Skip to main content

Riserve idriche in calo anche al nord: in Lombardia -14% rispetto alla media e -50% rispetto al 2024

Lo segnala l’Osservatorio Anbi: la portata del Po segna un deficit del 46% in prossimità del delta, mentre tra i grandi laghi si registrano abbassamenti dei livelli anche sotto le medie storiche. In Sicilia, sebbene la situazione sia migliore dell’anno scorso, resta alto il deficit rispetto ai volumi invasabili nei serbatoi regionali: -48%
 |  Acqua

Ci sono state diverse giornate caratterizzate da piogge anche intense, ma il quadro delle riserve idriche italiane non è rassicurante. Né al sud né al nord. Come sottolinea il report dell’Osservatorio Anbi dedicato a tale questione. In Valle d'Aosta, a giugno, il deficit pluviometrico è stato pari a circa il 43% e le temperature in quota hanno segnato +4°; portate in netto calo per la Dora Baltea (-51% rispetto alla media) e per il torrente Lys. In Piemonte le cumulate di pioggia in luglio sono state inferiori del 46% alla media, con i flussi in alveo dei fiumi che hanno registrato una flessione e sono scesi pressoché tutti sotto le medie di riferimento. Tra i grandi laghi si registrano abbassamenti dei livelli anche sotto le medie storiche: solo il Benaco mantiene altezze idrometriche superiori alla norma ed un valore di riempimento oltre l'80%; il Lario è al 42,4% di riempimento, il Maggiore al 68%, il Sebino al 72,9%. In Lombardia vanno riducendosi anche le altre riserve idriche (-14,4% rispetto alla media): lo scorso anno c'era il 50% d'acqua in più. In Veneto, violenti nubifragi hanno provocato un aumento delle portate fluviali dopo che le scarse piogge di giugno (-35%) avevano provocato una riduzione dei livelli idrometrici nei corsi d'acqua. In Emilia-Romagna calano le portate dei fiumi Savio, Reno ed Enza; in crescita e superiori ai mensili valori medi sono le portate di Secchia, Panaro e Trebbia. Infine, anche la portata del fiume Po è più scarsa del normale, arrivando a segnare un deficit del 46% in prossimità del Delta.

Se questa è la situazione al nord, non va certo meglio nel centro e sud Italia. Come rileva sempre l’Osservatorio risorse idriche dell’Anbi, in Puglia si aggrava la situazione idrica in diverse zone: con le alte temperature e la mancanza di piogge, l'evapotraspirazione accentua lo svuotamento dei laghi, che hanno perso complessivamente quasi 12 milioni di metri cubi da inizio luglio, nonostante le limitazioni nelle erogazioni. In Basilicata gli invasi trattengono ancora 223,08 milioni di metri cubi di acqua, vale a dire 33,84 milioni in meno del 2024. La diga di monte Cotugno, la più grande d'Europa in terra battuta, conserva il 43% dei 272,2 milioni di metri cubi autorizzati per il riempimento.

In Sicilia, sebbene la situazione sia migliore dell'anno scorso (come in Calabria), resta alto il deficit rispetto ai volumi invasabili nei serbatoi regionali (-48% ca.). Nella Sardegna Nord Ovest è drammatico quanto sta accadendo nella Nurra dove, segnala l’Anbi, in attesa dei benefici delle acque reflue dal depuratore di Sassari, le campagne sono a secco, le temperature intollerabili, i bacini al 15% del potenziale riempimento; discorso simile è quello dell'Alto Cixerri, nel Sud Ovest dell'isola: anche qui, bacini al 15% della capacità. Incredibile, ma vero: sul versante tirrenico, in Alto Taloro ed Ogliastra, lo stato di riempimento degli invasi supera invece il 90%.

In Campania va meglio rispetto al resto del Mezzogiorno, nonostante sorgenti ed invasi registrino deficit piuttosto evidenti. In Molise, il bacino del Liscione registra un'altezza idrometrica di oltre mezzo metro inferiore all'anno scorso, ma di oltre m. 1,30 superiore al siccitosissimo 2022. In Abruzzo la quota del lago di Penne si è abbassata in due settimane di oltre m. 2,70: nell'invaso restano 4,54 milioni di metri cubi d'acqua a disposizione degli agricoltori. Il mese di giugno è stato caratterizzato da significativi deficit pluviometrici, più marcati sulle zone collinari e costiere (mediamente tra -85% e -90%) piuttosto che sui rilievi aquilani (-54%), nonché da positive anomalie termiche, che nel Teramano hanno segnato +5,7° rispetto alla media e addirittura +7,7° sulle massime!

Nell'Italia centrale resta grave la situazione dei bacini lacustri, che continuano ad abbassarsi, raggiungendo preoccupanti livelli idrometrici: nel Lazio è il caso di Albano e Nemi, che da inizio luglio hanno registrato una riduzione di 9 centimetri d'altezza; il livello del primo è sceso di circa 70 centimetri dall'autunno 2023. In crescita sono invece le portate dei fiumi Aniene e Velino, mentre stabili sono quelle del Tevere. In Umbria le portate dei fiumi Chiascio, Pianello e Paglia sono superiori ai valori medi storici del periodo. A causa delle scarsissime precipitazioni di giugno (mm. 5,20 in media) si aggrava ulteriormente la condizione di scarsità idrica nel lago Trasimeno, sceso di un metro e mezzo sotto lo zero idrometrico e di 30 centimetri sotto il livello minimo vitale.

«Quelle dei bacini lacustri del Centro Italia sono contingenze gravi, che sono costantemente monitorate e per il cui contrasto si devono ormai attivare interventi eccezionali», sottolinea Massimo Gargano, direttore generale di Anbi. Mentre guardando anche al fattore temperature, il presidente di Anbi Francesco Vincenzi evidenzia il fatto che siamo di fronte a «condizioni nuove, di cui non conosciamo esattamente le conseguenze nel tempo sia dal punto di vista agricolo che ambientale, nonché sulla salute umana. Navighiamo a vista».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.