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Dopo Genova, Livorno: i portuali respingono l'arrivo di una nave della compagnia israeliana Zim

Usb: «È impensabile poter pensare di lavorare una nave della compagnia armatoriale israeliana. Non è solo una questione di coscienza ma anche un messaggio politico che vogliamo mandare»
 |  Trasporti e infrastrutture

Nella sera del 27 settembre, durante la partenza del corteo in solidarietà alla Palestina a Genova, i portuali del Calp sono stati avvisati dai lavoratori in turno che, proprio in quel momento, al terminal Spinelli era ormeggiata la Zim New Zealand, nave della compagnia israeliana Zim, con a bordo dieci container sospetti.

Di fronte a questa segnalazione, i portuali – insieme a una parte della città – hanno scelto di entrare in porto per impedire il carico della nave, mentre un numero sempre maggiore di persone si è diretto in solidarietà verso Varco Etiopia. Il sindacato Usb ha immediatamente proclamato uno sciopero di 24 ore a partire dalle 21.30 presso il terminal, per garantire ai lavoratori la possibilità di astenersi da ogni operazione di carico e scarico potenzialmente connessa a traffici di armamenti.

Poche ore dopo, grazie alla forza della mobilitazione e alla presenza massiccia di lavoratori, studenti e cittadine e cittadini solidali, è stato ordinato alla nave di lasciare immediatamente la banchina. 

Successivamente, un corteo partito da Varco Etiopia ha raggiunto la piazza Matteotti, dove si è tenuta la prima mobilitazione cittadina per raccontare quanto accaduto nel corso della notte e rilanciare la necessità di uno sciopero generale immediato in caso di attacco alla Global Sumud Flotilla.

Nel frattempo, è giunta notizia che nel porto di Livorno la nave Zim Virginia dovrebbe attraccare presso il terminal Darsena Toscana, nella notte di lunedì 29 settembre; la Rsu Usb di Alp insieme alla segreteria Usb è pronta a dichiarare sciopero qualora anche i lavoratori dell'art 17 dovessero essere avviati su quella nave.

«È impensabile – dichiarano dal sindacato – che in questo momento drammatico, in cui la popolazione di Gaza è sotto attacco e stremata dalla fame, e mentre i nostri fratelli e sorelle sulla Global Sumud Flottilla sono minacciati costantemente, poter pensare di lavorare una nave della compagnia armatoriale israeliana. Non è solo una questione di coscienza ma anche un messaggio politico che vogliamo mandare».

Nel solco della mobilitazione permanente lanciata da Usb, prosegue la costruzione delle 100 piazze per Gaza, in vista della grande manifestazione nazionale del 4 ottobre, per rompere la complicità del nostro Paese con lo Stato di Israele e dire basta all’economia di guerra.

 

Redazione Greenreport

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