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Appuntamento al Centro giovani, mercoledì 9 luglio dalle 17

Piombino 2030, Legambiente e istituzioni a confronto per realizzare il Clean industrial deal sul territorio

Quattro punti per garantire un futuro (sostenibile) all’acciaio e al territorio locale
 |  Toscana

Piombino 2030: una proposta ecologista capace di futuro è il titolo del seminario pubblico organizzato da Legambiente per mercoledì 9 luglio, presso il Centro Giovani di Piombino (viale della Resistenza 4), dalle 17 alle 19.30. L’appuntamento intende offrire uno spazio di confronto trasparente e costruttivo tra cittadini, associazioni, sindacati e istituzioni, affinché le scelte industriali che si stanno delineando oggi per il rilancio dell’area siano coerenti con una visione lungimirante di sostenibilità ambientale, giustizia sociale e sviluppo territoriale.

Il seminario sarà presieduto da Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana, e introdotto da Adriano Bruschi, presidente del circolo Legambiente Val di Cornia. A seguire prenderanno la parola i rappresentanti delle principali istituzioni coinvolte nel processo di riconversione e sviluppo del polo siderurgico: Francesco Ferrari (sindaco di Piombino), Monia Monni (assessora all’Ambiente della Regione Toscana), Sandra Muccetti (Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno settentrionale), Gianni Anselmi (presidente II Commissione del Consiglio regionale toscano), Andrea Rafanelli (direttore della Direzione Ambiente della Regione Toscana).

Non mancheranno i contributi del mondo del lavoro e del terzo settore, con gli interventi di Loris Scarpa (coordinatore nazionale siderurgia Fiom Cgil), Gianfranco Francese (segretario generale Cgil Livorno), Elena Pampana (presidente Acli Toscana) e Simone Ferretti (presidente Arci Toscana). Le conclusioni saranno affidate alla segreteria nazionale di Legambiente, rappresentata da Maria Maranò e Andrea Minutolo.

La proposta che sarà presentata nel corso dell’incontro si articola in quattro punti chiave:

  1. Sciogliere i nodi ambientali irrisolti, affrontando con chiarezza le eredità inquinate del passato industriale e pianificando le bonifiche in modo integrato e trasparente.
  2. Costruire una filiera industriale circolare, capace di rilanciare la produzione siderurgica in forme compatibili con gli obiettivi climatici e di economia circolare fissati dall’Unione europea.
  3. Rileggere criticamente gli accordi di programma che si sono succeduti nel tempo, valutandone efficacia, limiti e possibili aggiornamenti in funzione del nuovo scenario energetico, ambientale e geopolitico.
  4. Promuovere una transizione giusta e partecipata, in grado di coniugare innovazione e inclusione, lavoro e ambiente, coinvolgendo la cittadinanza nelle scelte strategiche per il futuro del territorio.

Piombino ha un’occasione storica per diventare un laboratorio nazionale della transizione ecologica in ambito industriale: serve però una visione chiara, un patto forte tra istituzioni, imprese e cittadini, e la volontà politica di sciogliere i nodi strutturali che frenano lo sviluppo sostenibile dell’area. Una sfida non semplice, ma necessaria, per scrivere davvero una nuova pagina nella storia dell’acciaio a Piombino.

«Il nodo cruciale del convegno di mercoledì 9 luglio a Piombino sta nella necessità, che avvertiamo come Legambiente – sottolinea nel merito Bruschi – di una regia pubblica, che tenga insieme il risanamento ambientale dell’area Sin, gli insediamenti industriali, gli impatti, le infrastrutture, le risorse naturali e, soprattutto, i flussi di materia. Su questo territorio s’intrecciano interessi e necessità (private e pubbliche) di settori diversi, che necessitano di un coordinamento e di nuovi consistenti finanziamenti. Oltre all’area Metinvest, ci sono le superfici che non rientrano nella bonifica prevista e che possono servire ad attrarre altre imprese. Ci sono, poi, le aree portuali, le infrastrutture (viarie e ferroviarie), tutti comparti che necessitano di enormi quantità di materiali. Occorre governare questo coacervo di problemi, sapendo che tutto è interconnesso».

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Redazione Greenreport

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