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Il report Istat: aumentano gli incidenti in autostrada (+7%). E tra i motociclisti vittime a +13%

I dati relativi al 2024. Aumento dei morti anche tra gli occupanti di autocarri, +30,4%. Più infortunati, rispetto al 2023, anche tra gli utenti di monopattini. L’Asaps: «Così il traguardo della diminuzione del 50% della sinistrosità e della mortalità entro il 2030, come indicato dall’Ue è assolutamente irraggiungibile»
 |  Trasporti e infrastrutture

«Nel 2024 si è consolidato definitivamente il ritorno a una mobilità su livelli analoghi a quelli pre-pandemia, con un aumento degli spostamenti per motivi di lavoro, studio e turismo. Sul fronte dell’incidentalità stradale, il numero delle vittime è rimasto pressoché stabile rispetto al 2023, mentre si registra un aumento degli incidenti e dei feriti». Lo segnala l’Istat nell’ultimo rapporto dedicato agli incidenti stradali, relativo all’anno 2024, realizzato insieme all’Aci. Il maggior numero di vittime si è registrato tra i motociclisti – 830, +13,1% rispetto al 2023 – e gli occupanti di autocarri (146, +30,4%) mentre l’aumento maggiore degli incidenti e dei feriti si è registrato soprattutto sulle autostrade: +6,9% incidenti, +7% di feriti.

Nel complesso, dall’analisi condotta da Istat emerge che nello scorso anno il numero degli incidenti e dei feriti è aumentato su tutte le tipologie di strade, mentre quello delle vittime si conferma stabile rispetto all'anno precedente. Il numero di morti in incidenti stradali ammonta a 3.030 (-0,3% rispetto al 2023, quando erano stati 3.039), quello dei feriti a 233.853 (+4,1%), per un totale di 173.364 incidenti stradali (+4,1%). Il tasso di mortalità stradale passa da 51,5 a 51,4 morti ogni milione di abitanti. Rispetto al 2019, le vittime e i feriti sono diminuiti (rispettivamente del -4,5% e -3,1%), mentre gli incidenti stradali mostrano un leggero aumento (+0,7%).

Il maggior incremento di incidenti e feriti nel 2024 si registra appunto sulle autostrade (+7,1%), a fronte della diminuzione sulle strade urbane (-2,1%) e del leggero aumento su quelle extraurbane (+0,1%). Gli incidenti su autostrade e strade extraurbane aumentano anche nel confronto con il 2019 (+4,0% e +2,7% rispettivamente).

Il numero delle vittime cresce tra i conducenti e i passeggeri di motocicli, di monopattini e di autocarri, mentre diminuisce per le altre categorie. In particolare, si contano 830 vittime tra i motociclisti (+13,1% rispetto al 2023) e 146 tra gli occupanti di autocarri (in aumento del 30,4%); tra gli utenti di monopattini elettrici aumentano anche gli infortunati: il numero dei feriti sale a 3.751 e quello dei morti (entro i 30 giorni dall'incidente) a 23, cui si aggiunge 1 pedone (nel 2023 erano rispettivamente 3.195 e 21). Le vittime tra gli occupanti di auto scendono a 1.252 (-6,0% rispetto al 2023), tra i motociclisti a 61 (-10,3%), tra i pedoni a 470 (-3,1%) e tra gli utenti di biciclette - anche elettriche - a 185 (in diminuzione del -12,7% rispetto al 2023 quando erano 212).

I comportamenti errati alla guida più frequenti si confermano essere la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata. Insieme, costituiscono il 37,8% delle cause (85.339 casi), valore stabile nel tempo. La guida troppo veloce è il comportamento più sanzionato dopo la sosta vietata e rappresenta il 34% del totale delle violazioni del codice della strada. In lieve calo le sanzioni per mancato uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta per bambini, a fronte di un incremento di quelle per mancato uso del casco. Rimane elevato il numero di sanzioni per uso improprio di dispositivi in auto e aumentano le sanzioni per guida sotto l'effetto di stupefacenti, in lieve calo quelle per guida in stato di ebbrezza.

I dati Istat, secondo l'Asaps, «sono estremamente deludenti e confermano che quando esprimevamo preoccupazione avevano ragione». L’Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale e l'Associazione Lorenzo Guarnieri Onlus sottolineano che «il traguardo della diminuzione del 50% della sinistrosità e della mortalità entro il 2030, come indicato dall'Ue è assolutamente irraggiungibile, perché dovremmo viaggiare dal 2021 al 2030 con un calo medio annuo del 6,7%, mentre in realtà nei primi cinque anni del decennio abbiamo registrato cali decisamente modesti».

Evidenziano le associazioni che «senza investimenti in educazione nelle scuole e sul posto di lavoro e sui controlli (sia attraverso l'incremento delle divise sulle strade che con l'uso della tecnologia), l'esito non potrà essere quello auspicato». Per ora, fanno notare, «rimaniamo al 19/o posto fra i paesi Ue e con 51 morti per ogni milione di abitanti, che ci iscrive d'ufficio fra i peggiori rispetto alla media di 45 morti dell'Ue dei 27». Per Asaps e Alg «non si tratta solo di un dramma sociale, ma anche economico. I 18 miliardi di costi sociali annui indicati dal Mit sono solo la punta dell'iceberg: a questi vanno aggiunti i costi dei feriti non rilevati dalle forze dell'ordine, i costi per il Ssn in cronico e i danni alle cose, raggiungendo e superando i 30 miliardi l'anno».

Redazione Greenreport

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