che «Non spetta a noi dire se il rigassificatore deve andare a Genova o da un’altra parte, noi la nostra parte ed il nostro sostegno al Paese l’abbiamo dato però. E l’impegno preso con la Toscana va rispettato. Il Governo capisco che abbia problemi al suo interno. C’è un presidente di Regione, appena eletto, Bucci, che dice no alla Liguria. A scegliere sarà il Governo. Noi abbiamo un accordo che dura tre anni. La nostra parte l’abbiamo fatta. In Italia siamo la Regione che produce più energia alternativa, e penso alla geotermia. Noi sappiamo che la strada è quella di invertire la produzione, di puntare sulle rinnovabili. C’è stato un momento di crisi in Europa, anche per la guerra tra Ucraina e Russia. E noi abbiamo dato una mano al Paese. Ora il Governo però scelga, però scegli qual è la collocazione migliore. Non ripeta quanto accade sui migranti. I migranti sono donne e uomini che noi vogliamo accogliere ma non si può pensare di allungare le rotte delle navi, con persone a bordo, fino a che non trovano il porto che non sia guidato dal centro destra».
Il cambio di rotta nel Pd toscano dal rigassificatore visto come sacrificio necessario al rigassificatore ingombrante, costoso e inutile è evidente ma, mentre l’imbarazzo a destra si taglia con il coltello, l’ipotesi di una proroga oltre il 2026 a Piombino si fa sempre più concreta, tanto che interviene il sindaco piombinese Ferrari: «Capisco la posizione del neo eletto presidente Bucci, al quale vanno le mie sincere congratulazioni, ma la situazione non può essere guardata esclusivamente dal punto di vista delle risorse economiche necessarie. Il rigassificatore ha l’autorizzazione a rimanere nel porto di Piombino per tre anni, ovvero fino al 2026, non un minuto di più. A sostegno di questo c’è anche una sentenza del Tar. Il porto di Piombino non è il posto adatto a un impianto simile, trascorsi i tre anni dovrà andare via».
Il tutto mentre si avvicinano le elezioni regionali in Toscana e le forze politiche cercano di riposizionarsi per realizzare alleanze che rischiano di naufragare per le precedenti e attuali posizioni sul rigassificatore e altri temi ambientali.