Il trasporto pubblico locale viaggia coi bastoni tra le ruote: i casi di Roma e Milano
Il trasporto pubblico locale in Italia viaggia coi bastoni tra le ruote, zavorrato da investimenti cronicamente insufficienti, ridotto a fanalino di coda rispetto a quello di altri Paesi europei. Il quadro complessivo è sato illustrato oggi nell’ambito della campagna “Mind the Gap” di Clean cities. Un quadro che può essere sintetizzato in un solo, gigante dettaglio: nel nostro Paese, negli ultimi 5 anni, il trasporto pubblico locale ha perso 4 miliardi di euro a causa dall’inflazione. Per puntare l’attenzione sull’importanza del settore e chiedere maggiori investimenti, Clean Cities, la coalizione europea di oltre 130 Ong che ha come obiettivo una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030, ha organizzato questa mattina dei flash mob a Roma e Milano.
Nella Capitale, alla fermata dell'autobus di Viale Einaudi, la sagoma di un salvadanaio gigante e un assegno oversize sono stati gli elementi intorno a cui si è sviluppata l’azione degli attivisti e che hanno avuto il ruolo di richiamare l’attenzione sulla necessità di aumentare gli investimenti per un servizio pubblico più efficiente e accessibile. Con la metà dell’offerta, un quinto delle infrastrutture per metro e tram e un uso fino a 6 volte inferiore, infatti, il trasporto pubblico italiano è il fanalino di coda dell’Europa. Attorno agli oggetti extra large dell’allestimento le persone intervenute hanno animato scene di vita quotidiana - giocare a scacchi, fare la maglia, prendere un caffè - per raccontare come il trasporto locale sia parte della nostra giornata e meriti investimenti adeguati al suo valore sociale.
I numeri del finanziamento del trasporto locale per Roma sono presto detti: costa poco più di 912 milioni di euro all’anno. Più del 26% di questa quota proviene dal principale sistema di finanziamento del comparto, il Fondo nazionale trasporti, e da risorse regionali, il 33,4% invece arriva dai fondi del comune e poco più del 28% dalla tariffazione, quindi dai biglietti. La ripartizione rende evidente l’importanza di finanziare il Fondo ed è per questo che Clean cities chiede che già in legge di bilancio vengano stanziati 1,2 miliardi di euro. «Si tratta di investimenti significativi - spiega Claudio Magliulo per Clean cities - ma sulla stessa scala di quanto messo a disposizione per l’ecobonus dei veicoli privati. Va inoltre considerato che le casse dello Stato continuano a sostenere il peso di sussidi ambientali dannosi, il totale ammontare dei quali è stimato in un range che va dai 24,2 miliardi di euro catalogati dal ministero dell’Ambiente ai 78 miliardi di euro individuati dalle associazioni ambientaliste».
Il flash mob di Roma rientra nella campagna “Mind the gap”, nata con l’obiettivo di sensibilizzare i decisori sulla necessità di nuovi finanziamenti per il trasporto pubblico locale. Fanno parte della campagna anche il report, che mette a confronto il settore italiano con quelli del resto d’Europa e fa il punto sul sistema di finanziamento dell’intero reparto, e la petizione per richiedere nuovi investimenti. E il caso della Capitale è tutt’altro che isolato
Anche il trasporto pubblico milanese viaggia col freno a mano tirato: costa 792 milioni di euro all’anno, e il 33% di questa quota proviene dal principale sistema di finanziamento del comparto, il Fondo nazionale trasporti, e da risorse regionali; il 16% invece arriva dai fondi del comune e il 50% dalla tariffazione, quindi dai biglietti. La ripartizione rende evidente l’importanza di finanziare il Fondo ed è per questo che Clean cities ribadisce che 1,2 miliardi di euro vengano stanziati collocandoli sulla corsia al momento a portata di mano e più veloce, quella appunto della manovra finanziaria.