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Energia solare: l’Ue ha raggiunto l’obiettivo 2025 con 406 GW installati, ma non centrerà il target 2030. Male l’Italia

Con una contrazione dello 0,7% (da 65,6 ulteriori GW nel 2024 a 65,1 GW nel 2025) quello che si sta per chiudere segna il primo anno dal 2016 in cui l’Europa ha installato meno capacità fotovoltaica rispetto all’anno precedente. Aumenti consistenti in Francia, che sale sul podio insieme a Germania e Spagna e scalza il nostro Paese, che ha stato installato meno su base annuale: da 6,1 GW nel 2024 a 5,2 GW nel 2025
 |  Nuove energie

Bene nell’immediato. Benino, se quest’immediato viene letto nell’ottica dei risultati dell’ultimo decennio. Male, se viene letto in prospettiva riguardo gli obiettivi del prossimo quinquennio.

Secondo le ultime analisi di SolarPower Europe, nell’Ue l’energia da fotovoltaico continua ad aumentare, ma con una crescita più debole rispetto agli anni passati. Tanto che a detta della principale associazione impegnata nel settore degli impianti solari, gli anni di boom di questa tecnologia sono finiti: con una contrazione dello 0,7% da 65,6 GW installati nel 2024 a 65,1 GW installati nel 2025, quello che si sta per chiudere segna il primo anno dal 2016 in cui l’Ue ha installato meno energia solare rispetto all’anno precedente.

Il bilancio per questo 2025 non è affatto negativo, non foss’altro perché in questa tappa di metà decennio l’Europa ha raggiunto e anche superato l’obiettivo prefissato nella cosiddetta “Strategia solare” del 2022: la stima al 31 dicembre è che entro i confini dell’Ue avremo installato 406 GW di impianti di energia solare, 6 GW in più dell’obiettivo comunitario di 400 GW.

A rovinare la festa c’è però il fatto, sottolineato nel report di SolarPower Europe, che il rallentamento nella crescita del fotovoltaico registrato quest’anno è destinato a continuare nel 2026 e nel 2027, con una ripresa della crescita nel 2028 e nel 2029 e il ritorno dell’Ue ai livelli di installazione solare del 2025 nel 2030, con circa 67 GW di installazioni annuali. Perché queste proiezioni non permettono di festeggiare per il risultato raggiunto? Perché nello scenario più probabile individuato dai ricercatori dell’associazione di settore, l’insieme dei dati certifica che l’Ue non raggiungerà il suo obiettivo solare di 750 GW fissato per il 2030. Spiega la ceo di SolarPower Europe, Walburga Hemetsberger: «Il numero può sembrare piccolo, ma il simbolismo è grande. Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo solare per il 2025, ma ora, per la prima volta, il nostro obiettivo per il 2030 sta diventando irraggiungibile. Questa interruzione nella crescita del mercato solare arriva in un momento cruciale in cui l’accelerazione è essenziale. Il solare sta ora dando i suoi frutti in Europa: nel 2025 il 13% dell’elettricità europea è di origine solare. A giugno abbiamo fornito la maggior parte dell’energia rispetto a tutte le altre fonti nell’Ue. È fondamentale che i responsabili politici implementino ora quadri normativi solidi per l’elettrificazione, la flessibilità del sistema e lo stoccaggio dell’energia, al fine di garantire che il solare guidi la transizione energetica dell’Europa per il resto di questo decennio».

Parole tanto più vere se si pensa che grazie al notevole calo dei costi delle batterie, che ha toccato -40% nel 2024 con prospettive di ulteriore diminuzione nel 2025, il fotovoltaico sta diventando una forma di energia distribuibile sempre più conveniente. Il problema è che una serie di fattori sta creando serie difficoltà al settore. In primis, viene spiegato dall’associazione, il clima di incertezza che a livello europeo, dopo la crisi energetica innescata dall’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina all’inizio del 2022, ha portato a una riduzione dei programmi di sostegno per il fotovoltaico residenziale e a un percepito allentamento della pressione sui prezzi dell’energia per le famiglie, il che ha rallentato drasticamente il mercato del solare domestico. Stando ai dati forniti da SolarPower Europe, il fotovoltaico sui tetti residenziali ha subito un forte rallentamento nell’ultimo biennio, passando dal 28% della capacità installata nell’Ue nel 2023 al misero 14% nel 2025: la metà esatta. E per la prima volta, sottolinea sempre l’associazione di settore, i parchi solari hanno rappresentato oltre il 50% della capacità solare installata.

L’analisi di SolarPower Eu fornisce anche un quadro della situazione dettagliato paese per paese. E qui c’è un dato che fa riflettere particolarmente circa l’Italia. In generale, il primo fattore che emerge da questa sezione del rapporto, è che la classifica dei paesi dell’Ue rimane relativamente stabile. Germania e Spagna hanno mantenuto la loro leadership come maggiori mercati solari del Vecchio continente, trainati da progetti su scala industriale, mentre anche in questi due Stati gli incentivi per i tetti hanno subito un rallentamento. Se si è sottolineato che la classifica rimane relativamente stabile è perché, a guardar bene, un cambiamento c’è stato. E riguarda proprio l’Italia. Fino all’anno scorso eravamo sul podio, dopo le inattaccabili Germania e Spagna. Quest’anno no, al terzo posto per capacità solare maggiore in Europa c’è la Francia, che ci ha superato spinta da una forte espansione commerciale e su larga scala. Questo, mentre il settore del fotovoltaico sui tetti in Italia ha subito una forte contrazione a seguito della graduale eliminazione dei programmi di sostegno. Un’altra novità nella classifica è che la Romania e la Bulgaria sono entrate per la prima volta nella top 10 dei mercati solari, con la Romania che vanta il tasso di crescita più rapido tra i suoi pari e l’impennata della Bulgaria legata alle scadenze dei finanziamenti nazionali per la ripresa. Guardando ai primi dieci mercati, la metà di essi ha installato meno energia solare nel 2025 rispetto al 2024. E anche in questo gruppo noi ci siamo, visto che nella lista fornita da SolarPower degli Stati che hanno installato meno su base annuale figurano: Italia (da 6,1 GW nel 2024 al 5,2 nel 2025), Polonia, Grecia, Paesi Bassi e Portogallo.

La conclusione dell’associazione è che le condizioni di mercato variano all’interno dell’Ue, ma «esistono ostacoli comuni da superare a livello europeo». Le raccomandazioni politiche del rapporto si concentrano sulla «ridefinizione della sicurezza energetica intorno alle fonti rinnovabili, l’adozione di una strategia globale per la flessibilità, il miglioramento delle procedure di autorizzazione, il potenziamento del mercato del solare sui tetti e la creazione di catene di approvvigionamento solari più sostenibili e resilienti». Raccomandazioni uguali per tutti i governi, ma che valgono ancor di più per un governo come quello italiano che, con il decreto Aree idonee prima e con quello Transizione 5.0 ora, non sembra in grado di fornire le giuste risposte di fronte alle necessità e alle opportunità del settore e, in definitiva, degli utilizzatori finali, che devono far fronte a un costo dell’energia tra i più alti d’Europa.

Simone Collini

Dottore di ricerca in Filosofia e giornalista professionista. Ha lavorato come cronista parlamentare e caposervizio politico al quotidiano l’Unità. Ha scritto per il sito web dell’Agenzia spaziale italiana e per la rivista Global Science. Come esperto in comunicazione politico-istituzionale ha ricoperto il ruolo di portavoce del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel biennio 2017-2018. Consulente per la comunicazione e attività di ufficio stampa anche per l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Unisin/Confsal, Ordine degli Architetti di Roma. Ha pubblicato con Castelvecchi il libro “Di sana pianta – L’innovazione e il buon governo”.