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Il Bangladesh sommerso dall’afflusso dei Rohingya che scappano dal Myanmar

Il 60% sono bambini: 240.000 a rischio fame e malattie
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Secondo l’United Nations High Commissioner for Refugees agency (Unhcr), in Bangldesh l situazione umanitari continua a deteriorarsi dopo l’arrivco do oltre 400.000  Rohingya musulmni che fuggono dalle violenze razziste e settarie scatenate dagli integralisti buddisti nello Stato di Rakhine».

L’Unhcr definisce la situazione disperata. «E’ una delle più grandi crisi umanitarie e uno dei più grandi spostamenti di massa di persone nella regione da decenni»,  ha detto Martin Faller, de la Federazione internazionale delle società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa.

Secondo l’Unicef, «Circa il 60% dei rifugiati che fuggoo dale violenze in Myanmar sono dei bambini» e nelle ultime tre settimane si sarebbero rifugiati in Bangadesh più 240.000 bambini rohingya.

Il 15 settembre, durante un conferenza stampa tenutasi a Ginevra, la portavoce dell’Unicef Marixie Mercado ha sottolineato che «Tra questi bambini rifugiati, ci sono  36.000 bambini di meno di un anno, oltre a 52.000 donne incinta e in allattamento. Ci sono circa 1.100 minori non accompagnati che sono fuggiti dalle violenze. I bisogni sono apprentemente senza fine e le sofferenze considerevoli».

Per l’Unhcr quella al confine tra Bangladesh e Myanmar è una delle più rapide crisi dei rifugiati degli ultimi anni.  Il portavoce dell’Unhcr, Andrej Mahecic, « Sono comparsi immensi bisogni umanitari in una regione del Bangladesh già colpita precedentemente dall’afflusso di rifugiati stranieri, da inondazioni recentie che non è attrezzata per far fronte a un afflusso massiccio dei nuovi arrivati».

Le settimana scorsa un team dell’Unhcr guidato dal vice-alto commissario incaricato delle operazioni,  George Okoth-Obbo, ha verificato che i rohingya «devono superare immense difficoltà e questo nelle condizioni più difficili tra tutte le attuali crisi dei rifugiati. Anche le autorità locali e le organizzazioni umanitarie sono soverchiate dall’afflusso dei rifugiati. Dei rifugiati continuano a arrivare tutti i giorni, all’esterno dei campi stabiliti – la cui capacità iniziale d’accoglienza è già ampiamente superata – numerose persone hanno potuto ricevere solo pochissimo aiuto».

Numerose famigli dei rifugiati rohingya dormono all’aria aperta sul bordo delle strade o sugli argini dei corsi d’acqua. «Assistiamo anche a una rimarchevole generosità da parte delle comunità bengalesi di Teknaf che, oltre d accogliere dei rifugiati  a casa loro e condividono le loro risorse», ha detto Mahecic.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Unicef  evidenziano che «Con tali condizioni sul terreno, i bambini corrono un rischio elevato di contrarre delle malattie di origine idrica» e per proteggere questi bambini estremamente vulnerabili il 16 settembre sono partite campagne di vaccinazione contro il morbillo e la poliomielite  per i150.000 rifugiati di 6 mesi ai 15 anni.

L’Unhcr dice che «I campi rifugiati di Kutupalong e Nayapara che li ospitano sono al collasso. C’è urgente bisogno di ulteriori rifugi di emergenza e beni di soccorso: vestiti, tende in plastica e materassini» e per questo sta ammassando aiuti in Bangladesh, ma per far fronte  questa crisi umanitaria frutto dell’odio razziale e religioso e della lotta per il possesso delle terre occupate dai rohingya che i birmani considerano stranieri, sono urgentemente necessari 30 milioni di dollari in aiuti umanitari entro la fine del 2017

Redazione Greenreport

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