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Italia prima in Europa per morti da inquinamento atmosferico: 43mila decessi prematuri l’anno da Pm2.5, 11mila da O3 e 9mila da NO2

 |  Editoriale

La qualità dell’aria che respiriamo è migliorata molto nel corso degli ultimi decenni, ma non abbastanza per evitare le decine di migliaia di morti che ancora causa l’inquinamento atmosferico. Secondo i nuovi dati (aggiornati al 2023) elaborati dall’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), da solo l’inquinante più pericoloso – ovvero le polveri sottili Pm2,5 – miete ogni anno 182.399 vite nell’Ue; all’ozono troposferico (O3) sono attribuiti invece 62.676 morti, mentre al biossido di azoto (NO2) 34.179 decessi.

Per guardare al bicchiere mezzo pieno, dal 2005 al 2023, mentre il Pil cresceva del 32%, i decessi prematuri attribuibili al Pm2.5 sono scesi del 57% nell’Ue e pure in Italia, anche se molto meno (il dato si ferma a -43,4% nello stesso periodo), restando lontanissima dai limiti tracciati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Risultato? L’Italia conquista ancora il triste primato del Paese Ue con più morti l’anno da inquinamento atmosferico: 43.083 da Pm2.5, 11.230 da O3, 9.064 da NO2.

Anche se non ce ne accorgiamo, l’inquinamento atmosferico uccide infatti in molti modi: cardiopatie ischemiche in primis, ma anche cancro al polmone, ictus, diabete mellito, broncopneumopatia cronica ostruttiva. Oppure introduce a malattie invalidanti, come la demenza.

«Investire nell’aria pulita significa investire nella nostra resilienza e competitività. Le politiche volte a ridurre l’inquinamento atmosferico hanno generato benefici che superano di gran lunga i loro costi. Ogni euro speso per l’aria pulita genera almeno quattro volte i benefici», spiega la commissaria Ue per l’Ambiente, la resilienza idrica e un’economia circolare competitiva, Jessika Roswall.

I settori dove sarebbe più urgente intervenire, per lenire gli impatti sulla salute, sono già chiari. Sappiamo infatti da dove arriva l’inquinamento atmosferico: le principali fonti di provenienza per le polveri sottili sono riscaldamento degli edifici, allevamenti e trasporti stradali; per il biossido d’azoto, il traffico veicolare; per l’ozono, trasporto su strada, riscaldamento e produzione di energia. E sappiamo anche dove agire: l’area più inquinata – e tra le più inquinate d’Europa – è la Pianura Padana. Cosa manca? La volontà politica di agire, e salvare vite.

fonti inquinamento atmosferico eea 2025

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.