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I dati riportati dalla terza edizione dello studio “EV Charging Outlook di PwC Strategy&”

Auto elettriche, quota di mercato verso quota 22% in Europa entro l’anno. In Italia siamo fermi al 5%

La previsione è che ci saranno 13 milioni di nuove immatricolazioni di veicoli a batteria nei prossimi 10 anni. Per quanto riguarda i punti di ricarica, il report segnala che nel continente la domanda raggiungerà 200 TWh con 55 milioni di colonnine entro il 2035
 |  Trasporti e infrastrutture

Entro quest’anno, la quota di mercato dei veicoli elettrici andrà da un minimo del 18% al massimo del 22% del totale, in Europa. Come tutte le medie, incorpora percentuali sorprendentemente più alte in alcuni Paesi, altre miseramente più basse in altri Paesi. Ed ecco due esempi di questo tipo della percentuale di adozione di veicoli a batteria oggi in Europa: in Norvegia si attesta al 90%, in Italia al 5%.

Tutto ciò, insieme alla previsione che ci saranno 13 milioni di nuove immatricolazioni di auto elettriche nei prossimi 10 anni per una stima di percentuale di crescita tra il 70% e il 90% sulle vendite totali, emerge dalla terza edizione dello studio “EV Charging Outlook di PwC Strategy&” (consultabile per intero nel Pdf al termine dell’articolo), che analizza lo stato attuale delle infrastrutture di ricarica in Europa e l’evoluzione attesa fino al 2035 in un contesto di progressiva crescita del parco circolante di auto elettriche.

Dopo il rallentamento rilevato nel 2024, l'adozione di veicoli Bev (Battery Electric Vehicle, veicolo elettrico a batteria) sta riprendendo quota. «Entro il 2035 i veicoli elettrici a batteria raggiungeranno una quota compresa tra il 70 ed il 96% delle vendite totali, con circa 13 milioni di nuove immatricolazioni previste, e rappresenteranno tra il 23% e 34% del totale parco dei veicoli leggeri, con uno stock atteso di circa 88 milioni di veicoli elettrici su strada. La variabilità è legata sostanzialmente all’evoluzione del quadro regolatorio e allo sviluppo tecnologico, con particolare riguardo al rapporto tra prezzo di acquisto del veicolo e range di autonomia», spiega Christian Alessandrini, partner e industrials & services leader di PwC Italia.

Come si diceva all’inizio però, l'adozione dei veicoli elettrici a batteria è tutt'altro che lineare in tutta Europa: in Norvegia rappresentano il 90% delle nuove immatricolazioni, mentre in Italia superano di poco il 5% in Italia, a fronte di una media europea che attualmente è intorno al 16%. Per accelerare la diffusione nel parco, sarà fondamentale soddisfare la maggior parte della domanda, con modelli di veicoli elettrici che siano economicamente più accessibili, senza compromettere la redditività dei produttori.

Per quanto riguarda le infrastrutture di ricarica, il report segnala che in Europa la domanda raggiungerà 200 TWh con 55 milioni di punti di ricarica entro il 2035. La rete di ricarica pubblica veloce sta infatti crescendo molto più rapidamente rispetto al numero di veicoli elettrici, contribuendo a ridurre l'ansia dei consumatori sull’autonomia. Tuttavia, gli utenti continuano a evidenziare criticità legate a costi, tempi di attesa, disponibilità e comodità di accesso al sito di ricarica. La quota di ricarica pubblica, oggi minoritaria rispetto a quella domestica, è destinata a crescere rapidamente passando da poco meno del 25% nel 2025 a circa il 38% (tra lenta e rapida) nel 2035.

In Italia, si prevede che la domanda di ricarica raggiungerà i 23 TWh al 2035, supportata di circa 5 milioni di punti di ricarica, di cui circa 4,4 milioni domestici e 600.000 pubblici. A marzo 2025, le colonnine di ricarica pubblica hanno raggiunto quota 65.900, di cui circa 4.200 con potenza superiore a 150kW.

Negli ultimi anni, la ricarica dei veicoli elettrici ha attratto molte aziende, dagli specialisti hardware e software ai fornitori di soluzioni integrate e agli operatori di rete. Tuttavia, la redditività continua a rappresentare una sfida per tutto il settore. Gli operatori, impegnati a crescere su scala, sono ostacolati da una congiuntura di mercato inferiore alle aspettative di sviluppo del parco Bev, che ha ridimensionato le ambizioni di crescita, portando di conseguenza ai primi default e uscite dal mercato.

Nonostante l’andamento delle azioni delle società quotate risenta di prospettive meno ottimistiche sulle vendite dei veicoli elettrici, le aziende leader di settore proseguono nella raccolta di finanziamenti per sostenere la propria crescita, attraverso tre misure essenzialmente. La prima: raccolta di capitale a debito nel segmento CPO (Charge Point Operator) per le piattaforme con un modello di bancabilità comprovato. La seconda: considerevoli finanziamenti B-series nel segmento software (Cpms Charge Point Management Systems) a supporto dello sviluppo della piattaforma. E la terza: joint venture e partnership intersettoriali come soluzione rispondere alle sfide energetiche.

L'adozione crescente di veicoli elettrici Bev, tra l’altro, aumenta il consumo di energia e richiede una maggiore stabilità della rete ma offre anche opportunità di sviluppo e sinergie se abbinata a una gestione intelligente dell'energia e alla generazione e stoccaggio distribuiti, con sistemi di accumulo e tecnologie come il Vehicle-to-Grid (V2G), che consentono l'ottimizzazione e l'aggregazione tra dispositivi e posizioni.

«Per sbloccare le opportunità di mercato, si stanno abbattendo progressivamente le barriere tra settori e stanno emergendo nuove joint venture e partnership tra i player automotive, utilities, vendor di infrastrutture e sistemi di ricarica, società di sviluppo software & data protection e mondo del real estate. In particolare, stiamo assistendo ad un numero crescente di collaborazioni per assicurare la stabilità della rete e l'ottimizzazione energetica tra asset e utenti», conclude Alessandrini.

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Redazione Greenreport

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