
Salvini contro Salvini: sullo stop alle auto diesel Euro 5 il Governo smentisce sé stesso

La Lega ha proposto un nuovo emendamento al decreto Infrastrutture per posticipare al 31 ottobre 2026 il blocco alla circolazione nel periodo autunno-inverno – a ora previsto in avvio dal 1° ottobre di quest’anno – per le auto diesel Euro quattro Regioni che attraversano la Pianura padana, ovvero Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Il blocco è previsto nelle città con più di 30.000, abitanti tra le 8:30 e le 18:30 dei giorni feriali, per mettere un tetto all’inquinamento atmosferico, che ogni anno provoca migliaia di morti. Il ministro dei Trasporti e leader della Lega, Matteo Salvini, accusa l’Ue dicendo «no al Green deal e al solo elettrico dopo il 2035», definendolo «una follia». Ma il blocco alla circolazione dei diesel Euro 5 è previsto dal Decreto legge del 12/9/2023, n. 121, emanato dal Governo Meloni con Salvini ministro.
«Questo testo di legge prevede norme, concordate con le Regioni interessate del bacino padano – come spiega su Ambientenonsolo Andrea Tilche, per vent’anni alla Commissione Ue e oggi professore all’Università di Bologna –, per assicurare la piena esecuzione di due sentenze della Corte di Giustizia europea relative al mancato rispetto delle Direttive sulla qualità dell’aria per il sistematico superamento dei limiti di PM10 e NOx (indicati dal D.Lgs 155 del 2010, ndr) e quindi evitare una condanna a sanzioni pecuniarie molto onerose».
Peraltro il decreto del 2023 prevedeva anche lo stanziamento di 500 milioni di euro per favorire la sostituzione dei veicoli diesel interessati, che sono stati immatricolati fino al 1° settembre 2015, ovvero un decennio fa.
Si tratta dunque di una misura pensata per affrontare la crisi sanitaria da inquinamento atmosferico in corso nel Paese, dove un solo inquinante atmosferico (il particolato fine Pm2.5) uccide 15 volte più persone di tutti gli incidenti stradali.
A documentare l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute è la stessa Agenzia europea dell’ambiente (Eea), che mostra come l’Italia svetti ancora in testa tra i Paesi più inquinati dell’Ue con 48.600 morti l’anno per inquinamento da Pm2.5, 13.600 decessi prematuri da O3 e 9.600 da NO2.
«Sarebbe bene ricordare al ministro Salvini – aggiunge Tilche – che le stime dell’Agenzia europea per l’ambiente, fatte con metodologie condivise e accettate dagli Stati membri, portano a calcolare in circa 15.000 i decessi precoci ogni anno causati dall’inquinamento atmosferico dovuto ai trasporti, la gran parte dei quali concentrati nelle quattro regioni del Nord Italia. Non è solo l’Agenzia europea a quantificare le vittime, ma perfino il ministero dell’Ambiente italiano (almeno fino al 2022) a certificare l’enorme costo sociale dell’inquinamento atmosferico causato dai trasporti, stimato in una media di 12 miliardi euro/anno nella decade 2011-2021».
Quante auto diesel Euro 5 potrebbero essere sostituite con questi risparmi, e quanti altri interventi contro l’inquinamento atmosferico? Del resto i settori dove sarebbe più urgente intervenire, per lenire gli impatti sulla salute, sono noti da tempo. Sappiamo infatti da dove arriva l’inquinamento atmosferico: le principali fonti di provenienza per le polveri sono riscaldamento degli edifici, allevamenti e trasporti stradali; per il biossido d’azoto, il traffico veicolare; per l’ozono, trasporto su strada, riscaldamento e produzione di energia.
«La transizione verso l’auto elettrica – conclude nel merito Tilche – non è solo necessaria per rispondere ai nostri impegni internazionali in materia di clima, ma comporterebbe benefici sanitari e sociali, abbattendo le emissioni non soltanto di CO2 ma di tutti i principali inquinanti atmosferici generati dai motori endotermici. E quando abbiamo numeri di morti all’anno equivalenti ad una guerra e costi sociali del volume di una legge finanziaria, la politica è tenuta a intervenire. Ben venga allora la norma europea che dal 2035 vieta l’immatricolazione di veicoli con emissioni di CO2 allo scarico superiori a zero, che porterà con sé un drastico miglioramento della qualità dell’aria in particolare nelle città».
