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Mobilità elettrica: un cambiamento necessario, conveniente e sostenibile

Ogni 20.000 km si risparmiano circa 1700 euro tra bollo, assicurazione e manutenzione. E se si ricarica a casa con energia rinnovabile, il costo chilometrico è la metà rispetto al gasolio
 |  Trasporti e infrastrutture

La mobilità elettrica rappresenta una rivoluzione tecnologica e culturale. Non si tratta solo di sostituire il motore termico con quello elettrico, ma di adottare un nuovo approccio che porta benefici economici, ambientali e di sicurezza. Tuttavia, esistono ancora molti pregiudizi che ostacolano la sua diffusione. Facciamo chiarezza.  

1. Sicurezza: le auto elettriche si incendiano più delle termiche? No, anzi il contrario  

Uno dei falsi miti più diffusi riguarda il rischio di incendio. Le auto ibride, che combinano componentistica termica ed elettronica di potenza, hanno effettivamente un rischio maggiore rispetto alle termiche. Le auto full electric, invece, hanno una probabilità di incendio 60 volte inferiore rispetto alle termiche.

Il motivo è semplice: le auto elettriche operano a temperature intorno ai 70 gradi, perché oltre questo limite i componenti elettronici si danneggiano. Il motore termico, invece, arriva a 2500 gradi in camera di combustione, con temperature superficiali che superano i 200 gradi anche dopo lo spegnimento.  

Nonostante questi dati, molti percepiscono erroneamente le termiche come più sicure. Si tratta di un errore mentale legato all’abitudine, ma le assicurazioni, che si basano su dati reali, applicano premi più bassi alle elettriche proprio perché il rischio di incendio è nettamente inferiore.  

2. Il prezzo della ricarica e la nuova modalità d’uso  

L’auto elettrica non deve essere utilizzata con la stessa logica delle termiche. Va ricaricata principalmente a casa, di notte, con una potenza di 2 kW, il che permette di ricaricare 20 kWh in circa 10 ore, pari a un’autonomia giornaliera di 140 km.  

Le batterie moderne hanno autonomie tra 400 e 500 km, sufficienti per la stragrande maggioranza degli automobilisti. Nei rari casi di viaggi lunghi, si può utilizzare la ricarica rapida: i supercharger Tesla a 250 kW consentono di ricaricare dal 10% al 95% in circa 40 minuti, spesso meno del tempo necessario per il ristoro.  

Dunque, i tempi di ricarica sono un problema solo per chi non ha mai guidato un’auto elettrica. Chi ha esperienza scopre che il tempo necessario per ricaricare è inferiore a quello della pausa pranzo o di riposo durante il viaggio.  

3. Costi: le elettriche sono troppo costose? Un falso mito  

Molti pensano che le auto elettriche siano più costose rispetto alle termiche, ma questa convinzione sta cambiando rapidamente. L’arrivo in Italia di marchi come BYD ha rivoluzionato il mercato, con vetture di qualità superiore rispetto ai produttori europei a prezzi più competitivi, superando anche Tesla in rapporto qualità-prezzo.  

Oltre al prezzo iniziale, le elettriche permettono un risparmio enorme nel corso degli anni: bollo auto azzerato, assicurazione dimezzata, manutenzione quasi inesistente e costo chilometrico ridotto.  

La frenata rigenerativa permette inoltre di ridurre drasticamente l’usura dei freni. A differenza di un’auto termica, l’elettrica ricarica la batteria durante la decelerazione e la frenata, mentre le termiche disperdono questa energia in calore.  

Ogni 20.000 km si risparmiano circa 1700 euro tra bollo, assicurazione e manutenzione. Se si ricarica a casa con energia rinnovabile, il costo chilometrico è la metà rispetto al gasolio. Anche quando si ricarica ai supercharger Tesla, il costo rimane inferiore rispetto al carburante fossile.  

4. Impatto ambientale e fake news sull’estrazione delle materie prime  

Le lobby degli idrocarburi diffondono false informazioni per rallentare il cambiamento. Molti affermano che la produzione delle batterie è dannosa per l’ambiente, ma questi argomenti si basano su dati fuorvianti.  

La realtà è ben diversa: i materiali delle batterie vengono estratti una sola volta e durano almeno 15 anni, con un tasso di riciclo dell’80%. Al contrario, il petrolio viene estratto ogni giorno, generando un impatto ambientale enorme.  

Ogni litro di petrolio destinato ai distributori richiede circa 1.6 kWh di energia solo per la raffinazione e il trasporto. Se analizziamo l’impatto complessivo, il motore termico è molto più dannoso rispetto a quello elettrico.  

5. La Cina e il ruolo globale nella transizione energetica  

La Cina sta evolvendo rapidamente verso la sostenibilità ed è il leader mondiale nella mobilità elettrica. BYD, infatti, è oggi la miglior casa automobilistica per qualità e prezzo, avendo superato Tesla in molti aspetti.  

Anche nel settore energetico, il paese sta correndo a velocità impressionante rispetto all’Europa. Nel 2024 ha installato 334 GW di fotovoltaico, pari alla capacità fotovoltaica totale di tutta Europa fin dalle sue origini, che ammonta a 338 GW. Inoltre, negli ultimi cinque anni ha chiuso 80 centrali a carbone e sta investendo in rinnovabili come nessun altro paese al mondo.  

Questa trasformazione dimostra che il futuro della mobilità e dell’energia è elettrico. Le città più avanzate, come Shanghai, incentivano l’elettrico con misure concrete: la targa per un’auto termica costa 10.000 euro, mentre la targa per un’auto elettrica è gratuita. Il principio è chiaro: chi genera danni ambientali deve pagarli, mentre chi adotta soluzioni sostenibili deve essere incentivato.  

Conclusione: la mobilità elettrica è il presente  

Considerando la qualità della vita, il risparmio economico e l’impatto ambientale, la mobilità elettrica non è solo il futuro, ma già il presente. Adottarla significa spendere meno, inquinare meno e vivere meglio.

Alessandro De Lorenzi

Alessandro De Lorenzi è ingegnere energetico e gestionale indipendente, con base a Conegliano, Founder della rete collaborativa di professionisti SinergiAmbiente. Esperto nel settore finanziario ed energetico, con una solida formazione accademica, ha maturato esperienze in analisi finanziaria, gestione portafoglio energia e consulenza tecnica per grandi energivori partendo da Confindustria Treviso, poi in Alperia. Il suo impegno si estende anche alla didattica, divulgazione e alla formazione professionale oltre che nella realizzazione concreta della transizione energetica sul territorio italiano.