Skip to main content

Qualità dell'aria, via libera dal Consiglio regionale a nuovi indici di criticità

 |  Approfondimenti

Il 2015 non è stato un buon anno per la qualità dell'aria toscana, come documentato dalle rilevazioni Arpat, e segnato da un dicembre terribile. Visti i poco incoraggianti risultati, comunque migliori di molte altre aree italiane, il governatore Rossi annunciò a gennaio «un approfondimento sulla normativa regionale per il contrasto allo smog e alle polveri sottili». Ieri, anche il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza la proposta per arrivare ad una più razionale valutazione degli indicatori di sforamento di Pm10.

Con 28 voti a favore e 4 astensioni dei consiglieri della Lega, il Consiglio ha dunque dato il suo via libera alla legge che integra e modifica la norma regionale 9/2010 (Norme per la tutela della qualità dell'aria ambiente), testo che fornisce una prima risposta a quanto contenuto nel protocollo d’intesa siglato lo scorso 30 dicembre tra ministero dell’Ambiente e Anci.

Nel dettaglio, spiegano dal Consiglio, la norma integra l’articolo 13 della legge regionale 9/10 e introduce il comma 3-ter secondo cui la Regione determina specifici indici di criticità, e le relative modalità di calcolo, per individuare situazioni a rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme. Viene inoltre riformulato il comma 1 dell’articolo 14 della legge 9/2010 prevedendo, in aggiunta al caso di mancata osservanza delle norme e del piano regionale per la qualità dell'aria già previsto, che la Regione eserciti i poteri sostitutivi nei confronti dei comuni che rimangano inerti o ritardino l’adozione dei Pac (Piani di azione comunale), o li adottino in difformità ai criteri e alle modalità stabiliti.

Si tratta di un provvedimento che ha incassato sostegni non solo da parte Pd ma anche dal Movimento 5 stelle e Sì Toscana, con i rispettivi capogruppo (Giacomo Giannarelli e Tommaso Fattori) che si sono espressi a favore, e non solo col voto. In particolare, Fattori ha auspicato una «visione generale sul tema su cui dovremmo iniziare a lavorare». La qualità dell'aria, infatti, non si migliora certamente cambiando “soltanto” il modo di misurarla. In tal senso, la spinta ai Piani d’azione comunale è sicuramente positiva, anche se molto rimane da fare.

Il piano per prevenire la Mal’aria in città, come ha ricordato Legambiente Toscana presentando l’omonimo rapporto a inizio anno, è noto e si articola in tre punti che richiedono di essere attuati in pieno: «1) cura del ferro nei trasporti pubblici locali, più reti ciclabili, più pedonalizzazioni nei nostri centri antichi; 2) riscaldamento domestico a più alto tasso d’innovazione (pompe di calore, caldaie a condensazione, etc.); 3) nelle attività industriali applicazione rigorosa del principio europeo del chi inquina paga, in vista di una progressiva riduzione dell’intensità emissiva delle nostre attività produttive».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.