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Gigantesco incendio in Canada, 100.000 persone fuggono da Fort McMurray (VIDEO)

I profughi ospitati nei campi petroliferi, nei bungalows abbandonati dai lavoratori licenziati
 |  Approfondimenti

Un incendio “smisurato” e incontrollabile ha costretto gli 80.000 abitanti di Fort McMurray, nell’Alberta, e almeno altre 20.000 persone che vivono nei dintorni, ad abbandonare le loro case.

La fuga dalla città petrolifera ha causato un enorme ingorgo e in molti accusano il governo locale di aver messo in atto il piano di emergenza all’ultimo minuto e con indicazioni per raggiungere aree sicure in campi che non potevano contenere la massa di profughi ambientali.

I cittadini si sono scmbiati informazioni con i social network e lo stesso primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha utilizzato Facebook e Twitter per inviare un messaggio agli evacuati: «Penso alle persone che sono state colpite dall’incendio a Fort McMurray [martedi] sera. Siate prudenti e seguite gli ordini di evacuazione».

Fort McMurray, un centro petrolifero a 400 km  a nord di Edmonton, il capoluogo della provincia canadese dell’Alberta. è stata evacuata, in base ad un’ordinanza obbligatoria, di fronte alle fiamme che stavano divorando le foreste e che ormai erano giunte ai confini della città. L’incendio ieri aveva già devastato 2.650 ettari. Ieri sera il muro di fuoco a Fort McMurray aveva già distrutto diverse case, incenerito un camping e un hotel  e fatto esplodere un distributore di benzina. Sul fronte delle fiamme operano 9 canadair e un centinaio di pompieri. L’unica zona ancora sicura è quella intorno all’aeroporto, ma quasi tutti i voli sono stati sospesi.

La premier dell’Alberta, Rachel Notley, ha detto durante una conferenza stampa televisiva: «E’ una situazione spaventosa e  stressante per le persone che hanno dovuto lasciare la loro casa in queste condizioni. L’obiettivo è quello di assicurare la sicurezza delle persone e di farle uscire dalla città e di controllare che siano a salve e in sicurezza. Non ci sono feriti o vittime da denunciare. Si è dovuto evacuare anche l’intero ospedale. In termini di importanza, di evacuazione, è immagino la più importante mai vista per la Provincia».

Fino a ieri intorno a mezzogiorno, il pericolo inizialmente era limitato a una decina di quartieri, ma poi l’incendio si è ulteriormente esteso, obbligando i servizi di sicurezza ad evacuare tutta la città. Gli incendi sono alimentati dal vento che soffia da nord-est a 50 km/h e ieri aveva già raggiunto i primi quartieri, anche a causa della siccità che colpisce l’Alberta, dove il termometro aveva già superato i 30 gradi, un record assoluto per questo periodo. Ieri sera la temperatura a Fort McMurray era di 32º C.

Le lunghe file di auto si dirigono verso nord, fino a 40 km da Fort McMurray, per raggiungere dei campi di lavoro messi a disposizione dalle compagnie petrolifere. Una scena paradossale: ingorghi di auto per raggiungere la salvezza nei campi petroliferi delle sabbie bituminose che sono la causa del riscaldamento globale e della siccità che favoriscono gli incendi che li hanno costretto i cittadini di Fort McMurray ad abbandonare   le loro case.

Ma le sabbie bituminose sono al centro dell’economia dell’Alberta e le compagnie petrolifere hanno subito colto l’occasione per rifarsi un’immagine presentabile dopo gli scandali e i disastri ambientali nei quali sono coinvolte, per questo hanno subito messo a disposizione dei profughi i loro immensi villaggi di bungalows, dove vivono i lavoratori del petrolio provenienti da tutto il Canada e dall’estero, che sono in gran parte deserti dopo il crollo del prezzo del greggio e le migliaia di licenziamenti degli ultimi due anni.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.