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Il 2025 in Toscana è un anno eccezionalmente piovoso

Al 30 novembre Massa-Carrara, Lucca e Pistoia fanno già registrare, rispettivamente, un surplus idrico di 83%, 65% e 44%
 |  Acqua

Il mese di novembre si è chiuso con un'anomalia di temperatura di -0,3 °C (leggermente sotto la media 1991-2020) e confermando un anno eccezionalmente piovoso per la Toscana, in particolare sul nord-ovest della regione.

Il Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile (Lamma), consorzio pubblico nato dall’impegno congiunto di Regione Toscana e Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), informa che Massa-Carrara, Lucca e Pistoia fanno registrare, al 30 novembre, rispettivamente, surplus idrico di 83%, 65% e 44%. A Massa-Carrara è stato già battuto il record, con un mese di anticipo, dell'anno più piovoso dalla metà degli anni '50: siamo oggi a circa 2000 mm di pioggia caduta contro i 1838 mm dell'anno 2010.

Notevolissimi anche i mm caduti a Pistoia e Lucca, rispettivamente circa 1735 (record di 2129 mm nel 1960) e 1600 mm (record di 1812 mm nel 1992) contro una media annua 1991-2020 che ne conta circa 1200 mm in entrambe le città.  Sopra media le piogge, sebbene in minor misura, anche sugli altri capoluoghi di provincia, intorno a 30-40 % tra Livorno, Pisa, Prato e Firenze. Surplus di pioggia intorno al 20% anche a Grosseto, mentre le piogge sono praticamente in media solo ad Arezzo e Siena.

È utile osservare che in Toscana come nel resto d’Italia la crisi climatica corre più veloce della media globale, segnando in regione +1,3°C ogni 50 anni e infrangendo ogni anno nuovi quanto preoccupanti record. Il 2024 è l’anno più caldo mai registrato: +1,35°C rispetto al trentennio climatologico di riferimento 1991-2020, che diventano +2,3°C guardando al 1961-1990.

Per fare un confronto, il 2024 emerge come l’anno più caldo mai registrato anche a livello globale, ma con anomalie di temperatura ben più ridotte: +0,72°C rispetto al 1991-2020 – dunque quasi la metà rispetto al dato toscano – e +1,6°C rispetto all’era preindustriale 1850-1900 a livello globale (che in Europa diventano ben +2,92°C).

L’innalzamento della temperatura media si accompagna a fenomeni meteo estremi sempre più intense e frequenti, dalle alluvioni alle siccità. Una crisi climatica che si affronta su un doppio binario: da un lato riducendo le emissioni di gas serra – lasciando spazio agli impianti rinnovabili, al posto dei combustibili fossili –, dall’altra adattando il territorio alla quota parte di clima che è già cambiata, a partire da un rafforzamento delle infrastrutture per la gestione dell’acqua e dallo stop al consumo di suolo in favore delle cosiddette “città spugna”.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.