Skip to main content

FacciamoECO chiede di istituire un servizio civile ambientale per costruire futuro sostenibile

Il ministro Cingolani: «E’ un ottima idea. Valutare come inserirlo nel Pnrr e nelle iniziative a esso correlate»
 |  Approfondimenti

Presentando alla Camera la proposta di servizio civile ambientale, i deputati di FacciamoECO – Federazione dei verdi Andrea Cecconi, Lorenzo Fioramonti, Alessandro Fusacchia, Antonio Lombardo e Rossella Muroni, hanno sottolineato che «Grazie al programma Next Generation Eu abbiamo finalmente l'occasione di investire risorse importanti sulla conversione ecologica del Paese, su un'economia sostenibile, resiliente e innovativa, su una società più coesa a inclusiva. Ma abbiamo anche il dovere di utilizzare al meglio il Recovery. Una misura chiave in questa direzione è l'istituzione nel Piano nazionale di ripresa e resilienza di un Servizio Civile Ambientale per i giovani fino a 35 anni, per garantire contemporaneamente la tutela del territorio e una prospettiva concreta di formazione e lavoro per le nuove generazioni, da cui prendiamo in prestito i fondi del Recovery. Ed è proprio quanto proponiamo come FacciamoECO al ministro della Transizione Ecologica e al governo, dopo l’analogo appello in tal senso».

I deputati di  FacciamoECO hanno ricordato che «L’Italia è un paese a forte rischio idrogeologico, dove avvengono i due terzi delle frane censite a livello europeo e dove una superficie grande quanto Lazio e Abruzzo insieme è a medio o alto rischio inondazione. Che affronta il rischio, ulteriormente aggravato dalla crisi climatica in atto, come fosse un’emergenza imprevedibile. Anziché continuare a spendere 3,5 miliardi l’anno in media per i danni, bisogna cambiare radicalmente approccio, iniziando a spendere meno e meglio grazie alla prevenzione. Un cambiamento strategico che garantisce ricadute positive su territorio e occupazione, di cui possono essere protagonisti i nostri giovani. Come evidenziato da Legambiente, infatti, 1 euro speso in prevenzione fa risparmiare fino a 100 euro in riparazione dei danni».

Cecconi, Fioramonti, Fusacchia, Lombardo e  Muroni concludono: «Ecco perché proponiamo un Servizio Civile Ambientale come un percorso formativo e professionalizzante per giovani finalizzato alla manutenzione del territorio, al monitoraggio e all'aggiornamento di dati, alla formazione e divulgazione. Un servizio adeguatamente retribuito e declinato in attività coerenti con il Piano Nazionale per l’Adattamento al Cambiamento Climatico, quali la piantumazione di alberi, il rimboschimento di crinali e la messa in sicurezza il territorio. Con evidenti vantaggi in termini di assorbimento dell'anidride carbonica e delle acque piovane, stabilizzazione del suolo e mitigazione delle isole di calore. Un servizio per il bene comune che aiuterebbe anche a diffondere una cultura della prevenzione. Una misura con cui vinceremmo tutti: giovani, clima e territorio».

La risposta del ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani è arrivata quasi subito  ed è positiva: «Ho letto e apprezzato la proposta di creare un servizio civile ambientale e l’appello bipartisan che mi è stato rivolto. È un’ottima idea: credo possa essere una valida occasione formativa e lavorativa per i giovani, un percorso professionalizzante per prepararli alle future sfide della transizione ecologica. È in corso una riflessione per valutare come inserirlo nel Pnrr e nelle iniziative a esso correlate. E’ una strada sicuramente da esplorare».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.