La campagna Spostastorie, via alla stagione di abbonamenti. Il tempo liminale: un anno per te, un anno con noi
Spostare persone, storie, sogni. Ma anche idee, giudizi, preconcetti. Il lavoro di at si muove da sempre lungo un doppio binario immaginario: da una parte l'aspetto pratico – sistemico, diciamo – del trasporto pubblico, quello sicuramente più visibile e immediato, autobus, corsie, percorsi, linee. Tutto quello che fisicamente concorre a mettere in moto migliaia di mezzi per milioni di utenti ogni giorno dell'anno. Ma c'è un altro aspetto nel lavoro e nella missione di at, che l'azienda sta portando avanti con altrettanta pervicacia: quello di un cambiamento che vuol esser culturale, un risveglio delle coscienze di tutte quelle persone che compongono la nostra comunità, con l'obiettivo di arrivare anche a chi non ne fa ancora parte. Se il lavoro pratico è sicuramente complesso, con l'azienda che ha fatto da apripista nel settore del trasporto pubblico in Italia - anche solo per il fatto di avere una storia, ad oggi, unica e per questo non paragonabile ad altre - il lavoro culturale presenta sicuramente sfide altrettanto ambiziose. Sfide che possono essere vinte, come già dimostrato dal sondaggio che l'agenzia EMG ha realizzato pochi mesi fa per l'emittente locale Toscana Tv (qui il link all'articolo) e dal quale si evinceva chiaramente che le persone che provano il trasporto pubblico premiano il nostro servizio (il 52% degli intervistati giudicò positivamente il tpl su gomma in Toscana, percentuale che arriva addirittura al 90% fra coloro che hanno provato il servizio in prima persona). La strada è tracciata, ora è necessario perseguirla.
Meno tempo nel traffico, più tempo per me
L'idea alla base della comunicazione di at consiste nel non limitarsi a promuovere l'utilizzo del mezzo pubblico in sé, ma nel rendere più immediati e comprensibili i benefici che sono propri di una maggiore diffusione del muoversi collettivamente. Benefici che riguardano l'ambiente, il traffico ma anche la nostra salute, fisica e mentale. Che non vanno inventati o millantati, no: basta saperli raccontare, diffondere, portare alla luce. Il Terram Institute, un gruppo di studio parigino che si occupa di territorio, ha realizzato un interessante sondaggio che dimostra come il 70% dei fruitori di bus abbia bassi livelli di stress, che deriva dal non dover cercare parcheggio (73% degli intervistati), dal non dover guidare in prima persona (65%), dall'aver spese ridotte rispetto a un mezzo privato (62%) e, più in generale, dall'aver del tempo per se stessi. Tempo da investire nell'ascolto di un podcast, nella lettura di un bel libro o, semplicemente, nella possibilità di disconnettersi per qualche minuto da una vita sempre più stressata e connessa. Ritrovare se stessi mentre si è in mezzo agli altri.
La campagna spostastorie: via agli abbonamenti
Il mese di settembre è storicamente un periodo focale per l'azienda: è il mese in cui il mondo torna a correre dopo gli ozi di agosto e nel quale vengono rinnovati gli abbonamenti. Proprio in occasione di questo importante momento, at sceglie di lanciare la campagna Spostatorie, per incentivare ulteriormente l'utilizzo del mezzo pubblico, partendo proprio dai dati raccolti dal Terram Institute: questi ci dicono che il 31% dei passeggeri ascolta spesso la musica – l'attività sicuramente più diffusa a bordo – il 26% legge o consulta testi digitali mentre il 18% sfrutta il tempo di percorrenza per sgombrare la testa dai pensieri nel tentativo di essere più lucidi. L'antropologo Marc Augè ha dato un nome a questo momento: tempo liminale, ovvero il tempo per se stessi, per l'io, per un' inaspettata intimità in un momento storico dominato dal presenzialismo a tutti i costi. Il momento per recuperare un podcast, un libro, per rispondere alle mail, organizzare la propria giornata o anche, semplicemente, un momento dove non fare niente, dove limitarsi a osservare il panorama dal finestrino può aiutare a staccarsi da una vita iperconnessa, sempre più virtuale eppure sempre più invasiva. Un momento per te che può durare un anno, il tempo di un abbonamento.