La domanda globale di carbone ha raggiunto un plateau e potrebbe diminuire leggermente entro il 2030
Un nuovo rapporto realizzato dall’Agenzia internazionale dell’energia (International energy agency, Iea) rileva che la domanda globale di carbone è destinata ad aumentare dello 0,5% nel 2025, raggiungendo il livello record di 8,85 miliardi di tonnellate, dopodiché dovrebbe diminuire leggermente entro la fine di questo decennio, a causa soprattutto dell’accelerazione impressa in Cina sulle fonti rinnovabili.
A far segnare un sostanziale equilibrio da scenario plateau hanno contribuito quest’anno due altri fattori. In India, una stagione monsonica precoce e intensa ha portato a un calo dell’uso annuale di carbone per la terza volta in cinquant’anni. Negli Stati Uniti a guida Trump, invece, l’aumento dei prezzi del gas naturale e le misure politiche che hanno rallentato la dismissione delle centrali a carbone hanno fatto aumentare il consumo di questo combustibile, che era in calo da 15 anni. Come nota il sito web britannico Carbon brief, sebbene la domanda di carbone negli Stati Uniti sia destinata a continuare a diminuire, il calo sarà più lento rispetto alle previsioni dello scorso anno, grazie alle nuove misure adottate dal governo federale a sostegno di questo combustibile. Ma il trend col segno meno è tracciato un po’ ovunque, seppur a livelli altalenanti. Dopo due anni di cali a doppia cifra, la domanda di carbone nell'Unione europea è diminuita nell’ultimo anno in misura modesta. Allo stesso tempo, in Cina, dove tra l’altro il livello delle emissioni risulta stabile da 18 mesi e si prevede presto un calo, l’uso del carbone è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al livello del 2024.
Se in Italia l'ultima notizia su questo combustibile riguarda il fatto che mantenere in vita due centrali a carbone ci costerà 100 milioni di euro l’anno, dal report appena diffuso dalla Iea emerge soprattutto che entro il 2030 la domanda globale di carbone dovrebbe registrare una diminuzione a livello globale, tornando allo stesso livello del 2023. Ciò è dovuto in gran parte ai cambiamenti nel settore energetico, che oggi rappresenta i due terzi del consumo totale di carbone. A provocarli sono fattori per così dire ambientalmente positivi, e altri meno. In primis c’è l’aumento della capacità rinnovabile, mentre sul versante negativo c’è l’enorme ondata di gas naturale liquefatto che sta arrivando sul mercato, che insieme all’espansione del nucleare fa prevedere ai ricercatori della Iea che la produzione di energia elettrica da carbone diminuirà a partire dal 2026.
In Cina, in particolare, che attualmente rappresenta oltre la metà del consumo globale di carbone, la domanda dovrebbe diminuire leggermente entro la fine del decennio. Il Paese continua a sviluppare rapidamente la capacità di energia rinnovabile e il governo punta a raggiungere il picco del consumo interno di carbone entro il 2030.
«Nonostante le tendenze insolite in diversi mercati chiave del carbone nel 2025, le nostre previsioni per i prossimi anni non sono cambiate in modo sostanziale rispetto a un anno fa: prevediamo che la domanda globale di carbone si stabilizzerà prima di diminuire leggermente entro il 2030», ha affermato Keisuke Sadamori, direttore dei mercati energetici e della sicurezza della Iea. «Detto questo, ci sono molte incertezze che influenzano le prospettive per il carbone, in particolare in Cina, dove gli sviluppi - dalla crescita economica e dalle scelte politiche alle dinamiche del mercato energetico e alle condizioni meteorologiche - continueranno ad avere un'influenza enorme sul quadro globale. Più in generale, le tendenze nella crescita della domanda di elettricità e l'integrazione delle energie rinnovabili in tutto il mondo potrebbero influenzare la traiettoria del carbone».
Il maggiore aumento in termini assoluti del consumo di carbone entro il 2030 è previsto in India, dove la domanda dovrebbe crescere in media del 3% all’anno, portando a un aumento complessivo di oltre 200 milioni di tonnellate. Nel frattempo, la crescita più rapida è prevista nel Sud-Est asiatico, dove la domanda dovrebbe aumentare di oltre il 4% all’anno fino al 2030.
Secondo il rapporto realizzato alla Iea, se la Cina dovesse registrare una crescita del consumo di elettricità superiore alle previsioni, un rallentamento dell’integrazione delle energie rinnovabili o forti investimenti nella gassificazione del carbone, la domanda globale di carbone potrebbe superare le previsioni. Ma al momento non è questo lo scenario più probabile. Negli ultimi anni, la domanda cinese di carbone ha sostenuto il commercio globale, attenuando l’impatto del calo delle importazioni dall'Unione europea, dal Giappone, dalla Corea e da altri paesi. Tuttavia, la Cina ha ridotto le importazioni nel 2025 a causa dell’eccesso di offerta e della domanda stagnante, una tendenza che dovrebbe continuare fino al 2030. Ciò porterà a una riduzione del commercio di carbone a livello mondiale. Secondo il rapporto, il carbone metallurgico sembra avere prospettive più solide grazie alla dipendenza dell’India dalle importazioni per sostenere la sua industria siderurgica in crescita.
Nel complesso, in un contesto caratterizzato da prospettive di domanda poco incoraggianti, scorte abbondanti e prezzi più bassi che comprimono i margini di profitto, il rapporto prevede un calo della produzione di carbone nella maggior parte dei principali paesi produttori fino al 2030. Tra questi figurano la Cina, a causa del calo della domanda interna, e l’Indonesia, che risentirà della contrazione degli scambi commerciali. L’India sembra essere un’eccezione, con un aumento della produzione di carbone dovuto alla volontà del governo di ridurre la dipendenza del paese dalle importazioni.