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Esattamente un anno fa la scossa più forte che ha colpito l’Italia centrale

In 150 anni 30 leggi sul corretto costruire, ma ogni nuovo terremoto porta la catastrofe

Geologi: «Le misure per la prevenzione non sono più derogabili, per questo ora dalle forze politiche dobbiamo pretendere impegni precisi e concreti»
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Prima il terremoto con epicentro a Visso (di magnitudo 5.9) e poi, il 30 ottobre 2016, l’ancor più potente (magnitudo 6.5) scossa esplosa nel sottosuolo di Norcia. Esattamente un anno fa, l’Italia centrale sprofondava ancora una volta nell’incubo del sisma. Per fare il punto a un anno di distanza, per non dimenticare, per parlare di ricostruzione e per trarre un bilancio di ciò che è stato fatto e non si tiene oggi ad Ascoli Piceno il convegno 30 ottobre 2016, magnitudo 6.5: il punto dei geologi a un anno dal sisma, organizzato dal Consiglio nazionale dei geologi.

«Georischi e prevenzione dovrebbero essere sempre al centro dell’agenda di governo – osserva oggi il presidente del Cng, Francesco Peduto – invece siamo il Paese in cui negli ultimi 150 anni si sono susseguite ben trenta leggi sul corretto costruire, emanate sempre a seguito di eventi calamitosi, ma ogni nuovo terremoto si trasforma sempre in catastrofe: sembra paradossale ma in Italia la prevenzione è ancora solo un auspicio. È vero che nel nostro Paese è presente un costruito storico immenso e, spesso, anche di pregio, ma non possiamo utilizzarlo sempre come scusante per i ritardi accumulati nelle azioni e nelle misure da mettere in atto». E nel frattempo, mentre il nostro patrimonio storico-artistico crolla comunque sotto i colpi dei terremoti, anche quello – altrettanto abbagliante – naturalistico ne rimane ferito. A testimoniarlo ci sono le oltre 15mila foto scattate su un’area di 500 kmq dai geologi e tecnici del Gruppo Emergeo –  un’equipe operativa di emergenza sismica dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – e riassunti oggi nell’ultima pubblicazione Ingv, di cui diamo un assaggio nella fotogallery a fianco. Scatti che arrivano come un monito nel giorno dell’anniversario dalla scossa più forte che ha colpito l’Italia centrale: la prevenzione è la sola strada percorribile, aumentiamo la messa in sicurezza degli edifici in cui viviamo per evitare altre tragedie.

«La cultura della prevenzione dal rischio sismico – spiega Piero Farabollini, presidente dell’Ordine geologi della Regione Marche – si traduce nell'affrontare adeguatamente il problema della sicurezza dei nostri edifici. Conoscere e affrontare il problema non significa sapere quando arriverà il prossimo terremoto, ma piuttosto aumentare la sicurezza delle strutture, perché è sotto il crollo degli edifici che contiamo i nostri morti. E poiché in Italia si registrano mediamente alcune migliaia di terremoti l’anno, la prevenzione è la sola strada percorribile, sin quando la scienza non saprà fornire la tanto attesa risposta di un’attendibile previsione. La prevenzione non ha bisogno della previsione, ma di governi e uomini illuminati, che abbiano un'idea di futuro del Paese, ovviamente senza condoni e senza condanne».

Sarà questo il caso del governo (e del Parlamento) in forze? «Le misure per la prevenzione non sono più derogabili, per questo – conclude Peduto – ora dalle forze politiche dobbiamo pretendere impegni precisi e concreti: siamo in scadenza di legislatura, vediamo chi si impegnerà davvero a portare avanti questi temi».

Redazione Greenreport

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