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L’ignoranza della storia planetaria mina alle fondamenta qualsiasi ambizione di modernità

Dalle tracce per l’esame di maturità con Telmo Pievani al buio della ragione che grava sul mondo politico
 |  Approfondimenti

Non può non averci positivamente sorpreso sapere che una delle tracce per l’esame di maturità di quest’anno vi sia stato un estratto dell'articolo del filosofo delle scienze biologiche Telmo Pievani "Un quarto d'era (geologica) di celebrità" pubblicato nel 2022 sulla rivista "Sotto il vulcano" edita da Feltrinelli.

Il testo tratta del problema dell'impatto umano sulla biosfera collegandolo correttamente alla storia geologica del nostro pianeta, purtroppo ancora oggi troppo ignorata e sconosciuta ai più, concentrandosi sul tema dell'Antropocene, quindi dello straordinario ed eccezionale impatto provocato da noi Homo sapiens sul pianeta e sui dati relativi al sorpasso dell'antropomassa (la massa totale di quanto abbiamo noi strutturato artificialmente sulla Terra, la nostra tecnosfera) rispetto alla biomassa (la massa degli esseri viventi, dai microrganismi fino ai grandi mammiferi che costituiscono la biosfera) resi noti in una famosa ricerca dello scienziato Ron Milo e dei suoi colleghi pubblicata su "Nature" nel 2020 con il titolo “Global human made mass exceeds all living biomass”.

Come sappiamo, l’ottimo Telmo Pievani svolge un importante lavoro scientifico di epistemologo delle scienze biologiche e della biologia evoluzionistica ma è anche un intenso, documentato e avvincente divulgatore scientifico ed è stata veramente una bella e inaspettata novità questa notizia, soprattutto considerando la manifestata profonda mancanza di cultura e sensibilità ambientale e sui temi della sostenibilità che il governo attuale continua a dimostrare nei fatti e in un momento così drammatico anche per la conoscenza scientifica in buona parte del mondo.

L’umanità si trova oggi in una situazione nella quale il mondo politico sembra essere entrato in una drammatica fase di buio della ragione. Ormai qualsiasi analisi della situazione attuale pubblicata su giornali, riviste, libri, web, ecc. di esperti di ogni campo della cultura, ha di fatto esaurito il vasto campionario di aggettivi che sono stati sin qui richiamati per cercare di caratterizzare questo periodo. In sostanza sta trionfando, in forme diverse e in luoghi diversi, ma con una sorta di comune matrice ideologica, un modello che sta di fatto scardinando le basi del multilateralismo, del diritto internazionale, della diplomazia internazionale, del senso comune di essere abitanti dello stesso pianeta. Tutto questo dovuto anche e soprattutto a una minuziosa azione di ampia diffusione, soprattutto via web, di false notizie (fake news) e false verità (fake truths).

Sta così trionfando un modello opposto rispetto a quello di cui l’umanità avrebbe realmente bisogno oggi, e cioè il cercare di fare in modo che tutte le nazioni del mondo possano confrontarsi seriamente e serenamente per affrontare al meglio i gravissimi problemi che abbiamo creato, in primis quelli che minacciano la base fondamentale dell’esistenza umana che è garantita dalla salute dei sistemi naturali senza i quali non riusciremo a respirare, a bere e a mangiare e quelli relativi ai gravi problemi di profonda disuguaglianza e sempre più ampia povertà di fasce ormai amplissime della popolazione mondiale.

L’evidente constatazione che lo stato della salute umana dipende strettamente dallo stato di vitalità e salute dei sistemi naturali che ci sostengono e dai quali deriviamo come prodotto della vita sul nostro straordinario pianeta, purtroppo non risulta affatto essere la priorità della politica oggi dominante che, al contrario e paradossalmente, cerca con ogni mezzo di negarla e contestarla.

L’assurdo attacco alla conoscenza scientifica, in particolare quello nei confronti delle scienze del sistema Terra e cioè l’insieme degli straordinari avanzamenti scientifici che ci consentono di comprendere il complesso funzionamento, connesso e interdipendente, di tutte le sfere del pianeta, dall’atmosfera alla biosfera, dalla geosfera all’idrosfera, dalla pedosfera alla stessa antroposfera, è un fatto gravissimo e mai praticato sino ad ora in questa ampiezza e profondità.

Il presidente USA, Donald Trump, e i suoi ministri stanno producendo un danno enorme alla conoscenza scientifica, ancor più grave in un paese dall’alto livello scientifico (basti ricordare che la Harvard University da sola conta 150 premi Nobel) e lo stanno facendo in un momento che invece registra un avanzamento della ricerca scientifica in tutti i campi in maniera veramente affascinante e straordinaria, proprio in particolare nelle scienze del sistema Terra tra le quali possiamo annoverare senz’altro climatologia e ecologia. 

Come ha brillantemente scritto nel suo volume “Il tempo della Terra” (edito da Hoepli nel 2020) la geologa Marcia Bjornerud: “L’ignoranza della storia planetaria mina qualsiasi ambizione di modernità”, aggiungerei che questo vale anche per la storia dell’universo, perché la nostra specie è un prodotto dell’evoluzione dell’universo, degli elementi fondamentali che compongono la materia, degli ammassi e polveri stellari che producono le stelle e i pianeti, dello straordinario fenomeno della vita e della sua evoluzione sulla Terra e della straordinaria evoluzione della nostra specie rispetto all’insieme delle numerose specie di Ominidi (ora se ne contano 12) che sono stati i nostri predecessori e alcuni persino i nostri coinquilini che si sono poi estinti.

Da tempo gli scienziati, in particolare quelli che si occupano delle scienze del sistema Terra affermano chiaramente che le condizioni complessive, geologiche, ecologiche, climatologiche del nostro pianeta, in particolare nell’ultimo periodo della scala geologica della Terra definito Olocene e che parte da 11.000 anni ad oggi, sono state molto favorevoli nel creare le condizioni complessive perché la specie Homo sapiens giungesse alla civilizzazione attuale.    

Questa civilizzazione ci ha di fatto condotto a trasformare e modificare profondamente i sistemi naturali che garantiscono la salute del genere umano: l’unica via per una seria inversione di rotta è praticare concretamente la sostenibilità che è una grande rivoluzione culturale, basata sulla scienza, che ci garantisce di far ritornare nelle dimensioni dei sani equilibri dinamici le garanzie per la sopravvivenza della nostra specie.

Ignorare questo e ritenere che le conoscenze scientifiche sin qui acquisite non siano vere è un atto sconcertante e gravissimo che potrà avere conseguenze gravissime, in particolare per le nuove generazioni.  

Gianfranco Bologna

Naturalista e ambientalista, è Presidente Onorario della Comunità Scientifica del WWF Italia, Full member del Club of Rome, Segretario generale della Fondazione Aurelio Peccei, e membro della Consulta dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Da oltre 50 anni opera nel campo culturale, divulgativo, didattico, formativo, progettuale della sostenibilità e della conservazione della natura, in particolare nel WWF Italia, dove ha svolto anche il ruolo di Segretario generale e di Direttore Scientifico. Ha svolto e svolge attività didattiche in diverse Università. E’ membro del Comitato sul capitale naturale presso il Ministero dell’Ambiente. Ha scritto diversi volumi sulla natura e la sostenibilità, tra i quali “Manuale della sostenibilità. Idee, concetti, nuove discipline capaci di futuro” (2005) mentre l’ultimo è “Noi siamo natura. Un nuovo modo di stare al mondo” (2022). Ha curato le edizioni italiane di oltre 150 volumi di autori fondamentali per la cultura della sostenibilità a livello mondiale.